La puzza dei “draghi volanti” è arrivata a Bruxelles, dove sul banco degli imputati questa volta è finita la qualità dell’aria: nella raffica di procedure emesse dalla UE in campo ambientale, per l’Italia Bruxelles ha puntato il dito contro il superamento dei limiti di emissione del biossido di zolfo.
L’Italia – arrivata ormai complessivamente a quota 89 contenziosi – è tuttavia in buona compagnia: per le polveri sottili, lettere sono state spedite anche ad altri 22 Stati e per il biossido di azoto sono finite nel mirino della Commissione, che ha aperto una procedura d’infrazione, anche Francia, Spagna, Slovenia e Regno Unito.
Per quanto riguarda il biossido di zolfo, la Commissione sottolinea che in Italia, Francia e Spagna il livello massimo orario consentito dalla normativa Ue in diversi punti di rilevamento è stato superato di quasi tre volte.
Anche in questo caso, si tratta di una sostanza, prodotta da impianti industriali, che può provocare problemi respiratori e accentuare le malattie cardiovascolari, senza considerare i danni all’ambiente in quanto contribuisce alla formazione delle cosiddette “piogge acide”.
- Redazione
- 23 Ottobre 2007
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