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Uno scanner capta i suoni degli atomi di una sostanza presente nelle cartilagini per stabilirne l'elasticità: l'individuazione e la cura tempestiva della malattia può fermare la degenerazione

Se la malattia – l’artrite – gli viene diagnosticata precocemente – ha spiegato il dottor Alexej Jerschow, un ricercatore della New York University, durante una conferenza alla American Chemical Society – il paziente può utilizzare integratori come la glucosamina e il chondroitin, che possono rallentare o addirittura fermare la degenerazione.
Il problema è dunque la diagnosi precoce per la quale c’è una nuova speranza per i milioni di malati di artrite in tutto il mondo.
Un test in grado di diagnosticarla precocemente, consentendo quindi di intervenire in anticipo e evitare, nella maggioranza dei casi, un intervento chirurgico, è infatti in arrivo dagli Stati Uniti, dove è stato sviluppato dai ricercatori della New York University.
il nuovo test si concentra sulle articolazioni ed è in grado di effettuare una scansione che individui bassi livelli di Glicosaminoglicani, gruppi molecolari che aiutano la cartilagine a trattenere l’acqua e a essere così resistente e elastica.
La carenza di queste sostanze, infatti, porta in futuro a disturbi come l’osteoartrite, che se diagnosticata tardi necessita spesso di un intervento chirurgico. 
Gli scienziati hanno trovato il modo di far emettere dagli atomi di idrogeno legati alla catena molecolare dei Glicosaminoglicani un segnale che può essere captato e codificato da uno scanner.
In questo modo si può valutare in tempo reale il tasso di “umidità” delle cartilagini.
E intervenire precocemente, per esempio utilizzando integratori alimentari.

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