Fra poco più di un anno Marsciano tornerà a votare per rinnovare sindaco e Amministrazione comunale. Si tratta di una distanza che, in politica, può essere valutata come molto vicina – nel senso che nell’ambiente ci sono già tanti che hanno iniziato a ragionarci sopra da tempo – e al contempo molto lontana – considerata la fluidità con la quale spesso cambiano rapporti di forza, alleanze elettorali, equilibri territoriali ed incastri con altri livelli istituzionali.
Nel 2009, peraltro, oltre che per il non certo secondario rinnovo della Provincia, riapriranno le urne in quasi tutti gli altri Comuni del comprensorio (qualcuno ipotizza anticipatamente anche a Todi), ma mentre a San Venanzo, a Fratta Todina, a Monte Castello, a Collazzone ci sono tutti sindaci al primo mandato che, salvo defalliances, saranno i candidati naturali del centrosinistra (non così a Massa Martana dove Gubbiotti ha già fatto il bis), a Marsciano Chiacchieroni dovrà lasciare.
Quella di “re Gianfranco” è un’eredità pesante da raccogliere per numerosi motivi sia di ordine positivo che negativo (il bilancio tra le due poste potrà essere fatto solo in prossimità del passaggio delle consegne).
Innanzitutto si parte da quell’82% di consensi della sua ultima rielezione, percentuale che è evidentemente del tutto improponibile come termine di riferimento, tanto è diverso dal 2004 lo scenario locale e nazionale, con oltretutto la nascita di quel Partito Democratico rispetto al quale proprio Chiacchieroni ha voluto giocare in ottobre una partita tutta sua correndo controcorrente per la segreteria regionale.
Quasi un anno e mezzo fa, in un’intervista su TamTam, l’attuale sindaco aveva fatto capire che il suo successore sarebbe uscito da dentro la Giunta ed il pensiero di tutti era andato agli assessori Alfio Todini e Stefano Massoli, già allora impegnati in una corsa a due.
Venuto meno forse il potere di indicare il “delfino”, lo scenario si è fatto più complesso, tanto più se il metodo delle primarie dovesse affermarsi come regola.
Chi sarebbero allora i papabili delle “eliminatorie”? Sicuramente i già citati Todini e Massoli, entrambi del neonato PD, ma a quel punto sarebbe difficile per l’attuale assessore provinciale Giuliano Granocchia di Rifondazione comunista non essere chiamato a rappresentare con la sua candidatura il popolo della sinistra; senza dimenticare che pure Roberto Bertini potrebbe rendere manifeste le ambizioni socialiste, al pari di Nazzareno Zucchettini che, in quanto vicesindaco, avrebbe anche lui qualche legittima prelazione da rivendica
Come detto, è tutto in troppa rapida evoluzione per scommettere su qualcosa, tanto più che bisognerà vedere cosa succederà al Governo Prodi, se si tornerà a votare, quali saranno gli esiti conseguiti dalle nuove formazioni politiche che si vanno disfacendo e riaggregando.
Intanto però a Marsciano si registra un intensificarsi delle iniziative politiche (vedi a dicembre il Forum degli Ecodemocratici e gli Stati generali della sinistra) non certo del tutto estraneo all’avvicinarsi del dopo-Chiacchieroni.
Inutile sottolineare, infine, che il centrodestra marscianese non resterà a guardare, rincuorato da quando accaduto a Deruta e Todi, ma probabilmente cosciente che per costruire un’alternativa credibile c’è da lavorare. Per ora è soprattutto AN a far sentire la sua voce sulle questioni della sicurezza e della gestione del territorio.









