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Le "rivelazioni" di Pizzichini rappresentano per il Movimento dei Riformisti e Centristi, fondato da Pipistrelli, Provenzani e Consalvi, l'occasione per rinnovare la dirigenza del Partito e fare chiarezza nel centrosinistra

Ad oltre un anno dal voto che ha sancito la vittoria dello schieramento guidato da Ruggiano, a Todi ci sono ancora ambienti interni al centrosinistra che sollecitano una riflessione vera sui motivi di quella bruciante sconfitta. 
Il tema è tornato d’attualità con il recente duro scontro tra il Partito Socialista e Pizzichini, scontro dal quale prende le mosse un intervento del Movimento dei Riformisti e Centristi per Todi, pronto ad inserirsi anche stavolta nell’aspro dibattito.
Il lungo documento – firmato da Piero Provenzani, Luca Pipistrelli e Stefano Consalvi, tutti e tre ex iscritti al Partito Socialista – sembra quasi voler regolare definitivamente i conti all’interno dello squassato mondo socialista cittadino, puntando il dito contro quello che viene definita la “immutabile” dirigenza.

“Interveniamo – si legge nel documento – perché siamo stati tirati in ballo come ex iscritti socialisti che in tempi non sospetti hanno scelto di uscire dal Partito, non perché scottati da una sconfitta che pur successivamente è venuta, ma perché stanchi della gestione antidemocratica, soffocante, accentratrice, tutt’altro che lungimirante, che il gruppo dirigente di allora, per anni ha pervicacemente portato avanti.
All’epoca, come lui stesso ricorda – continua il comunicato – Pizzichini faceva parte attiva e significativa di quel gruppo dirigente che oggi lo ripudia e lo ricopre di insulti, anzi di qualcuno ne appariva la idolatrata protesi. Noi invece eravamo emarginati poiché portatori di una idea in disuso: la lealtà non cozza con la rivendicazione dalla pari dignità tra forze che formano una coalizione“.

Per il Movimento dei Riformisti e Centristi l’ultima polemica sul presidente del Consiglio comunale è l’occasione per cercare di dare una valutazione degli ultimi 10 anni di politica in casa socialista e non solo.
“Ci guida – scrive il “trio” – il senso di una attiva militanza in quello che è stato il Partito Socialista di Todi che, ci piace ricordare nel 2002 aveva raggiunto un traguardo storico mai lontanamente pensabile: più di 1 tuderte su 4 aveva riposto fiducia nella lista dei Socialisti. Fiducia data certamente per dare un appoggio al candidato sindaco ma al contempo riposta affidandoci un preciso mandato: quello di rappresentare con forza nello schieramento naturale la componente critica, laica e riformista di cui l’Amministrazione aveva pressante bisogno. A loro prima di tutto, noi ma soprattutto quel gruppo dirigente dovrebbe spiegare quello che è successo e chiedere scusa per la caterva di errori commessi ed in primis per il più grave: il tradimento politico di quel mandato affidato con l’appiattimento pressoché costante al volere della casta dominante”.

L’analisi, ovviamente, non è fine a se stessa ma ha un obiettivo preciso, sarebbe meglio dire una persona. “In una squadra, come in un’attività – è scritto infatti nel documento – un allenatore un direttore generale, una dirigenza in genere dopo siffatti negativi risultati, viene dalla stessa per lo meno esonerata. Addirittura i dirigenti più lungimiranti qualche volta, prendendo atto del fallimento, si dimettono per consentire l’avvio di una nuova stagione ed il ricomporsi di un quadro nell’interesse più alto della società che altrimenti rischierebbe il definitivo fallimento. E di vero e proprio fallimento si tratta se, oltre il risultato alle politiche recenti, si paragona l’attuale presenza socialista in Consiglio comunale con quella del 2002.
Invece, sordi a tutto, la dirigenza socialista di Todi, nonché quella regionale, procede sulla medesima strada tanto che viene il dubbio che quel forte e scomodo Partito Socialista, sempre presente a Todi, troppo spesso considerato una anomalia da debellare, sia per alcuni ancora da tenere in camera di rianimazione, usufruendo però del simbolo, sorretto possibilmente da persone funzionali” .

Nella parte conclusiva del comunicato Provenzani, Pipistrelli e Consalvi tornano sulle ultime polemiche, sottolineando come “anche quest’ultima finestra generosamente aperta su squarci inquietanti della campagna elettorale dovrebbe costituire un motivo per sollecitare una discussione, finora negata, sulle cause della sconfitta del centrosinistra; essere un elemento autocritico, purificatore e la base per la tanto attesa ripartenza di una nuova classe dirigente scevra dai tanti padrini”.
Il Movimento dei Riformisti e Centristi per Todi dichiara di essere intenzionato a “portare avanti quegli ideali del socialismo riformista mai rinnegati o barattati, disponibili al confronto con tutti coloro che considerino quegli ideali un possibile valore aggiunto e non una scomoda anomalia. L’alternativa – è il commento finale, rivolto sembra di poter interpretare al Partito Democratico – è quella dei patti più o meno nascosti con i vari dinosauri con cui, insieme, non si vince granché per la città, a parte il serio compatimento per chi dovrà partecipare insieme ad essi, ad una campagna elettorale che sembra prospettarsi colma di veleni”.

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