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Anche se la maggioranza ritiene che la situazione sia stabile, quelli che la vedono in peggioramento sono in aumento più che nella media italiana

La sensazione di insicurezza negli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi italiani, sembra stia coinvolgendo sempre più quelli dell’Italia Centrale che si avvicinano per “spavento” a quelli del nord-est della penisola.
Secondo il 37% degli imprenditori intervistati, in Italia, negli ultimi due-tre anni i reati sono aumentati. In Umbria la percentuale di quelli che hanno una tale sensazione sale al 41%.
I dati emergono da un’indagine di Confcommercio e Gfk Eurisko dal titolo ‘La mappa della criminalità regione per regione’. Dall’analisi emerge che il ‘peggioramento dei livelli di sicurezza’, denunciato da oltre un terzo degli intervistati (solo il 4% parla di un miglioramento della situazione, mentre la maggioranza la giudica stabile), è particolarmente sentito nel Nord-Est e in alcune regioni del Centro.
Il 49% degli imprenditori dell’Emilia Romagna ha la sensazione che i reati siano cresciuti. Seguono la Toscana (44%), il Veneto (42%), l’Umbria e le Marche (41%).
Più ottimiste Puglia e Sicilia, dove, rispettivamente l’8 e il 7% delle imprese, parla di incrementi dei livelli di sicurezza.
Al Sud, però, gli intervistati avvertono un sensibile aumento di estorsioni ed usura. La morsa del racket è avvertita sempre di più in Campania, Calabria e Basilicata; mentre quella dell’usura in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Sicilia.
Sulle misure di contrasto e prevenzione del crimine, il 53% degli imprenditori (con percentuali maggiori in Liguria, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna) invoca certezze nelle pene e il 50% (in particolare in Sicilia, Emilia Romagna e Lazio) maggiore protezione sul territorio.
Infine, sempre tra le misure anticrimine chieste dagli imprenditori, il 35% indica una maggiore collaborazione con le forze dell’ordine. Su questo aspetto, però, i numeri la dicono lunga sulle differenze tra le regioni: se in Trentino e Friuli a chiedere cooperazione con polizia e carabinieri sono il 49% degli imprenditori, in Sicilia dello stesso avviso è solo il 25% degli esercenti.
L’8% degli imprenditori italiani nei settori del turismo, del commercio e dei servizi dichiara di essere vittima del racket. I numeri, però, variano in modo significativo a seconda delle regioni. In testa alla classifica dei taglieggiati c’è la Campania (30%). Seguono: Puglia (22%), Sicilia (15%), Basilicata e Calabria (12%). Il dato crolla al 2% in Umbria, Marche, Trentino e Friuli.
E alto – l’11% – è anche il numero degli imprenditori che dichiara di avere avuto esperienza ‘indiretta’ del racket conoscendo colleghi vittime degli estortori. In Campania il 30% degli intervistati ha risposto affermativamente al sondaggio. In Basilicata e Calabria la percentuale scende al 24%, in Puglia al 19, in Sicilia al 17. Numeri più bassi in Sardegna (3%), Marche e Umbria (5%), Trentino e Friuli (6%).

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