Cosa direste di un medico che dopo avervi palpato l’addome, si limitasse a dire: ” lei sta male” senza darvi una precisa visione della situazione, senza fare previsioni sull’evoluzione futura della salute né fornire indicazioni per prevenire o curare la malattia?
Ebbene col turismo accade proprio questo: abbiamo precisissimi dati storici su quanto è accaduto nella stagione appena conclusa, e sappiamo quindi che non è andata troppo bene. Ma non abbiamo alcuna indicazione/previsione su cosa ci aspetta per il futuro.
L’Ufficio che raccoglie i dati sulle presenze turistiche non acquisisce (perchè nessuno glielo ha mai ordinato) quelli sulle prenotazioni. A me è bastato fare un semplice giro di telefonate per sapere che per i prossimi ponti le prenotazioni scarseggiano, come pure per Capodanno, per non parlare delle prenotazioni per l’anno prossimo (che in passato di questi tempi già erano abbastanza vivaci). E’ allarmismo? No, è un segnale che va dato, perchè la consapevolezza è il primo passo per trovare il rimedio.
Per carità, i dati del passato sono essenziali. Ma avere sempre il polso della situazione è altrettanto importante, perchè accorgersi solo a posteriori di come sono andate le cose non solo impedisce di attivare correttivi in modo preventivo e in tempi utili, ma soprattutto abitua a considerare le cose come ineluttabili, come indipendenti dalla nostra volontà.
Per il turismo, sia ben chiaro, non si può pensare che Todi e il suo territorio possa svincolarsi dalle macro tendenze mondiali. Ma è invece possibile ragionare, con molto senso pratico, su interventi specifici per la nicchia di mercato che Todi rappresenta (o meglio vorrebbe rappresentare).
E un altro elemento essenziale per attivare rimedi alla crisi è l’analisi di mercato: abbiamo mai fatto indagini conoscitive, sui turisti passati per Todi, sul loro livello di soddisfazione?Abbiamo mai intervistato i turisti ad Assisi, Orvieto, Gubbio per chiedere loro se e perchè intendono venire/non venire a Todi?
Va poi detto che un rimedio serio e risolutivo non può arrivare da interventi occasionali né da singole manifestazioni, per quanto valide. La soluzione può essere solo un piano strategico pluriennale, con obiettivi di breve periodo accanto a obiettivi ambiziosi e di lungo periodo.
Un piano che indichi con chiarezza il tipo di turismo che si vuole attrarre.
Non si può puntare a fare numeri elevati senza alti investimenti e pesantissimi costi anche in termini di vivibilità per i residenti. Neppure si può insistere solo sul turismo di altissima gamma, quello delle megaville per intenderci, perché se è vero che di tanto in tanto si finisce sulle riviste glamour di mezzo mondo, è altrettanto vero che questo tipo di turismo ha fatto guadagnare miliardi solo al settore dell’edilizia, ma non ha evitato che decine di negozi chiudessero negli ultimi anni.
Non si può poi puntare ad un turismo a connotazione ambientale e naturalistica senza una forte condivisione degli operatori economici che devono contribuire alla conservazione dell’ambiente con comportamenti consapevoli. E soprattutto non si può continuare a decantare l’attrattività turistica di Todi senza preoccuparsi di coltivarla e migliorarla, curando anche un aspetto essenziale per il successo turistico: la collettività, i cittadini, devono essere gradualmente sensibilizzati e educati a vivere il turismo come una risorsa e non un fastidio.
Insomma è una grande sfida, su cui la nuova Amministrazione di Todi deve dare un segnale di discontinuità col passato. E si badi bene, non parlo di discontinuità politica, ma in termini di atteggiamento e di efficacia.
Per tornare all’esempio iniziale del medico, non ci possiamo far curare dal radiologo, ma dobbiamo affidarci allo specialista, anche se la cura può essere lunga, e qualche medicina potrà risultare amara e far venire qualche bollicina sulla pelle.
- Intervento di Maurizio Giannini
- 2 Novembre 2007
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