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A Todi lo spettacolo di Ascanio Celestini (bravissimo) non solo ha riempito il teatro ma è risultato una risposta indiretta alle polemiche politiche sulla manifestazione di Simona Marchini

Teatro pieno. Un solo attore in scena, un monologo intenso, che alterna comicità e serietà, la coscienza del pubblico che viene chiamata in causa ogni minuto. L’attenzione e il trasporto che vincono il caldo pesante della sala. Questo è stato “Radio clandestina” di Ascanio Celestini, lo spettacolo che l’attore romano porta in scena ormai da sette anni e che ieri sera ha riproposto al Teatro comunale di Todi, a suggellare in anticipo la fine del festival. Una pre-chiusura, prevista prima in Piazza del Popolo e poi spostata al chiuso, degna di lode con un attore bravissimo, impegnato in uno spettacolo che affida tutto all’ars oratoria e al contenuto importante.
“Radio clandestina” racconta infatti in maniera del tutto particolare l’eccidio delle Fosse ardeatine (25 marzo 1944), il momento dell’occupazione nazista di Roma più tragico, quando 335 persone sono state fucilate per rappresaglia dai nazisti, due giorni dopo che i Gruppi d’Azione Patriottica avevano attaccato una colonna tedesca di polizia in Via Rasella.
Lo spettacolo prende spunto dal libro di Alessandro Portelli “L’ordine è già stato eseguito” per proporre un racconto della lotta partigiana e della Roma nazista “non confuso”, ma vivo e diretto, sulla base delle 200 interviste a singole persone riportate proprio nel testo di Portelli. E per ricordare che la versione secondo la quale i nazisti, dopo l’attacco dei partigiani, avrebbero chiesto la resa di questi per salvare le vite dei condannati alla fucilazione – resa mai venuta – è in realtà un falso, che ha dato vita a un mito negativo di quell’eccidio e che Celestini ha voluto, appunto, rovesciare.
Non poteva esserci risposta migliore alle polemiche che ieri hanno animato anche la politica tuderte, sullo spirito ideologico e di parte di questo festival. In realtà, chiunque fosse stato presente ieri sera si sarebbe sentito protagonista diretto di una tragedia difficile da dimenticare e avrebbe capito che l’identità della nostra nazione si fonda su quei valori che “Radio clandestina” ha riproposto e ricordato, in una cornice teatrale di alto livello.

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