La proposta, ad opera di un gruppo di consiglieri regionali dell’Umbria (primo firmatario Zaffini), di istituire una Commissione speciale per l’analisi e la predisposizione di atti, finalizzati a contrastare il fenomeno delle tossicodipendenze verrà affrontata con procedura d’urgenza.
A determinare la decisione di accogliere l’ampiamente motivata proposta, sicuramente i dati che vedono la regione in testa nella triste graduatoria delle morti per overdose.
Negli ultimi cinque anni in Italia i consumatori di hashish e marijuana (ricavati dalla cannabis) sono passati da 2 a 3,8 milioni. I consumatori di cocaina da 350mila a 700mila. Quelli che giornalmente fanno uso di eroina sono ormai 75mila mentre è triplicato l’uso di allucinogeni e stimolanti. Un esercito di “drogati” per un giro di affari annuo di 8 miliardi di euro, di cui la metà per la sola cocaina.
In questo quadro nazionale l’Umbria ha il primo posto nella classifica dei decessi per overdose con un tasso di 4,5 decessi ogni 100mila abitanti ovvero circa 36 decessi annui, e nei primi quattro mesi del 2007 si sono già registrati 9 decessi. Per di più Perugia è la seconda città italiana, dopo Roma, per il consumo di droga ed i soli dati forniti dai Ser.T. umbri i parlano di circa 4000 tossicodipendenti nel 2006, senza considerare che la componente più preoccupante del fenomeno “droga” è oggi quella sommersa e clandestina che prescinde dai dati ufficiali e che è perciò difficile da monitorare.
La soluzione del fenomeno presentata dagli esponenti dell’opposizione non sarà tuttavia facilmente condivisa da tutti. Anche se è probabilmente condivisa la diagnosi per cui la tossicodipendenza “non è una malattia da curare con farmaci e terapie, perché la droga è “pioggia sul bagnato” di una vita che, svuotata di stimoli, motivazioni, valori, cerca nelle varie forme dello sballo, legale o illegale, pesante o leggero, la fuga da se stessi, dalla fatica di vivere il quotidiano e dalle responsabilità. Spesso anche apparenti malattie della mente, forme leggere di anoressia e bulimia, comportamenti delinquenziali, nascondono la domanda di una “proposta di vita” credibile, e rischiano di cronicizzarsi se, invece che trovare una risposta umana, vengono trattate come delle malattie dei corpo o della mente da curare con terapie e farmaci.”
Critiche, infatti, sono avanzate sul funzionamento dei Sert. e su altri aspetti della normativa regionale.
Sul primo aspetto si rileva che “Se il sistema funzionasse, se i Ser.T. funzionassero, i tossicomani “anziani” dovrebbero essere quelli più al sicuro. In Umbria invece i trattamenti Ser.T. davvero terapeutici, quelli che superano cioè i 6 mesi, sono inferiori al 40 per cento del totale. I trattamenti a medio e breve termine, terapeuticamente inutili e addirittura dannosi, sono ben oltre la media nazionale: nel 2005 quelli a medio termine sono stati il 18 per cento contro l’11 per cento nazionale, quelli a breve termine il 14 per cento contro l’8 per cento nazionale. Inoltre è accertato che nella nostra regione si registra tra i tossicodipendenti un forte uso di alcool e tranquillanti (per esempio il valium) come sostanze “collaterali”, a cui ricorrono per compensare la terapia metadonica a breve termine e a basso dosaggio, situazione che aumenta ulteriormente il rischio di overdose. La disintossicazione compieta è un percorso lungo e impegnativo dal punto di vista medico, psicologico e sociale, che non può essere liquidato in un mese. Il tossicomane va seguito per molto tempo e questo è proprio quello che faticano a fare i Ser.T. e che invece fanno meglio le comunità, i cui programmi, siano essi metadonici o no, non durano mai meno di due anni”.
Forte, si prevede, sarà il contrasto su un provvedimento”salvavita” adottato recentemente dalla Regione, che, invece, viene ritenuto frutto di “una politica miope di riduzione del danno e non affronta e tanto meno risolve il problema dei decessi per overdose determinando invece una pericolosa convinzione di presunta protezione dal rischio di overdose”.
La critica sembrerebbe in contrasto con la diagnosi di “malattia sociale” della tossicodipendenza e parrebbe voler far intendere che il tossicodipendente prende droga solo se si sente immune da rischi, mentre nella diagnosi preliminare alla proposta viene forse più giustamente messo l’accento sulla “fuga da se stessi, dalla fatica di vivere il quotidiano e dalle responsabilità”. Elementi che forse dovrebbero essere oggetto primario dell’attenzione, rendendo da un lato meno problematico il vivere quotidiano e dall’altro “allenando” per tempo i giovani ad affrontare le difficoltà e ad accettare inevitabili sconfitte temporanee. Angoscia, la prima, cui pesantemente contribuisce l’esistenza di privilegi e la percezione di nulla poter fare per eliminarli. Angoscia, che è pure alla base di molti altri comportamenti deviati, la quale non viene percepita dai “privilegiati” che ritengono la loro particolare posizione del tutto irrilevante a determinare il quadro complessivo mentre spesso è il particolare a qualificare il tutto.
Oggetto del contendere la delibera di Giunta regionale 1439/2006 che prevede la fornitura da parte dei Ser.T. ai tossicodipendenti di un portachiavi con dentro una fiala di narcan (farmaco d’emergenza usato per contrastare gli effetti dell’overdose) da portare con sé e utilizzare al bisogno.
Il provvedimento andrebbe “nella direzione di una de-responsabilizzazione del soggetto tossicodipendente che non temerà più nemmeno l’overdose sapendo che in qualunque momento avrà di fatto a disposizione un “antidoto”. Oltretutto sembra che recentemente le Asl abbiano contattato i responsabili di alcune Comunità terapeutiche facendo loro presente l’obbligo di dotare i tossicomani in terapia del narcan, cosa assurda, deleteria per chi sta lottando per uscire dal tunnel della tossicodipendenza e insensata visto che in Comunità nessuno fa uso di eroina”.
La questione non può essere lasciata ai soli addetti ai lavori: tanti sono quelli che possono e devono dire la loro su un problema reale che non si esorcizza mettendo la testa sotto la sabbia.
In allegato: il rapporto sui Sert di Cittadinanza attiva, i dati del Ministero dell’Interno ed i corposi rapporti del Ministero della sanità-
- Redazione
- 27 Giugno 2007
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