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Una candidata sottolinea la differenza tra politici e politicanti, tra partiti e partitocrazia

La piazza virtuale di “tam tam” registra oggi un altro intervento politico. E’ quello di una cittadina-elettrice (e dal quel che si desume anche prossima candidata) che, stimolata dall’articolo “Liste, cercasi firme (e candidati), vuole esprimere una sua valutazione sulla fase pre-elettorale che si sta vivendo a Todi. Anna Maria Martini – questo il suo nome – ritiene utile far precedere il suo contributo da una premessa tratta dal vocabolario della lingua italiana…
“Uomo politico:
colui che è essenzialmente caratterizzato dalla partecipazione alla vita sociale e civile. Politicante: persona il cui comportamento politico è caratterizzato da interesse, faziosità, ambizione, assenza di scrupoli. Partito: associazione volontaria di cittadini che aderiscono ad una determinata concezione politica e sociale e all’azione organizzata per attuarla attraverso la partecipazione alla vita pubblica. Partitocrazia: predominio dei partiti, in quanto organizzazioni autonome e monopolistiche, (…) che estendono la loro influenza in ogni campo della vita di una collettività.
“Gli uomini politici che hanno a cuore lo sviluppo armonico della propria collettività – scrive la signora Anna Maria – non temono il confronto con chi può apportare idee utili al conseguimento di tale obiettivo; lo temono invece i politicanti che sostengono la partitocrazia, snaturando il significato sociale di un partito, per impedire ai cittadini di operare una libera e consapevole scelta.
Sono queste definizioni che aiutano a capire perché tanta ostilità da parte di molti partiti al sorgere di una lista civica che vuole soltanto accogliere e provare a convertire in idee utili il malcontento della gente per migliorare la vita sociale ed economica del proprio Comune. Se si pensa che queste siano solo velleità o che invece la gente sia prevalentemente d’accordo con i partiti che presumono di rappresentare la cittadinanza, allora è del tutto inutile cercare di impedire il sorgere di qualcosa che si prevede non abbia speranza di sopravvivenza usando oltretutto non la forza delle idee, ma quella del ricatto…!
La gente comune invece incoraggia, chiede di continuare su questa strada per cercare di cambiare le cose. Allora è proprio il “cambiamento” che fa paura ai partiti!
Non si può pensare che la città possa sviluppare curando soltanto l’orticello di chi si rivolge al “partito” assicurando il proprio voto; la città ha bisogno di una politica più ampia, della cura di tutto il terreno su cui si distende il suo comprensorio e da questo poi trarre vantaggi per i singoli cittadini, politicanti compresi… (che sono comunque cittadini! ) senza discriminazioni.
In tanti anni di vita da elettrice non avevo mai pensato (mi si consenta la berlusconiana espressione) di “scendere in campo”, ma le forzature di cui sono venuta a conoscenza, volte al tentativo di far desistere liberi cittadini dal costituire una propria lista, così come la legge prevede, mi hanno più che mai convinta a sostenere la lotta contro chi, di qualunque “colore” sia, le libertà vuole negare, in primis quella di pensiero!”.

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