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Nocera Umbra, la cui Amministrazione si è opposta al prelievo dell'acqua facendo ricorso al Tar, è al centro dell'acqua contesa

Come nella storia antica ancora una volta “le trombe” delle ruspe hanno perso di fronte alle “campane”. Ieri, lunedì, poco prima delle 4, le campane della chiesa di Boschetto di Gualdo Tadino hanno chiamato a raccolta i circa 200 cittadini del comitato del Rio Fergia che si oppongono alla concessione, da parte della Regione Umbria, dell’autorizzazione ad una multinazionale a prelevare acqua dalla sorgente del pozzo di Corcia, su una collina al confine con Nocera Umbra, che oltre ad alimentare circa 250 utenze domestiche della zona garantisce la sopravvivenza del fiume Topino che scorre nella valle Umbra fino al Tevere.
Dall’alba si è dunque attivato un presidio dopo che si era diffusa la voce dell’arrivo delle ruspe che dovrebbero realizzare la condotta necessaria a canalizzare l’acqua verso lo stabilimento per essere imbottigliata. C’erano donne, bambini e persone anziane. Una quarantina di persone avevano dormito nel bosco a ridosso del pozzo, temendo che potessero arrivare le ruspe respinte nei giorni precedenti.
Sul posto anche polizia, carabinieri e agenti della forestale: ci sono stati brevi momenti di tensione, ma la situazione dopo poco è tornata normale, e sono stati affettati prosciutti e salami per sfamare i partecipanti al presidio.

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