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Nella seduta del massimo consesso civico si discuterà della scelta della Giunta Ruggiano di uscire dall'ATO, seguendo la strada già intrapresa da Deruta; la vicenda seguita con attenzione in tutta l'Umbria
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Sale l’attesa per il Consiglio comunale di Todi di mercoledì 5 settembre al cui ordine del giorno figurano punti sui quali si annuncia un dibattito serrato tra centrodestra e centrosinistra.
Trovato, almeno così sembra, l’accordo sul rinnovo della commissione edilizia e sui criteri di nomina negli enti (ma ciò non significa che non ci sarà confronto dialettico), il punto più caldo si annuncia quello sulla gestione integrale dei rifiuti e sull’uscita del Comune di Todi dall’Ambito territoriale ottimale, strada scelta nelle scorse settimane anche da Deruta.
Il tema è di quelli intorno ai quali girano poteri ed interessi economici di notevole portata e di cui si sta discutendo in tutta l’Umbria, dove in molti sono preoccupati, chi più chi meno, per gli annunciati aumenti del costo del servizio.
In vista della seduta del Consiglio comunale, i Democratici di sinistra di Todi escono allo scoperto per evidenziare che “la materia è da approfondire in maniera seria e nelle sedi opportune, posto che il tema coinvolge cittadini, operatori, lavoratori ma soprattutto la qualità di un servizio fondamentale per la vivibilità e la salubrità della città”.
Gli elementi da analizzari nell’interesse dei cittadini per i Ds sono due: qualità del servizio e costi del medesimo. “E’ su questi – si legge in un comunicato – che concentreremo la nostra attenzione, consapevoli che fino ad oggi le precedenti Amministrazioni comunali sono riuscite a garantire una qualità soddisfacente e tasse contenute, tra le più basse dell’Umbria”.
I Democratici di sinistra convengono che “occorre fare di più, considerate anche le caratteristiche della città di Todi, la frammentazione territoriale, l’impegno per la raccolta differenziata e un’azione a largo raggio per la riduzione dei rifiuti”, ma ritiene che questi aspetti “non si ritrovano nelle dichiarazioni fatte alla stampa dal sindaco Ruggiano”.
La contestazione all’Amministrazione di centrodestra è tecnica ma soprattutto politica. “Quanto all’adesione all’Ato – si legge infatti nella nota – ci sfugge la normativa in base alla quale il Comune di Todi può decidere di non aderirvi”, citando in proposito il decreto legislativo del 2006 (“in piena era Berlusconi e con Matteoli ministro dell’ambiente”, si precisa), il quale recita che l’ATO è “una struttura dotata di personalità giuridica costituita in ciascun ambito territoriale ottimale delimitato dalla competente regione, alla quale gli enti locali partecipano obbligatoriamente ed alla quale è trasferito l’esercizio delle loro competenze in materia di gestione integrata dei rifiuti”.
“Vorremmo capire – attaccano i DS, anticipando la posizione che assumerà il centrosinistra in Consiglio comunale – le motivazioni politiche della proposta, ma soprattutto le strategie di gestione del servizio e le fonti normative che legittimano la scelta di autoesclusione dall’ATO. Siamo proprio sicuri che con questa proposta illegittima si vogliono tutelare gli interessi dei cittadini tuderti?”.
Il documento dei Democratici di sinistra non arriva comunque ad escludere del tutto che la scelta di Deruta e Todi sia irrealizzabile, tanto da concludere che “qualora fosse possibile andare contro la legge” chiederanno al sindaco se è stata fatta un’analisi precisa e circostanziata dei costi, in quale discarica andranno i rifiuti cittadini, come verrebbe gestito l’affidamento del servizio, quali saranno i benefici per i tuderti e se sarà garantita una migliore qualità del servizio”.
Con questa premesse, come si diceva all’inizio, il punto 4 del Consiglio comunale si annuncia uno dei più animati.

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