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Un'Università americana ha collegato un composto alle malattie cardiovascolari e al diabete, ma l'autorità di vigilanza tranquillizza

Dopo gli allarmi sulle conseguenze per le cellule celebrali dell’ingestione anche a piccole dosi di un composto presente nella plastica delle bottiglie, anche per le malattie cardiovascolari si prospettano possibili conseguenze.
Il sospetto è stato rilanciato da un recente studio dell’università del Missouri: la ricerca pubblicata su ‘Jama’, la rivista dei medici Usa, ha identificato un tasso doppio di malattie cardiovascolari e di diabete nei volontari esaminati con i livelli più alti di BPA nelle urine.
L’indagine aveva studiato la concentrazione di ‘bisfenolo A’ in quasi 1.500 cittadini americani tra il 2003 ed il 2004, scoprendo che il 90% dei volontari aveva livelli individuabili della sostanza presente in bottiglie di plastica, nelle lenti delle occhiali e in altri oggetti di uso quotidiano.
Ma la Food and drug administration (Fda) ha reiterato la sua valutazione sulla sicurezza per la salute di BPA. “I livelli di esposizione alla sostanza permessi presentano un margine di sicurezza adeguato nel proteggere i consumatori, inclusi i bambini”.
Forse non si ha ancora il quadro completo dei materiali che rilasciano il composto chimico sotto accusa e si sottovalutano le occasioni in cui questo viene a contatto con gli esseri umani.

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