È stata presentata a Strasburgo la bozza della nuova Convenzione europea sulle adozioni di minori che potrebbe costituire un punto di svolta fondamentale e riaccendere in Italia un dibattito ideologico che sembrava rinviato.
L’Unione Europea desidererebbe arrivare a una procedura comune per le adozioni, una adozione europea, ma c’è molto ancora da fare per trovare l’unanimità. Al Consiglio d’Europa, un organismo che rappresenta 47 Paesi, ci si è concentrati sui principi dell’adozione nazionale, le condizioni minime che bisogna garantire nella procedura delle adozioni nazionali.
Questo documento è una revisione della Convenzione europea sulle adozioni del 1967.
La nuova Convenzione non è ancora stata adottata dal Consiglio d’Europa, ma lo sarà presto, a inizio maggio, almeno nelle intenzioni dei promotori.
Il punto più innovativo è l’apertura all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso; la Convenzione, infatti, estende la possibilità di adottare ai single e alle coppie eterosessuali non sposate.
Quando si parla di coppie dello stesso sesso, la Convenzione dà la possibilità, per ogni singolo Stato membro, di consentire l’adozione anche per coppie dello stesso sesso. La Convenzione non lo prescrive, lascia aperta la possibilità, a discrezione di ogni Stato: così come lascia a ogni Stato di decidere se queste coppie devono essere sposate o registrate o solo conviventi.
Anche se la sentenza della Corte europea per i diritti umani, che ha condannato la Francia per aver discriminato una donna per il suo orientamento sessuale, costituisce un “paletto” da cui non si potrà prescindere.
La nuova Convenzione focalizza tutto sul migliore interesse del minore, la regola base per qualsiasi adozione. E i minori con un sufficiente grado di comprensione devono essere coinvolti, ascoltati, nel processo decisionale: questo deve accadere sempre e comunque quando il minore ha più di 14 anni.
La Convenzione riconosce anche il diritto dei minori a conoscere le loro origini.
Anche se è chiaro che questo diritto cozza contro il diritto dei genitori naturali di rimanere anonimi. ci dovrà essere un equilibrio: in alcuni casi si potrà decidere di oltrepassare il diritto all’anonimato dei genitori in favore del diritto del minore.
Sul fronte delle critiche c’è da registrare la posizione assunta dal Presidente nazionale del Moige, Movimento Italiano Genitori: “Le nuove regole della Convenzione Europea sull’adozione, che allargano il diritto d’adozione a single e coppie non sposate, dimostrano che si sta intraprendendo una china sbagliata: non si deve salvaguardare il diritto dell’adulto, ma quello del bambino adottato, per il quale devono essere ricreate quanto più possibile le condizioni naturali, cioè quelle di una famiglia stabile, composta da una mamma e da un papà uniti in matrimonio”.
“La convenzione europea“, continua Maria Rita Munizzi, “sembra essersi ispirata ad un concetto che qualcuno vorrebbe erroneamente far passare come la normalità, cioè che oramai i bambini possano crescere senza le tradizionali figure di riferimento così importanti per il suo sviluppo”.
“Ogni persona è libera di compiere le scelte che ritiene più opportune per se stesso e di vivere in piena libertà la propria vita, purché questo non si traduca in un atto che pregiudica i diritti naturali dell’altro.
La necessità di appagare il desiderio di formare un nucleo con figli non può, quindi, scavalcare il diritto inalienabile dei bambini ad avere una famiglia composta da una mamma di sesso femminile ed un papà di sesso maschile, stabile e che possa garantirgli un futuro sereno ed equilibrato. Auspichiamo una netta presa di posizione dell’Italia in favore dei diritti del bambino, rispetto a questa questione”.