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I lavoratori dell'agricoltura scioperano: emblematico il caso della struttura della media valle del Tevere
tobacco

La giornata di sciopero di venerdì 25 maggio, dei lavori dell’agricoltura (che sarà accompagnata da un presidio davanti alla sede perugina dell’Inps) deve servire anche e soprattutto a richiamare l’attenzione su situazioni concrete. Per rendere comprensibili i problemi ed i disagi la CGIL ha riportato questo esempio che si commenta da solo.
“A seguito dell’avvio della riforma della Ocm tabacco (l’organizzazione comune dei mercati europei) il consorzio di Collepepe (Ccpt) ha avviato un “progetto di ristrutturazione” impostato su uno schema molto semplice: tagliare i posti di lavoro. Su un organico complessivo di 16 addetti si è deciso di mandare a casa 4 lavoratori, di cui tre – vale la pena sottolinearlo – iscritti alla Cgil. Si tratta di tre donne e un uomo, inquadrati come impiegati amministrativi, tutti in età compresa tra i 51 e i 54 anni, quindi molto difficilmente ricollocabili.
Nel 2006, grazie alle battaglie portate avanti dal sindacato ed in particolare dalla Flai Cgil dell’Umbria, questi lavoratori hanno potuto contare almeno su sei mesi di cassa integrazione a rotazione, i cui pagamenti, tra l’altro, sono stati anticipati dall’azienda a causa dei gravi ritardi dell’Inps, che ha versato le somme solo un anno dopo (non a caso i malfunzionamenti dell’Istituto sono una delle ragioni alla base dello sciopero di venerdì).
Per il 2007 però le cose stanno diversamente. La copertura per sei mesi (fino al 15 settembre) ci sarebbe, ma manca ancora la circolare attuativa e l’azienda, questa volta, si è detta disposta ad anticipare solo due mesi di pagamenti.
Dopodiché? “Dopodiché non sappiamo cosa sarà di noi – spiega Carla Carloni, una delle lavoratrici in esubero presso il Ccpt – Ci ritroveremo da un giorno all’altro senza reddito, in un’età (lei ha 53 anni, ndr) in cui i figli (lei ne ha tre, ndr) non hanno ancora una famiglia loro, né tanto meno un’occupazione stabile. Vista la situazione disperata, abbiamo chiesto un incontro all’assessore Liviantoni, che in più occasioni aveva assicurato che tutti i lavoratori in esubero sarebbero stati aiutati (c’è anche un verbale di accordo in cui questo è scritto nero su bianco). Ma l’assessore non ci ha ricevuto, ha delegato un rappresentante della Regione, il dottor Norberto Magnanini, che all’incontro di stamattina ci ha detto, molto semplicemente, che loro non possono fare niente e che a settembre, finita la cassa integrazione, non si sa come e se ci sarà la mobilità. E allora? Come facciamo noi ad andare avanti?”.

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