La guerra dell’acqua che vede contrapposti da più di cinquant’anni i difensori del sistema degli affluenti del fiume Topino e quanti mirano a quell’acqua, è ad una svolta. Fino ad ora i primi vincevano nelle aule giudiziarie, ma le loro vittorie si rivelavano “vittorie di Pirro”. Non seguivano mai i fatti e quando questi erano ottenuti è arrivato il terremoto e tutto è tornato come prima. Allora, però, la neonata istituzione Regione era molto sensibile. Fu proprio il primo indimenticato presidente della Giunta Regionale, Pietro Conti, che raccolse il segnale di malessere delle popolazione, reso con la collaborazione della redazione folignate di un grande quotidiano romano.
Il famoso “bacino di reintegro” delle acque del Topino fu realizzato dal Consorzio Acquedotti di Perugia dopo quasi 25 anni dall’impegno ma, forse, di malavoglia, visto che fu scelta una zona in frana ed il lago artificiale non potè mai raggiungere la quota stabilita fino alla sua totale disattivazione. Nessuno dei politici al potere da allora ha mai ritenuto che la realizzazione di un nuovo e vero “bacino di reintegro” fosse una priorità.
Questa volta invece i difensori delle sorgenti del Rio Fergia (affluente indiretto del Topino) hanno abbinato la forza della mobilitazione popolare alle carte bollate. Un salto di qualità che da un lato testimonia che per molti la misura è colma, mentre per altri deve suonare come campanello d’allarme sul grado di percezione, da parte della politica, dell’umore popolare.
Dopo che il Comune di Gualdo Tadino il 19 luglio aveva rilasciato la concessione edilizia all’Idrea/Rocchetta per iniziare i lavori per il prelievo dell’acqua che prosciuga l’ultima sorgente della dorsale appenninica umbra ancora viva, cioè quella del fiume Rio Fergia, a Boschetto, in prossimità del pozzo di Corcia erano arrivate le ruspe dell’Idrea/Rocchetta per avviare i lavori.
La mobilitazione del presidio del comitato Rio Fergia è stata immediata! Nel giro di pochi minuti centinaia di persone sono arrivate al presidio e hanno bloccato le trivelle che avanzavano. Grazie ad un’ordinanza della Sovrintendenza archeologica, il comitato è riuscito a fare indietreggiare la “Rocchetta” bloccando i lavori con l’intervento dei carabinieri.
Nel frattempo è stato chiesto l’intervento del prefetto per sospendere la concessione edilizia, visto che sono in corso i ricorsi al Tar sulla delibera della Giunta regionale Umbria di novembre 2006, che concede lo sfruttamento della sorgente.
Prossimamente anche il Comune di Nocera Umbra chiederà la sospensiva al Tar della determinazione dirigenziale del 25 maggio 2007, emessa dall’ufficio ambiente della Regione Umbria, votata “in pareggio” dal Consiglio regionale, tanto che per questo la Giunta Lorenzetti aveva sfiorata la crisi.
- Ilaria C. Bartoli
- 28 Luglio 2007
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