Proseguono le reazioni all’elezione di Floriano Pizzichini a presidente del Consiglio comunale di Todi. Rifondazione comunista chiede che lo stesso rassegni subito le dimissioni “per far luce una vicenda che la città, ed in particolare gli elettori del centrosinistra che hanno garantito all’Unione la maggioranza in Consiglio, fatica a comprendere”.
“L’elezione di Pizzichini a presidente del Consiglio con i soli voti della destra – scrive infatti Andrea Caprini – necessita di un immediato chiarimento da parte del diretto interessato e dello Sdi tuderte. Nell’attesa di conoscere se il fatto sia dovuto a scarsa dimestichezza con le procedure regolamentari e statutarie o, nella peggiore delle ipotesi, sia frutto di un accordo sotterraneo con la minoranza consiliare, chiediamo al consigliere Pizzichini le immediate dimissioni”. Rifondazione Comunista esprime inoltre la sua soddisfazione per i nove voti raccolti in ambedue le votazioni da Romina Perni, che “continua ad essere, nell’ottica di un rinnovamento profondo della politica tuderte, la migliore candidata allo scranno della presidenza del Consiglio comunale”.
Superato lo stordimento iniziale, anche i gruppi dell’Ulivo e di Sviluppo per Todi (Servoli) hanno ritenuto opportuno chiarire alla città l’accaduto. “La cittadinanza deve sapere – si legge in una nota – che nelle ultime settimane le delegazioni dei partiti di centrosinistra si sono ripetutamente incontrate alla ricerca di una soluzione unitaria. In tali incontri l’Ulivo e Sviluppo per Todi non hanno posto alcun veto, richiedendo solo che venissero tenuti presenti necessari requisiti di rinnovamento, capacità e rappresentanza in termini di consenso elettorale. Altri partiti non possono dire altrettanto. Comunque mai in nessuna di tali riunioni è stata avanzata la candidatura di Floriano Pizzichini, proposta invece in modo improprio a pochi istanti dall’ultimo voto in Consiglio comunale”.
L’affondo non è soltanto per il neo-presidente. “Non si può non stigmatizzare – prosegue infatti il comunicato – anche il comportamento dei Repubblicani Europei, che nella loro ostinazione sulla candidatura di Fabrizio Alvi, che non rappresenta certo un segnale di rinnovamento, si sono resi responsabili di veti incrociati e del mancato raggiungimento di una candidatura unitaria”. Sistemati i “conti personali” con Pizzichini ed Alvi, l’Ulivo passa al contrattacco. “L’accettazione di tale elezione – conclude la nota – rompe la coalizione di centrosinistra e rappresenta un evento di tale gravita che non potrà passare inosservata anche ai livelli politici e istituzionali provinciali e regionali. Chiediamo allo Sdi-Mre-Udeur tuderte immediate decisioni in merito alla loro collocazione politica e agli assetti istituzionali che si sono verificati nel Consiglio comunale di Todi per il comportamento dei consiglieri del loro gruppo. Se tale chiarimento dovesse mancare, pesanti dubbi dovrebbero essere avanzati su comportamenti, accordi, meccanismi di voto posti in essere nella recente competizione elettorale”.
Ad aggiungere ulteriore “sale” sulle profonde ferite del centrosinistra tuderte, in mattinata ha fatto la sua comparsa in città anche un volantino – firmato da un anonimo comitato “Todi città aperta” – che denuncia come, “nonostante un Consiglio comunale quasi totalmente rinnovato nelle sue unità, non siano cambiati i metodi e le mosse strategiche sottobanco. Un chiaro accordo premeditato tra maggioranza del centrodestra e i socialisti-repubblicani ha fatto segnare la seconda sconfitta consecutiva del centro sinistra. Uno schiaffo più forte di quello dell’11 giugno non tanto per il prestigio e la valenza della carica in palio, ma formalmente per il metodo antico di chi, avendo una seconda possibilità di rilancio e di riscatto collettivo, ha preferito l’affossamento finale della sinistra con l’avallo e l’applauso finale dei banchi del centro destra. I socialisti-repubblicani di Todi, stanno giocando la loro partita. Lo schema collaudato durante la campagna elettorale sta volgendo magistralmente al suo termine: la presidenza del Consiglio sarà solo l’inizio del tacito accordo tra le forze malate del centro sinistra e la compatta compagine della destra cittadina. Le forze sane del centro sinistra non possono ancora una volta tollerare la strategia dell’ago della bilancia per di più da parte di un partito che ha più che dimezzato i propri voti. I socialisti-repubblicani con questi metodi non sono (e non sono mai stati) forze del centrosinistra e dovranno essere isolati da chi vuole trasparenza, pulizia e governabilità per una città alla deriva”.
Insomma – dopo le figuracce rimediate il 27-28 maggio, il 10-11 giugno ed infine il 2 luglio (perché anche quella di ieri sera è stata tutt’altro che una situazione prevista o addirittura auspicata, come ieri sera si voleva accreditare) – per la coalizione del centrosinistra rimane solo la speranza che qualcuno, magari proprio il sindaco Ruggiano, che ha invitato per tutta la campagna elettorale a mantenere il sorriso sulle labbra, faccia scendere uno telo sulla parete del Consiglio comunale che su scritto: “sorridete, siete su scherzi a parte!”.
- Redazione
- 3 Luglio 2007
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