Aumenti record dei prezzi delle “caldarroste” e c’è chi si attrezza per andare a raccoglierle da soli nei boschi di Piancastagnaio sul Monte Amiata.
L’iniziativa è dell’Associazione Pozzo Beccaro che invita alla raccolta per venerdì 19 ottobre, con la speranza che le adesioni siano tante da consentire, oltre che buone scorte familiari, anche una bella “castagnata” in comune nei locali dell’associazione tuderte.
Nei centri storici delle città turistiche come Roma, a Fontana di Trevi, per le caldarroste si raggiungono valori record di 30 euro al chilo (3 euro per sei castagne) rispetto ai circa 5-6 euro al chilo del prodotto fresco al mercato che è comunque da due a tre volte superiore a quello riconosciuto ai produttori.
Per effetto del caldo record della prima metà dell’anno, dei gravi incendi boschivi, è annunciato un crollo della produzione nazionale stimato pari al 30%.
Nonostante il calo, la produzione nazionale delle castagne si conferma, secondo il parere della Coldiretti, di alta qualità, con un quantitativo che dovrebbe raggiungere il valore di circa 50 mila tonnellate e una superficie nazionale a castagno di oltre 230.000 ettari.
L’Italia conferma la sua leadership nella produzione in Europa e il quarto posto a livello mondiale dopo Cina, Corea del Sud e Turchia.
Oltre un terzo della produzione nazionale, arriva dalla Campania e a seguire da Toscana, Lazio, Calabria e Piemonte che rappresentano le principali Regioni produttrici.
Il primato italiano sul piano qualitativo è confermato dalla presenza di ben sette tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo, tre delle quali si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, la Castagna del Monte Amiata Igp e la Farina di Neccio della Garfagnana Dop mentre in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il Marrone di San Zeno Dop e in Piemonte la Castagna Cuneo Igp.