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 31 luglio 2007
La vicenda Epifani e il caso Giorgi: che delusione!

Leggendo quanto accade nel panorama politico tuderte ho provato molta tristezza. L’emergere di posizioni "personali" è ancora una volta pesantemente presente come dimostrano le posizioni di Epifani e Giorgi.
Ricordate, cari elettori, come tutti hanno sbandierato "…per il bene della città!": eccolo il bene.
E’ molto più semplice criticare che amministrare. Cambiare le cose è anche stare al proprio posto e "pesare" per la propria consistenza politica tenendo conto degli equilibri e degli interessi di tutti.
A me non interessa ciò che vuole Epifani: "Voglio sapere (e non solo io) nome per nome, pubblicamente come avete fatto per il comunicato, chi sono i camerati che hanno tentato di spararmi alle spalle". Sono affari suoi.
Per il bene di Todi se Epifani crede in ciò che afferma avrebbe dovuto portare avanti le sue idee cercando di ottenere il massimo possibile dal contesto politico presente. A meno che non pensi di aver vinto le lezioni da solo e per suo esclusivo merito e che tutto è dovuto. Che delusione!
Dalla parte opposta hanno pensato bene (come solito) di non farsi mancare nulla replicando sulla stessa falsa riga. Creando scompiglio in difesa del proprio orticello in barba al bene di Todi.
Dal comunicato dei DS emerge un dato che mi riportato alla campagna elettorale e al quale ho dato scarso valore. I 500 voti rubati all’Ulivo, e i voti rubati a "Todi Viva"? Girava voce in campagna elettorale che Giorgi portava via voti a "Todi Viva" presentandosi (accompagnato da Servoli e non accompagnando Servoli) come referente per le zone di Ponte Rio e dintorni come futuro assessore all’urbanistica.
Si sa con il senno del poi che a pensar male qualche volta ci si azzecca. Che delusione!
E tutto questo per il bene di Todi! Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente le dispute di un PD mai nato?
Maurizio Pierdomenico

30 luglio 2007
A proposito dei concerti in piazza (a partire dalla Formula 3)

Vorrei richiamare l’attenzione del Comune di Todi in merito alla mancata possibilità di utilizzare il parcheggio del Mercataccio per i residenti quando ci sono iniziative in piazza.
Segnalo che dalle ore 20 non è possibile trovare parcheggio in quanto anche i riservati ai residenti sono occupati da "stranieri". Può capitare come al sottoscritto di parcheggiare a Porta Orvietana dove avrei dovuto fare una discreta fila per prendere l’ascensore. Ho pensato (ahimè) di utilizzare il percorso alternativo pedonale.
Alcuni suggerimenti per l’Amministrazione:
1. In queste situazioni chiudere l’accesso (presidiandolo… basta un vigile non 2 vedi Consolazione) da Simoncino al Mercataccio (oppure all’altezza di S. Carlo) obbligando i NON RESIDENTI a uscire da Borgo e al contempo consentire agli abitanti di borgo di raggiungere le proprie abitazioni.
2. Istituire un servizio navetta da Porta Orvietana al fine di raggiungere Piazza in tempi ragionevoli ed evitare resse nell’attesa dell’ascensore. Ma qualche assessore perchè non va fra la gente a verificare, ad ascoltare i commenti prima di accomodarsi nei posti riservati? Ricordo che dietro le loro poltroncine c’erano persone che avevano faticato e non poco ad arrivare in piazza.
3. Chiudere il percorso alternativo in quanto passibile di denuncia sia per la pericolosità, sia perchè nella parte finale è arduo uscire data la ristrettezza del passaggio e peggio se si trova una macchina parcheggiata, come l’altra sera è successo al sottoscritto, quasi impossibile. Ma qualcuno si è posto il problema che non può essere utilizzato da persone anziane, con difficoltà deambulatorie anche minime? E’ scivoloso, con scalini al limite di una scalata di 3° grado per non parlare dell’illuminazione da tugurio.
Qualche consiglio per la Confcommercio o chi organizza gli eventi in Piazza.
Se si decide di far pagare, offrire un "minimo" di garanzia del posto evitando lo scempio in occasione del concerto della "Formula 3" dove c’era gente che aveva bloccato intere file di sedie. Ora se uno non ha un amico che ha tempo da perdere e andare in piazza alle 20 (riservando posti a go-go) rischia di stare in piedi…. Perchè non prendere delle mascherine e dare un servizio migliore. Non mi parlate di costi perchè a Norcia è GRATIS.
I turisti li vogliamo portare in piazza oppure all’ospedale? Vogliamo farli venire a Todi o farli scappare?
Basta fare una scelta. Maurizio Pierdomenico

29 luglio 2007
Monte Castello si chiede che cavolo di rapporto è quello dell’Arpa?

Riguardo all’articolo "L’ARPA ha fatto la pagella", pubblicato sulla prima pagina del mensile "Tam Tam" e anche nelle sezioni di questo sito Internet, desidero esprimere alcune valutazioni.
Sono veramente perplesso sul fatto che nel territorio del Comune di Monte Castello di Vibio si parli di:
– Emissioni di C02 (se ve ne sono dobbiamo corrrere ai ripari!)
– pressioni sui corpi idrici (che cos’è?)
– frammentazione del territorio
– basse percentuali di raccolta differenziata (siamo secondi solo a Marsciano e fra i meglio piazzati in Umbria!)
– Iscritti al collocamento (ma dove sono i disoccupati? chi li conosce?)
– che vuol dire bassa attrattiva turistica?
Per quanto riguarda la densità demografica ed i redditi non discuto. Siamo un territorio di alta collina e di montagna. Non ci vuole molto a capire che i redditi e la densità di popolazione hanno indici diversi dalle realtà pianeggianti o vicine alle principali vie di comunicazioni.
Mi viene spontaneo chiedere: chi ha redatto materialmente il rapporto? che realtà ha esaminato? Dove ha reperito i dati? Possibile che istituzioni pubbliche, come quelle cui viene attribuito lo studio, spendano denaro pubblico (e quindi di tutti i contribuenti) per confezionare simili patacche?
Spero di avere delle delucidazioni in merito.
Roberto Cerquaglia
Sindaco di Monte Castello di Vibio

Precisiamo che, ovviamente, il giornale non ha fatto altro che riferire del corposo rapporto (ben 127 pagine) presentato di recente a Perugia. I dati hanno suscitato effettivamente perplessità anche in relazione alla situazioe di altre realtà della media valle del Tevere, ma questo è quanto. Nelle prossime ore metteremo comunque a disposizione sul nostro sito il rapporto completo.

28 luglio 2007
Ruggiano, Epifani e le difficoltà a governare

Gli scontri verbali degli ultimi giorni portano alla luce uno dei punti di perplessità che mi avevano colto in campagna elettorale.
L’elemento scatenante del Todi Arte Festival mi sembra pretestuoso e di scarso interesse politico ma è bastato per far emergere il carattere “purgatorio” di Epifani già paventato mesi or sono e oggetto di discussione.
Il Todi Arte Festival cessa la collaborazione con la Marchini nel 2007 per termini contrattuali o sbaglio? Bene, allora che senso ha una polemica del genere? Forse perché tutto ciò che ha origine dall’Amministrazione Marini è degno del rogo?
Trovo che la battaglia che sta portando avanti Epifani sia errata in termini di modalità e tempi, sui contenuti non mi esprimo non avendo conoscenze specifiche. Un conto è il governare del sindaco che deve far quadrare una serie di situazioni altro è pretendere in pochi mesi di gettare a mare tutto ciò ciò che è colorato delle sfumature del rosso presenti in Comune. L’esperienza di Epifani dovrebbe percepire ciò e non assumere atteggiamenti “rompiscatole” a prescindere. Sia ben chiaro ciò non intende che Epifani non abbia diritto di portare avanti un processo di cambiamento conseguenza della vittoria elettorale. Parliamo di modi e tempi.
La situazione della Fiamma ripropone in tutta la sua gravità il problema della presenza (a destra e a sinistra) di componenti estreme che cercano sempre e comunque di condizionare amministrazioni a scapito della maggioranza dei cittadini.
Maurizio Pierdomenico

28 luglio 2007
Smentito anche sull’Etab: non può essere…

Leggo su TamTam: “A proposito dell’Etab “La Consolazione” va segnalato l’incontro, avvenuto ieri mattina alle 11, tra il sindaco Ruggiano e il Consiglio di amministrazione dell’ente guidato da Paolo Ferracchiati. La riunione (in apertura della quale il primo cittadino avrebbe rimarcato, secondo le indiscrezioni lasciate trapelare, la sua distanza dall’esposto presentato sempre da Epifani in merito alla vendita dei lotti di Pantalla…)”.
Leggo e mi chiedo come sia possibile che Ruggiano abbia fatto tale dichiarazione. Non voglio fare commenti. Le deduzioni le trarrà chi leggerà la seguente esposizione dei fatti. Fatti che posso comprovare.
In campagna elettorale ci fu la polemica sull’asta indetta dall’Etab per dei lotti siti in Pantalla. Appena nominato consigliere comunale sono andato a richiedere le documentazioni inerenti quest’alienazione ed in particolare per due lotti specifici. Li ho visionati con l’aiuto di un tecnico in materia ed insieme abbiamo individuato nell’iter dell’asta qualche incongruenza. Dopo di ciò ho preparato l’esposto da inviare alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei conti.
Di questa mia indagine ne sono stati a conoscenza quasi tutti i consiglieri comunali e gli assessori Serafini, Bertini, Primieri ed il sindaco. Prima di depositare presso i Carabinieri la querela, così com’eravamo d’accordo, sono andato nell’ufficio del sindaco Ruggiano che ha preso visione delle documentazioni e del contenuto dell’esposto. Era doveroso, da parte mia, informarlo ed avere il suo placet, prima di depositare la querela. Così ho fatto. Ricevuto un parere favorevole e gli elogi del sindaco, mi sono poi recato in caserma per depositare l’esposto.
Non credo quindi sia possibile che in quella sede abbia poi detto l’esatto contrario, dissociandosi dal mio operato. Non può assolutamente essere così. Sicuramente “il trapelato” sarà un’errata deduzione del giornalista autore del commento. Mi piacerebbe sapere come sono andate veramente le cose e credo lo vorrebbero sapere tutte quelle persone che mi hanno telefonato per congratularsi per quanto avevo fatto.
Mario Epifani

28 luglio 2007
Quella mia lettera ad Antonino rimasta senza risposta

Prima del mio documento, che ha scatenato le più disparate reazioni, ho scritto questa lettera – in data 23 luglio – ad Antonino Ruggiano. Vorrei renderla pubblica, affinché si possa capire la mia reazione agli insulti ricevuti. Reazione che comunque ho cercato di frenare, nella speranza di avere un accenno di distensione da parte sua, magari dopo questa missiva. Grazie se vorrete pubblicarla.

"Caro Antonino, la mia non è una lettera istituzionale. Per tale aspetto saprò come agire, sia da esponente di una forza politica, sia come consigliere della coalizione, la cui dignità è stata duramente lesa dalle tue dichiarazioni alla stampa.
Quanto voglio invece dirti è l’amarezza che ho provato nel sentirmi qualificare rompiscatole ed invasato. Tanto più che non ero l’autore del volantino, la cui stesura era firmata dalla segreteria tuderte.
Sul piano umano e personale mai mi sarei aspettato un simile atteggiamento, anche se episodi precedenti erano stati, per me, campanelli d’allarme.
Non ti nascondo la delusione ed il rammarico per come, in varie occasioni, hai ignorato, sconfessato e denigrato la mia azione politica, ma sentirmi minacciare, dal mio sindaco addirittura di “cacciata”, così come s’intende allontanare un insetto fastidioso, è stato il mio vero rincrescimento.
Non credo di essermi meritato un simile atteggiamento. Sono stato un fedele servitore del tuo progetto alla candidatura e convinto che insieme avremmo potuto ottenere dei buoni risultati. Oggi mi rendo conto che certi rapporti interpersonali sono irrimediabilmente compromessi e lo affermo con rammarico e dispiacere, ma nella convinzione che, quando viene meno il rispetto, vengono messi in discussione anche questi rapporti.
Uno dei motivi per i quali ho preferito non richiedere ed assumere la responsabilità d’un assessorato, oltre a valutazioni d’opportunità e strategia politica, è stato quello di aver capito che non è facile collaborare con te. Se dall’alto della mia età e dei miei trascorsi politici, posso darti un consiglio, allora, mi preme dirti e ricordarti che non si può avere collaborazione, affetto e stima, da chi ti è accanto, se con questi non parli e non condividi i tuoi intendimenti. Cordialmente".
Mario Epifani

28 luglio 2007
Il centrodestra deve ora dimostrare di saper "meritare Todi"

Non si sono spenti ancora gli echi dei festeggiamenti per un evento di portata storica epocale per Todi, che già assistiamo a levate di scudi e temibili luccichii di spade sguainate. Così quelle braccia alzate che osannavano alla vittoria insperata oggi vibrano perché il sogno di una vita non si infranga nei nostalgici puntigli e vecchi rancori a lungo sopiti, ma possa concretizzarsi e donare a tutta la gente che ha voluto crederci, quella speranza di cambiamento promessa e richiesta con tanto entusiasmo e partecipazione.
Questo avvenimento ha assunto dimensioni così rilevanti, forse perché del tutto inatteso, perché da troppi anni inseguito e mai raggiunto, forse perché fortemente voluto dopo troppi anni di dominio assoluto, forse anche perché i tempi erano maturi, o fatti maturare da chi non ha saputo cogliere i segnali di un disaggio strisciante che da anni serpeggiava, insieme alla superficialità e supponenza di vari personaggi che oggi si strappano le vesti e scrivono sermoni sulla loro stessa memoria. Per onestà voglio aggiungere anche per una discreta sagacia ed un notevole impegno dei protagonisti che hanno saputo gestire e condurre una campagna vincente.
Ciò che vuole oggi la gente, quindi, non è l’assoluta contrapposizione, le sterili accuse reciproche, i reiterati scontri, i veleni, le rivendicazioni gestionali, ma un clima fattivo, pragmatico, collaborativo, d’intesa reciproca per affrontare e risolvere i tanti problemi che ci affliggono e che lungamente sono stati elencati in campagna elettorale e che hanno convinto alla scelta molte persone, nella speranza del cambiamento per poterci “meritare Todi”.
A quale vantaggio amministrativo può condurre un clima di scontro diretto quando fra l’altro non c’è maggioranza consiliare, è doveroso rimarcare e fare emergere eventuali irregolarità, ma è altrettanto importante e forse più, perlomeno all’inizio legislatura, dare più un segnale di operosità che di litigiosità (omnia tempus habent ), dimostrare alla gente di saper fare e non solo criticare il fatto, è necessario trasmettere fiducia, sicurezza, efficienza, speranza per il futuro della nostra città, riprendere i propositi programmatici ed attuarli secondo i criteri ribaditi, non fomentare rancori che potrebbero risultare sterili ed avere a lungo un effetto boomerang.
Non voglio e non ho assolutamente la pretesa di insegnare niente a nessuno, tanto meno ai protagonisti della politica locale che fra l’altro stimo ed ho l’onore di annoverarli come amici, ma ho sentito l’obbligo di dire la mia in quanto cittadino che segue costantemente con passione ed impegno, le vicende della nostra città.
Elio Andreucci

27 luglio 2007
Ospedale di Todi: che problemi ha la Guardia Medica?

Mi risulta esserci problemi relativamente alla guardia medica ospedale di Todi. Ora non è ben chiaro quale sia il motivo di ansia di alcuni cittadini: se una migliore collocazione dell’ambulatorio della guardia medica (che risulta essere angusto e scomodo), oppure una carenza di personale o peggio ancora una ulteriore riduzione del servizio stesso.
Speriamo che in linea con la trasparenza annunciata dal sindaco Ruggiano sia possibile avere una comunicazione e presa di posizione pubblica in merito, perchè la gente mormora e sui mormorii si creano le leggende metropolitane.
Maurizio Pierdomenico

26 luglio 2007
Marsciano: l’assessore Massoli risponde a Liotti sul bilancio

Il consigliere comunale Liotti, nel vano tentativo di mettere in discussione la validità della corretta gestione amministrativa del Comune di Marsciano e del rendiconto di bilancio che ne costituisce la rappresentazione, affronta due elementi essenziali del rendiconto 2006 che riguardano l’indebitamento per investimenti e l’avanzo di amministrazione accertato.
Rispetto all’indebitamento mi accusa di falso per il solo fatto che, parlando a braccio durante l’ultimo Consiglio Comunale, abbia affermato che l’importo degli interessi sui prestiti rispetto alle entrate correnti è pari al 7%, quando invece la percentuale esatta è dell8,43%, come del resto del resto risulta dalla relazione al rendiconto.
La differenza, come è facile vedere, è di scarso rilievo, ma soprattutto non cambia quella che è una verità accertata, vale a dire il fatto che il Comune di Marsciano si trovi ben al di sotto del limite consentito dalle norme in vigore per tutti i comuni, che è pari al 15%, dimostrando l’alto senso di responsabilità nel contemperare l’impiego delle risorse fra necessità del presente e del futuro.
Rimane altresì doveroso porre in evidenza che la contrazione di mutui e prestiti ha portato alla realizzazione di opere importanti e materialmente tangibili, che sono a servizio della collettività e che costituiscono pertanto un patrimonio per la stessa.
Liotti ha affrontato poi il problema dell’avanzo di bilancio, rilevando che sarebbe frutto esclusivo della pressione tributaria, particolarmente gravosa nei confronti dei contribuenti: ma lo stesso è al contrario frutto di una accorta gestione della spesa. Il bilancio 2006 ha infatti previsto un incremento di tariffe pari al tasso inflativo per la TARSU e le tariffe dei pubblici servizi, lasciando inalterata l’ICI.
Le risorse così reperite sono state impiegate con assoluta accortezza e correttezza, senza sacrificare l’ottimo livello dei servizi forniti. L’avanzo indicato sarà comunque impiegato per le esigenze della collettività marscianese, in quanto per l’anno 2008 saranno contenute le tariffe o comunque restituito sotto forma di servizi alla comunità.
La proposta dello stesso Liotti di rimborsare i cittadini con l’importo indicato fa parte di quell’atteggiamento demagogico e strumentale che è tipico di un modo di fare opposizione vecchio, che a volte ritorna e che persegue interessi elettoralistici e non di carattere generale, di cui invece c’è bisogno per rilanciare il sistema Italia.
Stefano Massoli
Assessore al Comune di Marsciano

26 luglio 2007
Todi Festival: io ricordo i tempi di Spada!

Spero che il rum e la pera finiscano presto, altrimenti qualcuno si ubriacherà! Battuta a parte, per prima cosa faccio un mea culpa per aver attribuito il volantino di Fiamma Tricolore al solo Mario Epifani.
Non ho detto che le feste con rum e pera abbiano carattere artistico, me ne guarderei dall’affermarlo, semplicemente sottolineavo l’atmosfera che si viveva nelle passate edizioni del Festival (dagli ultimi anni ’80 fino ad una decina di anni fa). Per far ciò ho tirato in ballo l’ultima riga della lettera della Sinistra Giovanile, in cui un comune volantino di una serata in piscina, realizzato magari all’insaputa dello special guest (ne sono all’oscuro, ma non escludo possa essere così), non può dar adito a paragoni con il volantino di Fiamma, e farne uscire un botta e risposta. Gli ideatori del volantino hanno una loro visione del divertimento, Fiamma Tricolore ha una propria opinione sul Festival. Romina e la Sinistra Giovanile una loro.
Fatto stà che ne ho viste tante di edizioni del Festival, sin dalla prima. E, al contrario di molti ragazzi che venti anni fa muovevano i primi passi sulla piazza accompagnati dai genitori, posso fare un paragone obiettivo tra gestione Spada e Marchini. Posso quindi muovere critiche sull’organizzazione, sulla scarsa pubblicità, sull’incapacità di autofinanziarsi. E posso altrettanto tranquillamente e civilmente criticare la presenza di spettacoli a sfondo politico. Posso farlo come cittadino. Posso farlo perché ne ho visti a decine, in ogni edizione passata, e non c’è mai stata alcuna polemica del genere. Probabilmente perché i tempi erano diversi, ma di sicuro il Festival era più artistico e meno politico, almeno nella gestione. Gli attori comunque restano e devono restare fuori dalle polemiche.
Auspicare un cambio gestione del Festival è doveroso. Offrire la prelazione alla Marchini è comunque segno di rispetto per chi, nel bene o nel male, si è dedicato alla kermesse negli ultimi anni. Se poi l’organizzatrice dovesse restare la stessa, ma il Festival fosse organizzato in maniera diversa, ricco di spettacoli, con la giusta pubblicità, il dovuto risalto, riportandolo magari a fine agosto, credo che nessuno rimarrebbe scontento.
Luca Cardaio

25 luglio 2007
Todi Festival e la politica… se di politica vogliamo parlare!

Mi permetto di rispondere alla lettera di Luca Cardaio, che è amico che rispetto e stimo, perché credo non abbia bene colto il tenore della polemica che è in corso questi giorni. Se si vogliono fare discorsi politici, è bene che li si faccia ma è bene anche che si tratti di politica e non di altro.
Il Todi Arte Festival può e deve essere criticato, se si vuole e se si hanno argomenti validi. E’ addirittura auspicabile che vengano fatte critiche riguardo ad una manifestazione pubblica di questo tipo. Se errori sono stati fatti, di scarsa pubblicizzazione e visibilità, di tutto ciò che riguarda i finanziamenti, sono pronta a discutere, civilmente e con lucidità. Ma la polemica che si è aperta in questi giorni non riguarda solo questo. E’ una polemica squisitamente politica.
A parte la correzione fatta poi dall’assessore Bertini, che aveva toni e contenuti ben diversi da quelli proposti alla cittadinanza dagli amici della Fiamma qualche giorno prima, la polemica è nata perché gli organizzatori e gli artisti del Todi Festival sono stati accusati di spirito di parte, di ideologismi di bassa lega, di faziosità.
Personalmente e come Sinistra Giovanile ci siamo sentiti chiamati in causa perché crediamo che quei valori considerati “di parte” e duramente attaccati siano invece valori condivisibili da tutti (anzi, è addirittura auspicabile che lo siano…) sono proprio quelli su cui si fonda la nostra identità e cultura di cittadini e di italiani. Ci indigniamo se viene accusato di ideologia chi propone spettacoli che si basano su avvenimenti storici, che sono accaduti e su cui non si può smettere di parlare solo perché appartengono al passato.
E poi, diciamoci la verità. Vogliamo ancora giocare la carta degli spettacoli di nicchia, di sinistra e riservati a pochi, quando abbiamo visto la piazza piena per spettacoli come “Pane, amore e fantasie…” e per l’orchestra Casadei, di cui possiamo dire tutto ma non che sia intrisa di ideologia o poco popolare? Quello di domenica sera non era forse un clima “festaiolo”? Io l’ho percepito in questo modo e con me credo la gran parte dei presenti.
Ma non si tratta solo di una questione di principio. Il tutto ha un riflesso politico, perché Fiamma Tricolore ha un suo rappresentante in Consiglio comunale, nella minoranza consiliare che sostiene il sindaco Ruggiano, il quale si è invece espresso con toni e contenuti molto diversi, riaffermando in più occasioni la fiducia a Simona Marchini. Questo è un problema politico (oppure è un problema politico solo quando esistono i franchi tiratori a sinistra?…), a cui deve essere data una risposta chiara in termini politici.
Ci siamo sentiti chiamati in causa come Sinistra giovanile anche per questo oppure un’organizzazione politica come la nostra non può rispondere o dire la propria sulle questioni che sono appunto politiche? Su quali argomenti dovremmo intervenire? Non è lecito porre questioni di coerenza a chi fa parte di una stessa coalizione (a livello nazionale sembra che il centro-destra non punti ad altro…)?
Consiglio inoltre a Luca di evitare di parlare di popolarità e del carattere artistico delle feste “rum e pera”, a cui né io né la Sinistra Giovanile siamo contrari in generale. Il riferimento era, a mio avviso, dovuto: il volantino che pubblicizzava la festa con “special guest” il sindaco di Todi aveva come titolo “Giovedì italiano” e come sfondo la bandiera italiana (salvo poi essere quasi completamente scritto in inglese…). Premesso che non c’è legame diretto tra quella festa e il volantino della Fiamma, è pur vero che è strano che una serata a base di “rum e pera” sia arricchita così tanto di contenuti nazional-patriottici e, invece, non possano esserlo prodotti artistici che trattano i temi del lavoro, della condizione femminile, della lotta contro la dittatura e della storia italiana. D’altro canto, temo che di anomalie e contraddizioni ne vedremo molte in futuro! Romina Perni (consigliere comunale Ulivo)

25 luglio 2007
Lotta alla speculazione sui prezzi di pane, pasta, latte, olio e carne

In Italia vi sarebbero 7,6 milioni di poveri. Cifra verosimile perchè è evidente che da qualche anno si è giunti a una deformazione della curva dei prezzi dei generi di prima necessità. Prima il povero non comprava caviale ma poteva giovarsi del necessario comprando pane, mortadella, verdure e ogni tanto la carne. Adesso è in atto, non analizzato e non affrontato, un fenomeno tutto nuovo: la stratosferica "lievitazione" dei generi di prima necessità. Le notizie che intanto vengono dal globo sugli aumenti del frumento (utilizzo a funzione di biodiesel di frumenti, siccità e alluvioni, aumento popolazione mondiale, abbandono regime controllato dei prezzi e fluttuazioni libere etc.) lasciano presagire a cascata rischi per l’autunno e per il 2008.
Energia Civile chiede al Parlamento l’approvazione di una legge che riunisca in capo al Ministero dell’Agricoltura le competenze disperse tra enti locali, Camere di commercio, agenzie etc. per:
1) la istituzione di un Osservatorio nazionale Prezzi Beni di Largo Consumo e prima necessità;
2) lo studio di meccanismi di raffreddamento del prezzo di tali beni operando in sintonia con il dettato dell’art. 3.2 della Costituzione ovvero rimuovendo quegli ostacoli che impediscono de facto l’uguaglianza almeno alimentare di base.
Tale legge non sarebbe affatto contraria al mercato ma ne rappresenterebbe una attuazione di secondo grado contenente una valutazione e una iniziativa di giustizia sociale prevista dalla Costituzione.
Luciano Venia
Energia Civile dalla Costituzione – Movimento per i Diritti e il Futuro Sociale

25 luglio 2007
A Marsciano l’attivo di zona della Cgil "promuove" l’accordo sulle pensioni

L’Attivo di zona della Cgil ha promosso presso la Sala Capitini del Comune di Marsciano una riunione per discutere il recente accordo tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni.
L’aumento delle pensioni basse e minime; il superamento dello “scalone” attraverso il sistema delle quote (i requisiti si calcolano sommando età anagrafica + 35 anni di contribuzione); l’ampliamento della categoria dei lavori usuranti (nella quale sono inclusi i lavoratori delle cave, di miniera, quelli esposti ad alte temperature, quelli del vetro cavo, i lavoratori notturni e, novità dell’accordo, i lavoratori addetti alla “linea-catena”, quella che una volta si chiamava “catena di montaggio”).
Sono questi alcuni dei punti “toccati” da un accordo nel quale però sono inserite altre misure importanti, come ad esempio l’innalzamento del livello delle future pensioni dei giovani precari, che non potranno essere inferiori al 60% dell’ultima retribuzione (le proiezioni precedenti parlavano di un livello del 40-45%) e altre misure che fungeranno da ammortizzatori sociali contro il precariato in genere.
L’accordo nel suo complesso tocca molti punti interessanti e va nella direzione del ristabilimento dell’equità, incidendo sul mercato del lavoro ed evitando quello che poteva essere una sporta di scontro tra generazioni. Con questa misura si stabilizza la previdenza pubblica e si collegano i giovani a questo tipo di previdenza. È poi importante poi aver ripreso il dialogo e la concertazione con il Governo”.
Saranno complessivamente oltre 6 milioni i cittadini che beneficeranno della nuova indicizzazione: 300 mila sono quelli che ricevono pensioni sociali, assegni sociali, invalidi civili, ciechi e sordomuti; 3 milioni e 100 mila sono invece quelli che hanno pensioni fino a 700 euro e 3 milioni e 400 mila sono quelli che hanno pensioni comprese tra 1.308 e 2.180 euro.
Tiziana Ciabucchi
segreteria regionale Cgil

24 luglio 2007
La Fiamma Tricolore e non Mario Epifani: non è la stessa cosa

Poiché, taluni artatamente ed altri per poca attenzione nel seguire i fatti, seguita ad attribuire al sottoscritto il volantino contro la conduzione del Festival da parte della Marchini, vorrei intervenire per un chiarimento, riservandomi poi di dire la mia in un prossimo futuro.
Il volantino era firmato Sezione di Todi della Fiamma Tricolore. Cambia qualcosa? Molto direi: un conto l’esternazione di un consigliere comunale ed una altro conto la posizione compatta di un partito facente parte della coalizione di governo della città. Colgo l’occasione per dare, amichevolmente, una tiratina d’orecchi a Cardaio che commette lo stesso errore, il quale, comunque, con onestà intellettuale, ribadisce una linea in merito alla quale tutti concordavamo già quando facemmo le liste per prepararci alla competizione elettorale. Mario Epifani

24 luglio 2007
Il Todi Festival e le feste a base di rum e pera

Il Festival ha ormai chiuso i battenti. Non spetta al sottoscritto tirare i conti della manifestazione, anche se credo non ci sia molto da conteggiare, ma di certo alcune considerazioni possono essere fatte. In primo luogo la scarsa risonanza data dalla stampa locale al Festival credo sia stata notata da tutti: sono passati ormai i tempi delle due pagine (o anche più) riservate alla Todi festivaliera. Se l’attenzione riservata alla kermesse è così bassa dovrà pur esserci qualche motivo…
I finanziamenti. Innanzitutto il continuo lamentare carenza di aiuti comunali da parte della signora Marchini stava diventando una nenia quasi insopportabile. Se anche l’Amministrazione Marini, che l’ha sostenuta per anni, in questa ultima edizione ha riservato poche risorse per l’evento un motivo ci sarà… E non si venga a dire che non avevano i soldi: potevano attingere dal tesoretto! Ai tempi di Spada c’erano decine e decine di sponsor privati: come mai il Todi Arte non è riuscito ad avere gli stessi consensi?
Gli interventi politici. Sicuramente Epifani ha esagerato con toni e modi nell’attaccare il Festival e la legittimità delle sue critiche è stata subito messa in secondo piano. Perché se Epifani si scaglia contro la Marchini, subito dopo la Sinistra Giovanile si sente tirata in ballo e in diritto di passare al contrattacco? Forse si sente parte lesa? Ora attaccheranno anche l’intervento di Bertini?
È vero l’arte è “libera espressione”, ma questa libera espressione mi sembra sia, purtroppo, sempre su un unico fronte… L’arte non dovrebbe essere fonte di scontri politici, perché dovrebbe essere “popolare”, e sottolineo che popolare stà per “fruibile da tutti”. Il Todi Festival è diventato però, negli ultimi anni, sempre più di nicchia, anzi direi da salotto familiare, quindi è giusto e doveroso criticarne modi e metodi. È giusto cambiare direzione, è doveroso nei confronti della città. Speriamo che torni ad essere quell’evento che vedeva la piazza ed i luoghi degli spettacoli pieni, con “prime” e repliche, quell’evento che coinvolgeva tuderti e turisti, con il suo clima anche festaiolo: l’arte può andar d’accordo anche con le feste a base di rum e pera! Luca Cardaio

23 luglio 2007
La "breccia" di San Venanzo

Domenica 15 luglio, presso il Museo Vulcanologico di San Venanzo, nell’ambito del programma "Vulcani e dintorni", si è tenuto un incontro sulla breccia ossifera del Monte Peglia (su cui proprio "Tam Tam" aveva richiamato mesi fa l’attenzione), con relativa escursione alla grotta che nel 1955 ha rivelato importanti tracce preistoriche.
All’incontro, la cui notizia è apparsa solo a ridosso dell’evento, sono intervenuti i cittadini che hanno avuto il tempo e il modo di informarsi, alla presenza del sindaco Francesca Valentini, dei rappresentanti della Sovrintendenza ai beni archeologici, del Corpo Forestale dello Stato e della Cooperativa Terra.
Non sono stati invitati gli autori del filmato in DVD sull’argomento (visionabile anche sul nostro sito, ndr), recentemente messo a disposizione del Comune, che si sono adoperati per far conoscere la realtà con le sue importanti valenze scientifiche e divulgative.
E’ importante, comunque, che siano stati presenti “quelli che contano”. Confidiamo infatti nel loro impegno “per valorizzare, tutelare, conservare questo importante sito” e attendiamo il “cosa”, il “come” e il “quando”. Amici di Poggio Spaccato

23 luglio 2007
L’arte è libera espressione, altro che le feste di rum e pera!

Gli amici “culturali” della Fiamma Tricolore, con toni e termini che richiamano le dichiarazioni del Ventennio, ci hanno fatto scoprire che: Giovanni Verga è stato uno dei primi “femministi”; chi parla dell’eccidio delle Fosse Ardeatine fa solo “spettacoli faziosi intrisi d’ideologia comunista” che perpetuano “l’odio” tra gli italiani; un gruppo di musicisti che gira per l’Italia con un camioncino ad incontrare i lavoratori sfruttati è contro la “riappacificazione nazionale” e rappresenta un’Italia che “non ha il coraggio di guardare dentro se stessa”; l’orchestra Casadei, un regista come Franco Miseria o la stessa Simona Marchini sono pericolosi rivoluzionari “comunistoidi”. Per non parlare poi dei giovani che hanno partecipato agli stages e che si sono poi esibiti sul palco… brigatisti!
Fiamma Tricolore è a pieno titolo nell’Amministrazione, il sindaco Ruggiano è forse d’accordo con voi sul Todi Arte Festival, anche se ha usato parole più accondiscendenti e non ha lesinato complimenti alla stessa Marchini? Sarebbe interessante sentire la sua voce. Il nuovo Assessore alla cultura che ne pensa? Ed i vostri alleati “moderati”?
Agli amici della Fiamma, che sottopongono i cittadini tuderti a infelici esternazioni, ricordiamo che l’arte è innanzitutto “libera espressione”, che per sua natura raccoglie e sviluppa temi e contenuti diversi. E’ questa la Todi che hanno in mente questi “intellettuali”, una città che non dà spazio alle idee e alle opinioni diverse dalle loro, credono che l’unica vera cultura da promulgare sia quella non pacifista, non femminista e non antifascista? La riappacificazione nazionale passa esclusivamente per gesti concreti, quali la condivisione di valori come l’antifascismo e la Resistenza, sui quali si basano la Repubblica e la nostra Costituzione, non certo richiamando nei manifesti le “squadracce del cuore”! Quelli che gli amici della Fiamma chiamano “disvalori della sinistra”, sono in realtà i valori su cui la nostra nazione ha potuto trovare la propria unità e su cui si basa la nostra cultura. Non si tratta di interessi di parte: quando parliamo di antifascismo, di problemi dei lavoratori, del valore universale della pace e di condizione femminile, dobbiamo poter parlare a tutti. Oppure ci basterà organizzare infinite feste a base di “rum e pera” con special guest d’eccezione, per sentirci tutti italiani?l
Sinistra Giovanile Todi-Massa Martana

22 luglio 2007
Riqualificazione di Ponterio: le priorità "oltre l’argine"

Sembra quasi l’ironia della sorte che in questi giorni di caldo torrido del piano di riqualificazione di Ponterio e degli strumenti o interventi per attuarlo. L’ironia appare ancora più evidente quando il discorso scende sugli interventi per renderlo non esondabile. Ebbene, occorre ribadire la assoluta non contrarietà ad un piano di riqualificazione, ma con altrettanta fermezza la contrarietà ad alcuni interventi in esso previsti.
Appare perciò condivisibile la preoccupazione espressa dagli abitanti di Pian di San Martino, come appaiono condivisibili le perplessità di molti abitanti di Ponterio. Personalmente ritengo giusto e doveroso rappresentare anche quelle, ancora non manifeste apertamente, degli abitanti della fascia di territorio che va da Ponterio sino a Pontecuti utilizzando la strada che costeggia il Tevere , che essendo esondabile e per di più alle Pendici del Colle non ha trovato mai una sistemazione decente. Ora con la prevista realizzazione dello sbarramento delle acque del Tevere sul versante di Ponterio sarà ancora più difficile.
Ponterio ha bisogno prima di tutto di più verde, di una migliore viabilità, di riqualificare alcune strutture, recuperandone la volumetria e destinarle ad alti usi. Non si possono escludere altri interventi ma senza alterare le priorità. Ottavio Nulli Pero

22 luglio 2007
La Cisl a proposito dell’assenteismo ospedaliero

Alcuni commenti di questi giorni sono critici nei confronti del sindacato, reo di avere reagito in maniera flebile alle gravi vicende dell’assenteismo all’Ospedale Perugino e di essersi affrettato ad alzare gli scudi per difendere i lavoratori del Sistema Sanitario che fanno il proprio dovere.
Mi si dovrebbe spiegare per quale motivo il sindacato non si dovrebbe preoccupare che fatti cosi gravi possano infangare e compromettere l’onore dei tanti operatori della sanità che svolgono con impegno e serietà il loro lavoro, facendo il possibile per garantire prestazioni dignitose e cercando anche di rimediare alle disfunzioni organizzative del servizio. lnfatti sono questi lavoratori la parte lesa, in questa vicenda, insieme ai cittadini ed utenti che vengono danneggiati nel loro diritto a ricevere un servizio qualificato e tempestivo e non solo la dirigenza che comunque avrebbe dovuto controllare e intervenire prima ancora dei N.A.S.
E’ per questo che la CISL esprime tutta l’indignazione per quanto accaduto e rinnova l’auspicio che la magistatura concluda in tempi rapidi il proprio compito e la giustizia punisca chi ha commesso reati.
Cisl Umbria

22 luglio 2007
Epifani: "L’Etab Todi mi querela? Non mi intimidiscono: è una storia che si ripete"

In relazione all’esposto presentato da Mario Epifani circa una vendita effettuata dall’Etab di Todi e alla comunicazione dello stesso ente di aver dato mandato ad un legale di tutelare la propria onorabilità, riceviamo e pubblichiamo.
La storia si ripete. Avvenne così anche nel 1984, quando il Presidente Lucaroni, delle allora I.I. R.R. B.B., con tutto il Consiglio d’Amministrazione mi querelò per le pesanti accuse che avevo loro mosso a riguardo di un’alienazione di terreni (guarda caso sempre a Pantalla). Ma il Tribunale mi assolse con formula piena, sentenziando: “Le circostanze relative alla vendita dei terreni in questione, così come riferite, sia nello scritto affisso in bacheca del MSI di Todi, che nell’articolo apparso sul Corriere dell’Umbria, sono risultate vere".
Allora mossi accuse precise e pesanti e la difesa di coloro che erano coinvolti, non poteva che produrre la reazione di una querela. La storia si ripete ed il sottoscritto, confidando nella Magistratura, aspetta di essere querelato, per cosa non mi è dato capire. La differenza tra le due vicende sta nel fatto che, in questa odierna, io non ho accusato alcuno di nessun reato. Ho soltanto esternato, alla Procura della Repubblica di Perugia, le mie perplessità sullo svolgersi degli eventi, rimettendo al suo giudizio l’accertamento di eventuali reati commessi.
Tali perplessità non sono altro che lo specchio di quanto si evince dagli atti amministrativi dell’ETAB, atti concernenti la vicenda in questione, che ho ottenuto dall’Ente in seguito a regolare richiesta scritta. Tentare di intimidirmi, per ostacolare il diritto di espletare la mia funzione istituzionale di consigliere comunale, questo sì, potrebbe essere un reato. Mario Epifani

21 luglio 2007
Telefonini: meglio cambiare, nè? (ma non le tariffe!)

Dopo gli aumenti tariffari di altre società telefoniche (Wind), anche la società 3 Italia (gruppo Hutchison Whampoa), ha deciso, dal 1 settembre 2007, di adeguare i propri piani tariffari. Così, ad esempio, i vecchi clienti che avevano una tariffa Super Tua Più, vedranno aumentare il costo delle chiamate da 0,10 a 0,12 centesimi di euro al minuto, con un aumento contestuale dello scatto alla risposta da 0,15 a 0,16. Anche l’invio di SMS aumenterà da 0,10 a a 0,12. L’autoricarica, cioè il traffico in entrata che autoricaricava il credito del cliente, invece, viene dimezzata da 0,10 a 0,05 al minuto. Aumentano i costi e si dimezzano i benefici. Aumenti simili e, quindi, rilevanti, per tutte le altre vecchie tariffe. E se il cliente non è d’accordo non importa, può sempre cambiare operatore telefonico (alle medesime, peggiorative, nuove condizioni tariffarie).
Prima del caso Wind non era mai capitato che un operatore mobile cambiasse una tariffa anche agli utenti che l’avevano già sottoscritta, ma è una possibilità prevista dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche, se l’operatore dà 30 giorni di preavviso durante i quali l’utente può decidere di rifiutare il cambio e quindi di passare a un’altra tariffa o operatore. Dunque è meglio cambiare tariffe, magari aumentandole. Ma per i consumatori?
Ci chiediamo se la cosiddetta seconda “lenzuolata” Bersani (decreto legge n.7, recante «misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese») abbia, in questo caso, favorito i consumatori, in quanto sono stati eliminati i costi di ricarica delle schede telefoniche, ma al contrario le stesse società telefoniche si sono immediatamente adeguate, aumentando di oltre il 20% le tariffe precedentemente applicate.
A Repubblica.it, Enzo Savarese, consigliere dell’Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom), rispetto all’aumento delle tariffe operato da WIND, aveva detto: "In un libero mercato il nostro potere è quello di assicurare la trasparenza dei prezzi, non di imporli agli operatori. Certo, se tutti gli operatori aumentassero di concerto le tariffe potrebbe scattare un’indagine dell’Antitrust. Ma non è successo". Quello che le associazioni dei consumatori temevano sta accadendo. Autorità AGCOM, Antitrust e Ministero delle Comunicazioni dovranno aprire necessariamente un’inchiesta, in quanto aumenti sulle tariffe coincidenti con l’eliminazione del costo di ricarica sono un’evidente elusione dello spirito e della lettera della norma. Maurizio Pierdomenico

20 luglio 2007
Sulla consulta per il turismo di Todi

Il sindacato rivendica un ruolo in una Consulta di cui non si sa ancora quali saranno i compiti precisi, e avvalora il proprio diritto a far parte della Consulta solo in base al fatto che la Regione gli ha attribuito un ruolo “relativamente alla individuazione del calendario delle aperture domenicali e festive” degli esercizi commerciali.
In un Paese normale, ci si dovrebbe meravigliare della pretesa di avere ruoli anche senza sapere:
a) quali compiti saranno attuati; b) quali competenze saranno richieste; c) quale contributo si potrà dare.
Però è sotto gli occhi di tutti il progressivo “sconfinamento” del sindacato verso attività e ruoli impropri, mirati anche al sostentamento dell’apparato oltre che al miglioramento delle condizioni dei lavoratori ISCRITTI (e sottolineo questa parola perché non va dimenticato il fatto che la rappresentanza complessiva dei sindacati non copre che una parte delle varie categorie di lavoratori).
Nati per tutelare i lavoratori, ora si occupano anche di CAAF e soprattutto di Fondi Pensione (è ancora fresco l’esproprio del TFR grazie all’indecente procedura governativa del silenzio assenso).
Ma il campo in cui hanno dato la miglior prova di sé è quello della tutela dei sindacalisti.
E’ infatti sotto gli occhi di tutti la lunga lista di carriere eccellenti, fatte da persone, peraltro stimabilissime, che hanno come unica voce curriculare l’appartenenza al sindacato (partendo dalle più alte cariche istituzionali, per scendere a parlamentari europei e nazionali, fino a qualche sindaco nostrano).
Nessuna meraviglia quindi che il sindacato voglia avere un ruolo nella Consulta, in un Paese che la concertazione ad oltranza, l’accordo ad ogni costo, l’esaltazione del compromesso hanno portato sull’orlo del dissesto, non solo finanziario ma sociale: nessuno parla più di meriti, responsabilità, doveri, ma solo di diritti.
Quando si scoprono magagne come quella del Silvestrini, tutti sono subito pronti a precisare che si tratta di poche mele marce, senza mai fare un mea culpa sulle responsabilità che ha anche il sindacato quando per principio difende certi lavoratori fannulloni o disonesti, anche se hanno comportamenti indifendibili.
In un panorama desolante in cui si costituiscono tavoli in cui si discute di tutto e senza costrutto, non è quindi strana la pretesa del sindacato di avere un posto, tanto per esserci.
Sarebbe molto strano invece se il neo-Sindaco assecondasse la pretesa. Infatti dalle dichiarazioni dell’Avv. Ruggiano la Consulta, specie su un settore che non è stato delegato ad alcun assessore, deve avere un ruolo tecnico e non politico, ed i suoi componenti quindi devono avere competenza, capacità di analisi, concretezza nell’ elaborazione di proposte.
Naturalmente non va escluso a priori che all’interno del sindacato ci siano persone che hanno queste caratteristiche, e che semmai possono essere chiamate nella Consulta in quanto esperti e non solo perché rappresentano un’organizzazione sindacale. Maurizio Giannini

19 luglio 2007
L’Uncem Umbria apprezza la riforma delle Comunità Montane

La nuova legge approvata la scorsa settimana dal Consiglio regionale che ha ridotto il numero delle Comunità Montane da nove a cinque proponendo aree omogenee più estese, ha, nel contempo, riconosciuto l’importanza del ruolo che questi enti svolgono sul territorio e la necessità della loro presenza per superare i disagi storici della montagna, per la tutela ambientale, per la salvaguardia del paesaggio. Una legge che ha preceduto di un giorno il disegno di legge del Consiglio dei Ministri, deciso a classificare montani solo i Comuni con altitudine superiore a 600 metri di altitudine.
Abbiamo sempre seguito i lavori regionali con spirito collaborativo consapevoli che una riforma fosse necessaria per definire caratteristiche, competenze e assegnare risorse certe e adeguate ai nostri enti. Sono stati i nostri enti a inaugurare il nuovo corso nell’assetto della pubblica amministrazione in Umbria: ora il nostro esempio venga seguito per offrire riferimenti e servizi chiari ai cittadini.
Ad approvazione avvenuta, e in attesa della promulgazione della legge, apprezziamo il riconoscimento espresso alle Comunità Montane di enti promotori dello sviluppo della montagna e il trasferimento a esse delle funzioni sulla programmazione e la gestione dei Parchi naturali regionali. Giudichiamo positivamente la definizione di ambito per l’esercizio associato delle funzioni operative di protezione civile e la garanzia da parte della regione di accompagnare con stanziamenti in bilancio l’eventuale mobilità del personale in eccesso, oltre alla possibilità per i comuni con popolazione superiore ai 25.000 abitanti di poter rientrare a far parte della Comunità Montana dietro consenso dei più piccoli.
L’invito alla Regione è ora quello di continuare a lavorare bene per evitare il rischio, a cui questa riforma potrebbe far pensare, di considerare le Comunità Montane come semplici enti strumentali e non istituzioni dotate di autonomia e missione specifica, chiamate a risolvere e attenuare i disagi dei cittadini che vivono in un determinato contesto geografico e sociale. Questioni, queste, tanto più importanti in Umbria, dove la montagna e la ruralità contribuiscono in maniera determinante a tratteggiare le peculiarità della regione.
In definitiva, ora che anche il numero è stato ridotto, si chiedono risorse adeguate per lo svolgimento delle funzioni attribuite e finanziamenti certi, che non possono essere disposti venti giorni prima dell’approvazione dei bilanci di previsione, ma condividendo i piani di sviluppo socio economico che le Comunità Montane sono chiamate a elaborare.
Agnese Benedetti
Presidente Delegazione Uncem Umbria

18 luglio 2007
Per Pian di San Martino, destra o sinistra non cambia niente

Tra pochi giorni l’Amministrazione comunale di Todi deve decidere se dare o meno avvio al piano attuativo iniziativa pubblica di cui all’articolo 22 della Legge Regionale n. 11/05 promosso dal Comune di Todi e relativo alla riqualificazione dell’abitato di Ponte Rio, messo a punto dalla precedente Amministrazione di sinistra.
Per coloro che non conoscono il luogo, Ponte Rio è un agglomerato di piccole case situato ai piedi della bellissima collina di Todi in direzione nord verso Perugia sorto negli anni 50-60 senza nessun criterio architettonico e urbanistico, privo di viabilità, in cui solo recentemente sono sorte strutture più grandi sedi di appartamenti, esercizi commerciali, e banche.
La vecchia Amministrazione ha pensato di riqualificare questo quartiere eliminando piccole attività artigianali che si trovano in questo borgo e costruire al loro posto ancora abitazioni pubbliche e private, nuovi esercizi commerciali ed altro.
L’attuazione di tutti gli interventi contenuti nel Contratto di Quartiere è subordinata alla realizzazione dell’argine di protezione del fiume Tevere (costo presunto euro 330.000,00) per eliminare il vincolo di esondabilità che grava su tale zona.
Sia i politici che i progettisti non hanno pensato che questo gigantesco serpentone che si snoderebbe nella valle a destra del Tevere, oltre che a deturpare gravemente il paesaggio cambiando la naturale conformazione del territorio, che fra l’altro ricade nel Parco fluviale, danneggerebbe ragionevolmente nel caso di eventuali esondazioni del fiume (peraltro per niente eventuali visto che l’ultima è avvenuta a novembre 2005) Pian di San Martino, altra bellissima frazione situata in sulla sponda sinistra in corrispondenza di Ponte Rio.
Ci preme ricordare ai signori politici che Pian di San Martino è l’unica frazione storica del territorio Tuderte (vedi citazione opuscolo “Circuiti del paesaggio” redatto dallo stesso Comune) abitata fin dall’antichità da etruschi e romani come dimostrano le scritte lapidee sui portali dei quattro castelli medioevali che formano il paese.
A questo progetto è stata già fatta opposizione in passato da più parti, ma nessuno si è voluto mai confrontare con i cittadini.
Quest’anno il 10 giugno c’è stata a Todi una svolta storica, dopo 60 anni questa città ha un’Amministrazione comunale di destra nella quale molti cittadini hanno creduto pensando che con essa si potesse aprire una nuova era nella gestione della cosa pubblica. Purtroppo, almeno su questo argomento, ancora delusione per molti cittadini perché di fronte ad un malloppo di 30 milioni di euro erogati dalla Comunità Europea, nessuno si tira indietro nessuno si chiede se questo investimento di denaro pubblico sia vantaggioso per il territorio.
“Trenta milioni di euro non li possiamo perdere” rispondono gli amministratori attuali ai cittadini che li interrogano, poi in corso d’opera si vedrà.
Ma noi cittadini siamo stanchi di vedere opere iniziate e mai finite, preferiremmo che si facessero piccole opere che servono a tutti e non solo ad arricchire alcuni attraverso speculazioni edilizie e le casse comunali attraverso la tassazione locale. Tanti possono essere i metodi per eliminare l’esondabilità per tutti e riqualificare un territorio, basta avere la volontà e la capacità di farlo.
Lettera firmata a nome di un costituendo comitato di cittadini

17 luglio 2007
San Venanzo in Internet: una presenza veramente… virtuale

La trasparenza è il primo indicatore di qualità nel rapporto tra istituzioni locali e cittadini, un fattore in base al quale si possono valutare, nel bene e nel male, le scelte compiute dai governi municipali. Forti di questa considerazione alcuni cittadini sono andati a cercare nella rete internet il sito ufficiale del Comune di San Venanzo, ma hanno trovato una scatola semivuota perché vi si trovano: l’elenco dei consiglieri di maggioranza e di minoranza, i nomi di sindaco e assessori, l’elenco delle associazioni presenti nel territorio. Infine un bel disegno raffigurante la città di San Venanzo medioevale .
Collegandosi al sito di altri Comuni della zona (basti citare Porano) è invece possibile consultare gli ordini del giorno del Consiglio comunale, le deliberazioni della Giunta, i termini di pagamento e la tariffa dell’Ici, i piani regolatori, le modalità di richiesta dei certificati, i numeri telefonici dei diversi uffici e gli orari di apertura al pubblico, le attività sul territorio e molte altre cose ancora.
Navigando in rete non è difficile scoprire che per l’aggiornamento di un sito di base è sufficiente istruire un dipendente comunale: si tratterà di collocare nel web i testi di quello che hanno già scritto al loro computer per le necessità di ufficio. Se si hanno ambizioni ulteriori (comunque il primo passo appena indicato si deve fare da subito) esistono dei finanziamenti regionali, statali, europei: qualcuno ha sentito parlare di e–governement e del progetto già finanziato dall’Umbria tramite il Sir (Sistema informatico regionale)?
In questo modo il cittadino potrà essere finalmente informato su quello che fa il proprio Comune senza doversi muovere da casa.
Ultima notazione: dato che i lavori di ristrutturazione del palazzo comunale sono prossimi alla conclusione, ci facciamo interpreti di un desiderio abbastanza diffuso: oltre ad apprezzare il “restyling” architettonico degli uffici, vorremmo usufruire di questo servizio di trasparenza magari collocando un terminale–totem proprio nell’atrio del nuovo Municipio. E’ forse questa una richiesta fuori luogo ?
Alcuni cittadini attenti

16 luglio 2007
Il sito del Todi Arte Festival fa venire voglia di andare al mare

Da turista ho provato ad organizzarmi per il Todi Arte Festival ovvero quali spettacoli ci sono, prezzi ecc.. sul sito www.todiartefestival.it. Non per essere polemici a tutti i costi, ma penso che un’altro si sarebbe rotto le scatole e sarebbe andato al mare…
1. Non è possibile scaricare una brochure in pdf con il programma perchè NON ESISTE.
2. Devi ricostruirti il programma a mano giorno per giorno non ti puoi stampare il tutto ma devi pazientemente copiare ed incollare giorno per giorno…
3. Dopo che hai fatto il tuo programma vuoi sapere i costi? Bene (anzi male) devi andare su un’altra pagina e lavorando di pazienza devi incrociare i costi con il programma degli spettacoli che ti sei costruito.
4. Finito? NO. Cerchi lo spettacolo gratuito delle ore 18.00 – Teatro Comunale HANAN AWWAD STEFANO LEVI DELLA TORRE Dai monologhi di guerra ai dialoghi di pace – indicato nel listino prezzi per il giorno martedi 17 Luglio 2007… ma non lo trovi perchè sul programma è indicato al giorno lunedi 16 luglio 2007 al Monastero delle Lucrezie! Dove lo fanno?
5. Il film "Come le formiche" all’Arena Francisci di mercoledi 18 luglio 2007 ore 21.30 è GRATIS?
6. Chiedo come si svolge questa simpatica e bizzarra combinazione tra: ore 22.00 – Piazza del Popolo ORCHESTRA CASADEI Gara di ballo finale TUTTI INVITATI – GRATUITO e ore 22.00 – Piazza del Popolo LE MILLE E UNA NOTTE IN UNA NOTTE Saggio del Laboratorio Teatrale a pagamento.
Dopo questo speriamo che ci sia almeno qualche spettatore ….
Maurizio Pierdomenico

15 luglio 2007
Bastardo: sui rifiuti la Fiamma Tricolore protesta in piazza

La Fiamma Tricolore di Giano dell’Umbria scende in piazza nella mattina di mercoledì 18 luglio nella frazione di Bastardo per sensibilizzare le istituzioni comunali riguardo il problema della raccolta e gestione dei rifiuti. Risultano infatti inconcepibili tre aspetti, dai quali partirà la nostra azione di protesta e si fonderà la nostra volontà di proposta, chiamando i cittadini stessi a firmare per dare forza alle nostre idee e portarle nel Consiglio comunale:
1) L’incapacità di fare fronte all’accresciuta mole di rifiuti domestici presente nei mesi di luglio ed agosto, in concomitanza con il periodo di maggior turismo ed afflusso di popolazione per il comune, causato principalmente dalla presenza nei mesi estivi di decine di famiglie che hanno la seconda casa nel territorio comunale, che causa una perenne insufficienza di ritiro dell’immondizia, spesso abbandonata al di fuori degli appositi contenitori. È infatti difficile pensare che sia possibile incrementare il turismo, vero motore dell’economia locale in questo periodo, vetrina della bellezza della nostra terra, offrendo spettacoli di cassonetti pieni di ogni sorta di rifiuti, il cui odore pregnante è aggravato dal caldo, mentre per tutto il resto dell’anno questi problemi non si presentano. Consideriamo pertanto urgente una maggiore attenzione su tale problematica.
2) La poca informazione riguardo l’importanza e la valorizzazione di una cultura ambientale rivolta ai cittadini, soprattutto quelli più giovani, che sproni ad usufruire dei punti di raccolta differenziati per i diversi tipi di rifiuti: è necessario che questa pratica sia diffusa ed incentivata in tutti i modi, affinché ogni cassonetto vada a contenere solo ed esclusivamente i rifiuti per i quali esso è predisposto.
3) Consideriamo prioritaria la riapertura di un punto di raccolta di rifiuti non inclusi nelle categorie ordinarie, come quello che vi era fino a qualche anno fa in Bastardo, dove sia possibile per tutti poter far confluire tutti quei rifiuti che non è possibile gettare nei cassonetti per i rifiuti domestici, cartacei, di plastica o di vetro.
Bisogna fornire ai cittadini la possibilità di liberarsi da oggetti metallici, legnosi, materiali di scarto di dimensioni medie o addirittura grandi, senza per questo dover fare chilometri alla volta di analoghe strutture nei comuni vicini o aspettare mesi – a volte anche invano – prima che i servizi della nettezza urbana provvedano a questi bisogni, previa prenotazione telefonica. Questa mancanza è particolarmente sentita nelle frazioni più isolate.
La partecipazione dei cittadini in tal senso è ovviamente fondamentale: ma attualmente riscontriamo la mancanza di tali strutture, che porterebbero un notevole beneficio all’intera comunità residente, a quella che risiede temporaneamente nel territorio comunale, alla gestione dei rifiuti, al loro smistamento ed all’economia tutta.
Purtroppo la situazione appena dipinta non è rosea, né tanto meno campata in aria: tutti ne possono prendere visione con i propri occhi e per chiunque non vuole o non vorrà accorgersene, siamo pronti a mettere a disposizione un corposo materiale fotografico.
In un territorio bello, sano e naturale come il nostro, ancora in buona parte privo di dannosi agenti che infestano altre zone, come il massiccio inurbamento, la sovrappopolazione, gli scarichi industriali ed altro ancora, non possiamo permettere che si vedano margini stradali con sporcizia tipicamente domestica, fossi e canali intasati a causa di rifiuti di difficile smaltimento, abbandonati in quanto impossibilitati ad essere dirottati in appositi punti di raccolta.
Il nostro patrimonio naturale ed ambientale deve essere mantenuto incontaminato per la salute nostra, di quello che mangiamo e beviamo e per il futuro delle generazioni che verranno.
Le multe non bastano: bisogna adoperarsi con l’informazione e con tutti i mezzi disponibili!
All’evento da noi organizzato, prenderanno parte consiglieri comunali dell’opposizione alla Giunta di centro sinistra, così come una delegazione di membri della Fiamma Tricolore di Todi, capeggiata dall’assessore Bertini. Il segretario di sezione
Jacopo Barbarito

13 luglio 2007
Todi: i soldi in Comune ci sono o non ci sono!

La lettura del bilancio ha determinato due scivoloni sia della maggioranza che dell’opposizione.
A me, cittadino comune, non interessa se qualcuno deve andare a ripetizione di matematica o meno interessa sapere nella sostanza se il danaro c’è o no. E’ un classico che chi subentra in un governo affermi di trovare i conti in dissesto e chi esce che non si è saputo leggere i conti ma ora basta. Penso che di queste schermaglie ne abbiamo piene le tasche.
Se è vero che esiste un avanzo di circa euro 500.000 (un miliardo di vecchie lire) non è un merito. Perchè sono avanzati? Perchè si risponde sempre che non ci sono fondi per tanti interventi? Che fine faranno? Quanti saranno utilizzabili per interventi pubblici? O sono solo operazioni contabili? Una buona amministrazione dovrebbe chiudere con al massimo 50.000 euro di avanzo (per emergenze) altrimenti non ha amministrato bene. Se è vero il contrario se ne renda conto senza giochi e schermaglie verbali o peggio interventi saccenti e vuoti. I soldi sono soldi o ci sono o non ci sono.
Maurizio Pierdomenico

12 luglio 2007
Lettera aperta dei DS al capogruppo di AN

Il centrosinistra è rimasto davvero estasiato nonchè meravigliato dalle “dotte” dissertazioni sul bilancio del Comune di Todi del capogruppo di An in Consiglio Comunale. Avendo preso atto dei consigli che così cortesemente ci ha rivolto, non tralasciando elegantemente di ricordarci l’esito del voto del ballottaggio (risparmiandoci però il “non ce vonno stà”), di cui, proprio in questa occasione, ne abbiamo ancor più la triste consapevolezza per le conseguenze che ne dovrà subire la città.
Seguendo immediatamente i suoi consigli, ci siamo messi a studiare. Purtroppo abbiamo dovuto subito constatare che anche Ella ha bisogno di qualche piccolo consiglio per passare il tempo durante la meritata pausa estiva. Per l’appunto Le dobbiamo consigliare vivamente di approfondire attentamente quella parte che sovrintende la “Contabilità Pubblica”! Infatti dal suo dotto intervento sembra trasparire una “leggera confusione” fra il “conto economico dei bilanci delle aziende private”, con le risultanze finanziarie del bilancio di un Comune (quale Ente pubblico, esso ha una specifica disciplina normativa e legislativa!).
Forse essendoLe sfuggito questo particolare, che non è di secondaria importanza, pur non volendo passare per dei pignoli, Le assicuriamo che il Conto Consuntivo dell’anno 2006 presenta un avanzo di amministrazione e più precisamente che è di 569 mila euro!
Ma siamo certi che la colpa di tutto ciò può essere tranquillamente addebitata alla lunga serie di contro deduzioni che abbiamo fatto alla conferenza di mercoledì 4 luglio (a proposito a quando la prossima visto che quella di mercoledì 11 luglio è stata rinviata a data da destinarsi?) che l’avranno frastornata un po’ dal momento che Lei è nuovo all’attività amministrativa di Todi. Ma sappia che i cittadini di Todi sono molto comprensivi con tutti e sicuramente La perdoneranno volentieri per queste “sviste”. Quando tornerà dalle vacanze potrà sicuramente dare tutto il meglio di sè, qualora sottrarrà al meritato riposo estivo qualche ora per la contabilità pubblica, la matematica, la ragioneria e l’aritmetica. Per ora Todi la rimanda a settembre, buone vacanze. Coordinamento DS Todi

12 luglio 2007
Todi: bilancio sì, bilancio no, nella terra dei cachi…

Il botta e risposta di questi giorni sul bilancio del Comune per il 2006 non può non destare interesse. L’aspetto che più mi colpisce è il ritrovato e stranamente rinvigorito blaterare del centrosinistra. Dico ritrovato perché per qualche settimana, dopo la sconfitta elettorale, i musi erano talmente lunghi che preferivano tenere chiusa la bocca per non dar l’impressione di somigliare troppo al tapiro di Striscia. Stranamente rinvigorito perché è bastato averli punzecchiati un po’ per vederli di nuovo far voce grossa come da sempre abituati.
Sicuramente un bilancio non può dar adito ad interpretazioni, ma basta saperlo leggere per capire i risultati. Probabilmente può essere “interpretata”, in fase di stesura del bilancio stesso, la posizione di alcuni numeri: non sempre passività e/o attività sono così ben definite.
Quello che mi piacerebbe sapere, e che andrebbe chiesto all’Amministrazione uscente ed ai suoi paladini che stanno sfoderando le armi bianche della difesa, è se davvero c’è un disavanzo, come l’hanno ottenuto. Cioè è il frutto di un’abile gestione, e qui ho dei fondati dubbi, o è stato, come accade per numerosi comuni in Italia, il risultato dell’abile manovra di gonfiare le spese presunte al momento del bilancio preventivo? Luca Cardaio

11 luglio 2007
Il cattivo esempio dell’elezione di Pizzichini

La elezione di Floriano Pizzichini, esponente socialista e segretario della sezione SDI di Todi, a presidente del Consiglio comunale di Todi, ottenuta con i voti dei consiglieri della destra è un cattivo esempio da non seguire. Rappresenta un tradimento della fiducia accordata dagli elettori che hanno votato il rappresentante
dello SDÌ nelle liste del centro sinistra. Niente può legittimare l’ottenimento di un incarico con i voti dei consiglieri della parte contrapposta.
Poiché il fatto è avvenuto, le dimissioni annunciate da Pizzichini sarebbero comunque tardive e, poiché condizionate da eventuali trattative nel centro sinistra generano il fondato sospetto che siano strumentali. Sta di fatto che l’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Todi, eletto nel centro sinistra gode della fiducia pressoché piena del centro destra, e ciò non è un bel segnale.
Tale vicenda se serve a danneggiare ancora di più il centro sinistra tuderte non giova affatto alla causa dei socialisti, oggi impegnati nella Costituente. Cioè nella costruzione di una nuova formazione socialista e liberale che si ponga quale autorevole punto di riferimento e forza di governo nel sistema politico italiano,
nell’ambito del socialismo riformista europeo. A nessuno servirà, e potrà avere solo vita breve, un partito socialista "corsaro" che, al contrario, si periti tra anatemi e scomuniche, voti incrociati e scorribande a destra, in lotta per la sopravvivenza.
Poiché siamo concretamente impegnati nel processo della costituente socialista e poiché, personalmente, ho portato il mio contributo alla causa del centrosinistra tuderte e il sostegno al candidato Servoli, auspico che anche una vicenda così traumatica e negativa spinga, alla fine, i dirigenti politici del centrosinistra alla riflessione e non ad inutili, quanto dannose, vendette post-elettorali.
Parrebbe, infatti, utile che si avvii un serio dibattito sulle ragioni della sconfitta, che sono anche a prima vista complesse e molteplici e mostrano tutta la difficoltà e il ritardo della sinistra di cui si giova, non per propri meriti, la destra.
Si pensi a questo proposito, solo per citare un aspetto che mi pare sia sfuggito agli analisti politici, al clima di incertezza che si è generato nei militanti e negli attivisti delle formazioni del centro sinistra, alla apertura dei cantieri (partito democratico, costituente socialista e sinistra democratica) che vedono oggi
fortemente impegnati tutti i partiti e che promettono un cambiamento della geografia politica della sinistra nel giro di poco tempo. Tale situazione induce un senso di precarietà e trasformazione che, finora, impegna più gli addetti ai lavori su questioni interne, mentre li distoglie dal principale lavoro politico di
partecipazione e mediazione sociale e di ricerca del consenso fra i cittadini e gli elettori.
Ovviamente, se questa transizione si prolungherà oltre tempo e se i risultati non saranno quelli attesi, quella che oggi è una crisi acuta del centro sinistra potrà diventare un malattia cronica con effetti certamente non auspicabili per la sinistra.
Franco Cocchi

8 luglio 2007
La frana di Assisi come quella di Todi o il periodico prosciugamento del Trasimeno

Ormai è noto a tutti che il malcostume politico italiano viaggia sulle ali delle progettazioni facili e ben remunerate e non più le vecchie bustarelle d’altri tempi, ne è un esempio in Umbria la frana di Torgiovannetto di Assisi dove una valanga di soldi sono stati spesi non per mettere in sicurezza la montagna ma per fare studi su studi, spesso doppioni o impossibili da realizzare perché troppo costosi da realizzare.
Invece di passare all’azione si studia in eterno come depauperare il tesoretto stanziato prima dalla Protezione civile ed ora dalla Provincia, soldi pubblici che finiscono nel nulla ed ai cittadini non resta che fare processioni religiose visto che su questa terra, per vie normali e pacifiche, non ottengono niente.
E’ una storia che è la fotocopia di molte altre: le decennali vicende della Pievaiola che ha inghiottito miliardi su miliardi, la frana di Todi o il periodico prosciugarsi del lago Trasimeno ed i conseguenti lavori.
Nella frazione di Assisi i cittadini riunitisi in comitato sono esasperati al massimo e ritengono, vista l’impotenza della politica locale, che riprenda tutto in mano la Protezione civile ed assicuri la riapertura della strada oppure si utilizzino tecnici di loro fiducia e per giunta gratis per le casse pubbliche. Ma come in un gioco di specchi le carte passano da Firenze a Perugia, da Perugia ad Assisi ed infine ora ritornano a Firenze; e con le carte passano i soldi che si perdono in mille rivoli ma non per costruire un argine alla frana che sembra neppure tanto minacciosa.
Naturalmente la Corte dei Conti non ha nulla da ecccepire, sembra in gravi faccende affaccendata, né altre autorità sentono il bisogno di alzare un velo su questo sperpero di nostri soldi che hanno già raggiunto la ragguardevole cifra di 4,5 milioni di euro. E questo è uno scandalo nello scandalo.Lo stesso ministro delle Infrastrutture Di Pietro, che di questa vicenda (come della dimenticata variante di Tavernelle) si è più volte occupato, alza le braccia disarmato ed impotente e per questo come per tanti altri scandali che funestano la nostra Penisola afferma sconsolato che solo un ciclone ben più violento e radicale di ‘mani pulite’ potrebbe spazzare il malcostume dilagante in Italia e che coinvolge quasi tutti i settori della società. Alberto Laganà (segr. regionale Italia dei Valori)

7 luglio 2007
Tredicimilaseicentosettantanove… (netti)

E’ da molti anni che si sente parlare di guerra aperta agli sprechi e ai costi della politica. Sono usciti in proposito anche libri-denuncia che mettono in evidenza le cifre spaventose che la politica e i politici ingoiano. Ad ogni inizio di legislatura sembra sempre che ci sia un Robin Hood che fa sul serio per mettere riparo ad una situazione sempre più incontrollabile e sempre meno tollerabile. Tante chiacchiere, tanti buoni propositi, ma quando si tenta di mettere le mani sui portafogli gonfi, la guerra si sa è già persa in partenza. Se sono in molti ad allontanarsi sempre più dalla politica, una delle principali cause è anche la degenerazione morale della politica stessa.
Sprechi, privilegi e scandalosi stipendi che percepiscono non solo i parlamentari, ma tutti quelli che fanno parte di questa mastodontica casta, dovrebbero far arrossire dalla vergogna le segreterie nazionali dei partiti, che con il loro silenzio-assenso di fatto acconsentono il grande bivacco che si sta consumando sulle spalle di milioni di italiani.
Risulta che, per esempio, oltre ai rimborsi per telefono e spese di trasporto, un parlamentare percepisce uno stipendio mensile pari a 5.486 euro netti. Inoltre va aggiunta la diaria di 4.003 euro e altri 4.190 euro per il rapporto con gli elettori: in tutto sono 13.679 euro netti al mese. Per quanto riguarda gli europarlamentari, guarda caso, quelli che percepiscono compensi stratosferici sono gli italiani, con distacchi chilometrici rispetto ai rappresentanti degli altri Paesi.
Poi ci sono i governatori delle regioni e gli stessi consiglieri, che sono tutt’altro che disgraziatelli. Il loro stipendio, nel Lazio e in Sicilia, supera addirittura quello dei parlamentari. Splendidi e splendenti sono gli stipendi dei city-manager. Se si tenta di scrivere il loro compenso mensile in lettere si va sempre fuori pagina. Risulta essere di 53.680 euro lo stipendio del presidente della Gesenu di Perugia e poi a seguire ci sono quelli di APM e così via. Sono cifre spaventose, con ognuna delle quali, ad occhio e croce, ci si potrebbero pagare un centinaio di pensioni al minimo di un intero quartiere.
Questi sono solo pochi esempi rispetto alle mille pieghe che gli apparati dello Stato nascondono con incarichi strapagati. Destra, sinistra, centro. Così si predica bene ma si razzola male, molto male, anzi malissimo. Orazio Falchetti

7 luglio 2007
Cari Compagni, Berlinguer diceva…

Cari Compagni umbri, supposto che il termine Compagno non suoni offensivo alle vostre orecchie- alle mie di vecchio militante certamente no- vi scrivo queste due righe, per dire quanto segue: sono stato iscritto al P.C.I, P.D.S, e D.S dal 1974 al 1999 con incarichi di varia responsabilità.Oggi ho sessantuno anni e mia moglie è portatrice di grave handicap con riconoscimento d’invalidità del 100%.
Sono vari anni che vengo in villeggiatura sul Monte Peglia a San Venanzo (TR) perché si confà alle nostre necessità di persone anziane con gravi problemi di salute; ma, anche, per fare una sorta di “full immersion” nella cultura della sinistra di governo, della sinistra “che fa”, più che chiacchierare.
Figuratevi il mio stupore nel constatare che anche qui il degrado politico-sociale ha allineato questa terra meravigliosa al resto d’Italia. Ho scoperto che anche il trasporto pubblico,servizio sociale, va soggetto alla ferrea logica del bilancio; e così, ormai da tempo, sono stati soppressi i trasporti tra Marsciano ed Orvieto al chiudersi delle scuole. Ho letto interventi sui giornali ove si parlava di numeri insufficienti per mantenere i collegamenti.
La ragazza che aiuta mia moglie minaccia di andarsene, visto che, nei giorni di libertà, non può spostarsi.
Debbo privarmi del suo aiuto? Debbo andare a villeggiare altrove? O, piuttosto, come diceva un certo Enrico Berlinguer, la malattia, da tragedia individuale, dovrebbe divenire problema sociale?
Paolo Puglia (Roma)

6 luglio 2007
Nuova lettera di "Todi città aperta"

Tutto è stato detto e tutto sembra stato fatto: Sindaco, Giunta, Consiglieri e Presidente del Consiglio. Nessuno ad oggi però ha fatto una chiara analisi dell’attuale pantano politico nel centrosinistra. Di certo non potevamo aspettarcela da parte di certi politici data la loro demenziale parzialità… allora la facciano i cittadini visto che loro hanno votato e loro ne subiranno o beneficeranno le conseguenze…
I DS accusano i socialisti di aver boicottato Servoli (insieme a RC) e di puntare solo alle poltrone anche con l’aiuto della destra. SDI e Repubblicani accusano i DS di potere egemonico e di voler imporre i loro candidati in modo antidemocratico. La Margherita spera in una deriva centrista per poter magari piazzare l’amico del Vescovo da qualche parte. Rifondazione non ha ancora diffuso una sua analisi del voto nonostante il pessimo risultato.
Gli elettori di Todi, in maggioranza di centrosinistra, hanno rivotato i candidati in Consiglio Comunale, ma hanno bocciato sonoramente il NON-progetto politico presentato, la continuità di un Sindaco accentratore e di partiti non democratici, le solite facce che governano da anni per meri fini personali.
I giochetti di facciata, lo scarico delle responsabilità, le teoriche prese di posizione servono solo a invitare ad un rinnovamento di facciata con l’unico scopo di far sì che nulla cambi. Chi perde e fa perdere deve andare a casa. Servono facce nuove, servono partiti aperti a critiche e discussioni, serve il coinvolgimento dei cittadini sempre e non solo a ridosso delle elezioni, serve una politica al servizio di tutti e non dei singoli. todicittaperta@infinito.it

4 luglio 2007
Todi, Consiglio comunale: e allora mi arrabbio anch’io!

A seguito della elezione del presidente del Consiglio Comunale si sono arrabbiati tutti e lo faccio anch’io come semplice cittadino. Ma lor signori hanno compreso che i cittadini di Todi si sono arrabbiati da un pezzo, dimostrandolo chiaramente nell’urna elettorale? Hanno compreso che di tutte queste schermaglie ne abbiamo le scatole piene? Con tutto il rispetto per Romina Perni come si può pensare di avanzare la sua candidatura sostanziandola con la giovane età e sull’essere donna. Le donne non sono una razza protetta e in via di estinzione alle quali dobbiamo qualcosa in quanto tali. Al regista occulto di tale manovra è venuto in mente che il centrodestra, malgrado l’apertura, non avrebbe mai appoggiato un candidatura cosi marcata politicamente? A parti invertite avrebbero mai sostenuto una candidatura Epifani (rispetto a un UDC)? Dubito. Perchè a fronte di una percorribile richiesta di un candidato della Margherita non si è proceduto? Un pensiero cattivo percorre la mia mente, non è che forse nessuno si è voluto esporre sacrificando la Perni? Cambiare e rinnovarsi è impresa ardua e lunga e non mi sembra una buona partenza.
Due note di cronaca. Non so se sia possibile ma perchè non sono state annullate le due votazioni visto che erano a scrutinio segreto? La prima perchè il Dott. Servoli (tra l’ilarità generale) ha votato con la penna personale, malgrado il richiamo della segretaria comunale al voto a scrutinio segreto e che era disponibile una penna nera allo scopo. La seconda per la teatralità del voto di Pizzichini che ha consentito a tutti di vedere che votava "bianca" e a Epifani di far saltare il banco.
Maurizio Pierdomenico

4 luglio 2007
Lettera di un Ds al sindaco di Todi Antonino Ruggiano

Gentile signor Sindaco, vorrei rivolgerLe qualche domanda, davvero serenamente e con il sorriso sulle labbra come ci insegna Lei, in riferimento al Suo ultimo comunicato. So bene che, con una maggioranza consiliare teoricamente contro, Lei si trovi nella posizione di dover stimolare le divisioni all’interno del centrosinistra (che per la verità non hanno bisogno di essere stimolate!) e di poter approfittare di queste stesse divisioni, come fatto lunedì, per non doversi trovare sempre in minoranza appena mette piede in Consiglio. Ma questo Le sembra possa rientrare nel “nuovo modo di fare politica” che ha promesso ai cittadini? Gli accordi sottobanco, le improvvise convergenze, le “strane chiacchierate”, i voti scambiati o comprati, Le sembrano espressione del nuovo? Non odorano tanto di vecchio? Personalmente credo che fare, fin da subito, distinzioni tra “buoni” e “cattivi”, “facce brutte” e “facce belle”, non è accettabile da parte di chi dovrebbe essere il sindaco di tutti.
Vengo al nodo della questione: Lei, signor Sindaco, aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe guardato alle persone, divise tra perbène e non, alle loro capacità e professionalità, alle loro (cito da un Suo volantino) “caratteristiche morali e personali”, e non alle appartenenze politiche. Anzi dopo il primo turno ringraziava (cito sempre da un Suo volantino) “tutti i tuderti che credono nel valore delle persone e non si fermano ai simboli”. E invece è Lei oggi che si ferma ai simboli!! Ci viene a dire che uno dei Socialisti o uno dei Repubblicani va bene, uno di Rifondazione invece no, uno della Margherita va bene, uno dei Ds no, (dimenticando tra l’altro che questi ultimi due partiti hanno da tempo intrapreso un cammino comune, che li ha portati a liste e gruppi unici già da alcuni anni, e presto alla costituzione di un partito unitario).
E il tutto non in base al criterio delle capacità o delle caratteristiche personali, ma su quello della “moderazione”, valutata anche questa non personalmente, ma soltanto guardando le appartenenze ai partiti! Insomma, a dispetto delle promesse, Lei non guarda alle persone, ma ai partiti, al colore, alle tessere! E questo La porta a dire non “Romina Perni no e Floriano Pizzichini sì”, “Andrea Caprini no e Mauro Isacco sì” ma soltanto “uno dei Ds no e uno dei Socialisti sì”, “uno di Rifondazione no e uno della Margherita sì”!
In base a quale criterio Rita Petrazzoli, Pierluigi Contessa o Mauro Giorgi (tanto per fare qualche nome) sono più estremisti di Fabrizio Maria Alvi o di Carlo Rossini?, Perché Mauro Isacco è perbène e Stefano Cappelletti, con il quale Lei stesso si è complimentato per l’imparzialità, non lo è? Perché, secondo Lei, Romina Perni, elogiata per competenza e serietà anche da esponenti del suo schieramento in campagna elettorale, o Andrea Caprini, riconosciuto come persona onesta intellettualmente, non sono “persone equilibrate”, e Floriano Pizzichini lo è?
Lo sa tra l’altro, che il partito dei socialisti democratici a livello nazionale (a sentir loro) si ritiene più a sinistra del Partito Democratico? Quindi Pizzichini, seguendo il Suo modo di vedere, dovrebbe essere più estremista dei 7 membri del gruppo dell’Ulivo!!! Lo vede che è solo una distinzione di colori, di simboli? I Ds non sono “espressione di un centrosinistra moderno, riformista, aperto al dialogo”? O per Lei esistono ancora i “figli di un Dio minore”, esiste ancora quella conventio ad excludendum che credevamo sepolta? Non crede di essere offensivo nei confronti di quel 30% di cittadini circa che si riconosce in quell’area (Ds+Rifondazione) che Lei considera “non moderna”, “non equilibrata”, “non moderata”? La possiamo passare soltanto come una inopportuna gaffe di inizio legislatura, o pensa davvero di governare contro e di considerare “cattivo” quasi un terzo dei tuderti? Matteo Di Bello

3 luglio 2007
Io povero pensionato, loro ricca casta intoccabile

Ho letto su una rivista le lamentele di un giovane sposato con moglie e figlio a carico che diceva che con il suo stipendio non riusciva ad acquistare un modesto appartamento per vivere con la propria famiglia e che ora capiva perchè tanti giovani restano a convivere con la propria famiglia.
Contemporaneamente mi è stato regalato il libro “La Casta” di Sergio Rizzo, all’interno del quale sono elencati tutti, o quasi, i privilegi che i politici, o sarebbe meglio dire politicanti, sono capaci di fare per il loro esclusivo bene e interesse. A questo punto mi sono domandato fino a quando il popolo “sovrano”, che seguita a pagare tasse e balzelli, finalmente stanco, non insorgerà contro questi ingordi attaccati alle poltrone che seguitano a succhiare, come delle sanguisughe, i contribuenti. Fino a che non ho letto il libro su menzionato sapevo qualcosa ma non riuscivo ad immaginare che questi intoccabili fossero arrivati a tanto.
Sono pensionato e vivo dignitosamente della modesta pensione che mi viene erogata a seguito dei contributi da me versati e accantonati in oltre 60 anni di lavoro. A questi politicanti, che oltre ad essersi attribuiti stipendi favolosi e pensioni da nababbi godono di benefici che si votano da soli, vorrei solo dire che la gente è stanca e non ne può più. Fino a ieri non credevo che questa casta in intoccabili avesse raggiunto questi livelli, indifferente al fatto che c’è della gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese con le modeste pensioni che gli vengono erogate.
Non potendo fare altro, vorrei segnalare ai lettori di “Tam Tam” che sarebbe auspicabile che prendano visione di quanto è scritto nel libro per rendersi conto di quanto sta accadendo. Sono consapevole di essere una canna al vento, ma almeno che tutti sappiano da chi siamo governati.
Romolo Bartoccini

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