La voglia di referendum in Umbria è stata espressa anche in occasione della raccolta delle firme per quello modificativo della legge elettorale approvata dal governo Berlusconi. Secondo il direttivo regionale di Alleanza Nazionale, partito che si è mobilitato con attivisti e strutture locali nella campagna di raccolta, sono state oltre 15 mila. “E’ da poco arrivata la notizia – hanno dichiarato i dirigenti regionali del partito – che a livello nazionale abbiamo superato le 700 mila firme, e l’Umbria ha dato un grosso contributo a questa causa, dovevamo raggiungere la quota dell’1,5% e siamo andati oltre il 3 per cento”.
Per Lignani Marchesani, presidente provinciale del partito di Fini, «la nostra sarà una battaglia per far tornare il sistema delle preferenze, perchè questo ci chiedono i cittadini ed è per questo che AN ha dato una forte spinta a questa causa». Quest’ultima dichiarazione ha suscitato subito le reazioni di Maurizio Ronconi, il vice-capogruppo Udc alla Camera dei Deputati: «chi in Alleanza Nazionale contrabbanda la raccolta delle firme per il referendum elettorale con la volontà di reintrodurre le preferenze dice una cosa non vera sapendo di dirla».
«I deputati di An – ricorda Ronconi in un comunicato – la scorsa legislatura votarono compattamente contro la reintroduzione delle preferenze, come invece proponeva un emendamento dell’Udc». Per Ronconi, è «legittimo adoperarsi per raccogliere le firme anche in Umbria, meno accettabile rappresentare finalità non vere, anzi antitetiche con i quesiti referendari. Aderire al referendum significa solo rafforzare l’attuale legge che in molti, a parole, vorrebbero cambiare ma ancora più numerosi considerano un’assicurazione per i professionisti della politica».
- Redazione
- 23 Luglio 2007
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