Con i voti favorevoli della maggioranza (15) e l’astensione dell’opposizione di centrodestra (7), il Consiglio regionale dell’Umbria ha approvato, come ampiamente previsto, la legge per le aperture dei negozi nei giorni “superfestivi”, i cui dettagli abbiamo riportato in altro articolo ieri.
Soddisfatta la Giunta regionale, per bocca dell’assessore Giovanetti, ritenendo “di aver raggiunto in questi mesi un importante risultato. Lo abbiamo fatto coinvolgendo tutti i soggetti, rendendoli protagonisti delle soluzioni adottate, senza imporre nulla dall’alto. Questo ha portato ad una certezza normativa che funzionerà, perché tutti si sono dichiarati disponibili e la discussione ha riguardato ogni comune, non il singolo operatore”.
In aula, la consigliera di FI Ada Urbani ha ribadito, con qualche accenno alla polemica avuta con Confcommercio, che “noi ci siamo fatti carico delle istanze dei lavoratori del commercio anche quando qualche associazione sembrava assopita. Riconosciamo che le modifiche che si stanno apportando alla legge rappresentano un passo avanti anche se il centrodestra aveva elaborato una proposta normativa ben più consona alle situazioni attuali. Per noi, tutto il territorio regionale potrebbe essere definito a vocazione turistica e dovrebbero essere i sindaci e le amministrazioni locali chiamati a determinare lo sviluppo del proprio territorio e stabilire le aperture nei festivi e superfestivi”.
Per Alfredo De Sio (AN) la legge approvata “è soltanto un intervento tampone. Quando si parla di turismo, si parla di promozione integrata che riguarda anche i piccoli centri nei quali si organizzano piccoli e grandi eventi. Mentre sono privilegiati i soggetti che intervengono nel recupero dei centri storici, non è possibile tenere fuori dalle aperture in determinati periodi degli esercizi commerciali. La concertazione dovrà tenere conto delle diverse tipologie delle attività commerciali perché esse possono essere a carattere imprenditoriale con più dipendenti, ma anche a gestione singola o a carattere familiare. A chi produce reddito per proprio conto va data la possibilità di governare al meglio il proprio lavoro”.
Deluso dall’esito del voto contrario al proprio ordine del giorno, col quale voleva che si fissasse un termine di legge al riordino complessivo della normativa sul commercio, Pietro Laffranco (AN) che ha definito la legge “il male minore“, ha criticato i colleghi per la mancanza di volontà politica di esercitare centralità dell’aula, reclamata da tutti, ma solo a parole su un tema oggetto di impegni troppe volte rinviati.
Per il relatore di maggioranza Franco Tomassoni, reintervenuto solo sulla proposta di Laffranco, “non è necessario fissare i tempi per la Giunta in quanto, c’è già un gruppo di lavoro misto che sta operando per produrre una legge organica, sulla quale la Giunta si è data come tempi, proprio il prossimo 30 giugno”.