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Il coordinatore dei Democratici di sinistra aveva scritto al partito di Di Pietro per segnalare il comportamento del consigliere eletto nella lista dell'Ulivo, il quale - informato - replica con un attacco a testa bassa verso la dirigenza diessina

A Todi il “divorzio” del consigliere comunale Mauro Giorgi dal gruppo dell’Ulivo, nelle cui liste era stato eletto per un secondo mandato, continua a lasciare strascichi polemici, nonostante si sia ormai consumato da tempo, a fine luglio con le dimissioni dai Democratici di sinistra, subito dopo con la costituzione del gruppo misto ed infine con l’ingresso nell’Italia dei Valori.
Ed è proprio a quest’ultimo passaggio che va fatta risalire l’origine della recente querelle tra le due parti in causa nella separazione. Appreso del passaggio al partito di Di Pietro, infatti, il coordinatore dei DS Paolo Ferracchiati ha scritto, parrebbe a titolo personale, al braccio politico del ministro dei lavori pubblici Leoluca Orlando per stigmatizzare duramente il comportamento del loro nuovo arrivato (ed in verità anche quello del presidente del Consiglio comunale Pizzichini) sia per l’incoerenza e la scarsa fedeltà che, soprattutto, per l’aver votato a favore dell’assestamento di bilancio predisposto dal centrodestra, offrendo così una “stampella” alla Giunta Ruggiano.
Cosa è successo dopo? E’ successo che Leoluca Orlando ha girato la missiva a Giorgi, il quale ha ora diffuso una sua durissima lettera aperta all’ex compagno Paolo Ferracchiati. Una lettera lunghissima (che proponiamo in allegato) corredata pure dalla e-mail indirizzata ad Orlando dallo stesso Ferracchiati (anch’essa allegata al fine di rendere intelligibile per quanto possibile la vicenda). La replica di Giorgi ribadisce i motivi del suo disamore per i DS, puntando di nuovo insistentemente il dito contro la mancanza di democrazia interna e verso chi “da sempre gestisce il partito”.
Sarà questa l’ultima “udienza pubblica” del divorzio ormai consumato con tanto danno d’immagine per i già precari equilibri interni al centrosinistra cittadino? C’è da augurarsi di sì.

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