L’assessorato alla sanità della Regione Umbria sta promuovendo una serie di convegni sui vari aspetti della prevenzione, cura e riabilitazione che dovranno approfondirsi nel nuovo piano sanitario. E’ stata la volta della conferenza programmatica regionale sulla riabilitazione nellla quale, come era ovvio, si è partiti da una constatazione altrettanto ovvia. La popolazione dell’Umbria invecchia e, di pari passo, crescono il tasso di disabilità ed il bisogno di servizi.
Su questo versante, dal 2000 al 2005 l’Umbria ha superato i valori nazionali di disabilità, che passa da 40,9 (48,5 quello nazionale) nel 2000 a 50 nel 2005 (48 il dato nazionale). Valori superiori anche per la disabilità nel «confinamento individuale», che passa da 16,3 a 24 (21 il dato nazionale); per la disabilità delle funzioni, che aumenta, nello stesso periodo, da 27 a 35 (30 il dato nazionale); e per le difficoltà sensoriali, che crescono da 11,5 a 14 (11 il dato italiano). Un pò meglio va il dato riguardante le disabilità legate a difficoltà nel movimento, che cresce nei due periodi da 20,3 a 19 restando comunque inferiore al dato nazionale (23). Unico dato in miglioramento, e più basso della media italiana, quello associato alla disabilità conseguente a traumi.
L’analisi della situazione umbra evidenzia dunque la necessità di aumentare la disponibilità di posti letto per la riabilitazione, anche per adeguarsi agli standard della programmazione nazionale. Un adeguamento che non dovrà essere solo numerico ma dovrà rispondere al trattamento dei diversi tipi di disabilità. Vale a dire bisogna differenziare le strutture destinate a trattare pazienti nella fase post acuta da quelle che, seppure con caratteristiche di minore complessità, possono comportare trattamenti molto prolungati.
Tutto ciò deve avvenire attraverso la trasformazione degli attuali posti letto, andando a ricercare le soluzioni più adatte alle esigenze dei pazienti e senza aggravio per il sistema sanitario regionale cioè con la trasformazione di ospedali in reparti per la riabilitazione. Va comunque considerato che, in molti casi, l’attività di riabilitazione può essere efficacemente condotta anche a livello ambulatoriale, compatibilmente con l’assistenza che le famiglie possono offrire.
- Redazione
- 25 Giugno 2007
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