E’ deceduto oggi a Todi, all’età di 85 anni, Tersilio Foglietti, da tutti conosciuto come il fondatore del museo della civiltà contadina, una straordinaria raccolta di attrezzi ed oggetti del mondo rurale da lui tenacemente rintracciati, recuperati, sistemati ed esposti per continuare a raccontare un mondo ormai irrimediabilmente perduto.
La collezione, dedicata al figlio Leonardo prematuramente scomparso all’età di dieci anni, è un grande patrimonio di pezzi, la cui datazione va dall’Ottocento fino all’immediato dopoguerra.
E’ soprattutto ai giovani che Tersilio Foglietti, fortemente legato al lavoro della terra, aveva dedicato questo suo lavoro trentennale.
Inaugurata nel 1987, la raccolta aveva trovato spazio in un capannone nella zona di Bodoglie, dove con una dedizione quotidiana Foglietti aveva ricostruito gli ambienti tipici della casa colonica e messo in fila migliaia di utensili, salvandoli dall’oblio e da una più che probabile distruzione.
Visitare il museo era un’esperienza unica, proprio grazie alla presenza di Tersilio, narratore insuperabile nel saper riportare i visitatori indietro nel tempo, verso quel passato prossimo eppur lontanissimo della vita contadina nelle campagne italiane.
Lui interpretava in modo superbo il ruolo di ultimo testimone vivente di quella civiltà ormai sbiadita nella nebbia dei ricordi; intorno a lui gli attrezzi prendevano vita, si mettevano in funzione, producevano rumori, ricreavano magicamente le atmosfere del tempo che fu. Andava in scena un mondo perduto, sì, ma non disperso e neppure dimenticato.
E questo grazie al solitario impegno di Tersilio (“ho fatto tutto da solo e con la sola terza elementare presa alle scuole serali”, diceva sempre lui quasi a giustificarsi verso i suoi ospiti).
Protagonista di tesi di laurea, interviste e pubblicazioni, era lui il pezzo più prezioso del museo, grazie ad una passione e ad una memoria straordinaria, venuta meno proprio negli ultimi anni, vittima di una malattia che è sembrava un incomprensibile contrappasso.
C’è da augurarsi che il suo grande lavoro non vada disperso ma si perpetui a favore delle future generazioni, com’è sempre stato nelle intenzioni del benemerito fondatore del museo della civiltà contadina di Bodoglie.
Alla famiglia, che ha sempre assecondato la sua passione e che lo ha curato amorevolmente fino all’ultimo, le condoglianze della redazione di TamTam.