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Quella scolastiche sono soltanto 7, contro le 30 delle Marche, le 25 del Lazio e le ben 80 della Toscana

I continui allarmi sulla qualità dei cibi che si mangiano sta spingendo i genitori italiani a correre ai ripari.
E’ la pressione delle famiglie a far entrare sempre più mense scolastiche nel mondo del biologico.
Ma in Umbria la situazione non pare esaltante: sono solo 7.
In questo settore ci sono aziende i cui fatturati crescono da anni e, secondo le previsioni, sono destinati a crescere ancora. Il numero delle aziende di ristorazione che si occupano delle mense scolastiche biologiche, è quasi decuplicato in dieci anni. Nel 1996, in Italia c’erano solo 69 mense bio, nel 2006 si è arrivati a quota 658.
La tendenza per l’anno 2007 va verso un ulteriore aumento. L’anno di svolta è stato il 2000 quando le mense hanno raggiunto quota 200 con un incremento dell’81% rispetto all’anno precedente.
La crescita, poi è proseguita a ritmi sostenuti. Nel 2001 +72%, nel 2002 +53% e continua ancora oggi anche se con ritmi più lenti (+8% nel 2004, +7% nel 2005, +2% nel 2006.
Si stima che il numero dei pasti serviti nelle scuole arrivi a un milione in totale, con il Comune di Roma in testa che, ogni giorno, serve 140 mila pasti, 80 mila in appalto a società di ristorazione e 60 mila in gestione diretta delle scuole, ai quali si devono aggiungere 4 mila diete specialì, vale a dire pasti preparati separatamente per motivi di salute ed etnico-religiosi.
Se si considera che nel 1996 i pasti bio erano 24 mila, si comprende la portata di un fenomeno che si è sviluppato anche grazie all’azione normativa che, dal 2000, ha segnato una vera e propria svolta.
È stata proprio la Finanziaria del 2000 a far esplodere il segmento delle mense scolastiche. Nell’articolo 59 del testo è contenuta una sollecitazione alle istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere a prevedere l’utilizzo di prodotti biologici, tipici e tradizionali ed a denominazione protetta, tenendo conto delle linee guida sull’alimentazione elaborate dall’Inran.
Nella classifica della distribuzione regionale è saldamente guidata dall’Emilia Romagna  127 mense, seguita dalla Lombardia (111), Toscana (80), Veneto (72), Friuli Venezia Giulia (68), Piemonte (38), Marche (30), Lazio (25), Trentino Alto Adige (24), Liguria (20), Basilicata (14), Abruzzo (11), Puglia e Sardegna (8), Umbria e Campania (7), Sicilia (5), Valle d’Aosta, Molise e Calabria tutte con una sola mensa.

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