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La terza commissione del Consiglio Regionale dell'Umbria ha dato parere favorevole all'incremento da 66 a 84 euro

Lo “stop” nell’esame in terza Commissione del Consiglio regionale dell’Umbria è durato poco e la stessa ha approvato a maggioranza, con il voto contrario dell’opposizione, il disegno di legge delle Giunta che aumenta la tassa di concessione regionale per l’esercizio venatorio.
La Giunta regionale, nel disegno di legge che dovrebbe essere portato ai voti dell’aula entro il 31 dicembre, motiva la decisione adottata con la necessità di “conseguire i mezzi finanziari necessari per realizzare i fini previsti dalla legge umbra sulla caccia”, precisando che il gettito in aumento “sarà utilizzato nell’ambito della pianificazione e della gestione faunistico ambientale, finanziando prioritariamente interventi diretti sul territorio”.
Il provvedimento prevede un aumento della tassa regionale per l’esercizio venatorio, dagli attuali 66,62, ad 84 euro.

La nuova ripartizione dei fondi stanziati dal Bilancio regionale prevede di destinare: il 5%, agli interventi diretti della Regione; il 7 alle attività dell’osservatorio degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche; il 23% “la prevenzione ed al rimborso dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica; il 65% alla pianificazione faunistico ambientale e venatoria (fondi che saranno suddivisi al 50% tra Province e Atc)”.
Scontata l’opposizione della minoranza la quale, tuttavia, con Franco Zaffini (AN) ha espresso “soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti, sottoscritti insieme al collega Lignani Marchesani e miranti a ricondurre una distribuzione certa delle risorse tra province e Ambiti ed a vincolare le risorse di gestione alla conduzione diretta da parte appunto degli Ambiti territoriali di caccia (Atc).
Anche una maggioranza sorda e cieca – conclude – non ha potuto che riconoscere la giustezza delle nostre posizioni, tanto che gli emendamenti sono passati in commissione all’unanimità.”
Sul metodo seguito “denunciamo inoltre – aggiunge Zaffini – le gravi irregolarità formali compiute dalla maggioranza, che hanno determinato la sottrazione dei tempi regolamentari a beneficio del dibattito allo scopo di poter applicare l’inutile e iniqua tassa fin dal prossimo anno 2008”.

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