Condividi su facebook
Condividi su twitter
Difficile dare una prospettiva certa all'attività turistica se la regione, offrendo pacchetti territorialmente integrati e diversificati, non saprà diventare luogo di soggiorno, invece che di passaggio o, al massimo, per week end
umbria-turismo

I dati regionali relativi ai flussi turistici del periodo gennaio – settembre 2011 parlano di una variazione positiva, rispetto allo stesso periodo del 2010, dell’8,33% nel numero degli arrivi (8,96 nella provincia di Perugia) e del 7,57% nelle presenze (9,97% nella provincia di Perugia). A tirare la ripresa sono soprattutto gli stranieri, che hanno fatto registrare un aumento, sempre nello stesso periodo del 2011, dell’11,93% negli arrivi e del 9,43% nella presenze. 

In attesa di altri dati ufficiali, Federalberghi giudica interessanti anche i segnali relativi al mese di ottobre, tanto da far prevedere, se il periodo delle festività natalizie non si scoprirà deludente, un bilancio di fine anno con il segno positivo.
Questo, però, secondo Federalberghi, non è sufficiente a ridare ossigeno e fiducia alle imprese, poiché i dati relativi all’occupazione media, che nel 2010 era al 29,9% per la ricettività alberghiera, risultano appena scalfiti dal maggior numero di arrivi.

La ricetta per curare quella che al momento appare come un eccesso di offerta sarebbe trasformare l’Umbria da un luogo di passaggio ad un luogo di soggiorno, aumentando così i bassissimi indici di permanenza media, e combattere l’abusivismo in tutte le sue forme.
Sono alcuni dei temi affrontati Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi – Confcommerco della provincia di Perugia, in apertura del III Forum del Turismo, voluto dalla organizzazione per un confronto tra imprenditori del settore ricettivo e le istituzioni sul tema  “Recessione o rilancio – Le sfide del turismo in Umbria”.
L’Umbria del turismo si trova oggi ad un bivio. La sfida del 2012 – secondo Federalberghi – sarà infatti quella di far imboccare alla regione la strada giusta, superando la contraddizione per cui ad una timida ripresa del settore, documentata dalle statistiche su arrivi e presenze, si accompagna ancora un problema di bassa redditività per le imprese, che devono fare i conti con un indice di occupazione media tra i più bassi in Italia

 “L’Umbria deve essere percepita non più come luogo di passaggio, ma come luogo di soggiorno”, sostiene Bianconi. “E per fare questo occorre uno sforzo congiunto molto importante. Le imprese devono fare la loro parte, cercando di comprendere come cambia il mercato turistico, proponendo una offerta “esperienziale” interessante, segmentando le proposte turistiche per incontrare sempre di più le esigenze dei clienti.
Il lavoro fatto finora con i Consorzi tematici, costituti sulla base del bando Tac regionale – cinque dei quali sotto la diretta responsabilità di Confcommercio – va appunto in questa direzione; documenta l’impegno delle imprese ad attivare investimenti pure in questo momento di crisi e va certamente sostenuto.

Se le imprese sono disponibili a mettersi in gioco, altrettanto devono fare le istituzioni, a tutti i livelli, se vogliono cogliere tutte le potenzialità che questo settore offre allo sviluppo”.
Bianconi si rivolge alla Regione, per quanto riguarda la riforma dell’APT.
“Qualunque sia il contenitore tecnico, è necessario che il lavoro sia affidato a professionisti e che le scelte politiche restino in capo all’assessorato competente.
Se si vuole operare efficacemente in favore di questo comparto, bisogna mettere in conto anche la necessità di muoversi sulla base di competenze e visioni nuove e specifiche. La cultura industrialista non regge se applicata ad un segmento del terziario”.

Il presidente si rivolge anche ai Comuni, per quanto riguarda la spinosissima questione della tassa di soggiorno. “Il nostro No è nettissimo e motivato. La tassa renderebbe il territorio umbro meno competitivo sul mercato nazionale ed internazionale. Le strutture ricettive non intendono diventare gli unici sostituti d’imposta mentre tutti gli altri settori economici, che beneficiano degli effetti del turismo, ne risulterebbero esenti.
Bisognerà valutare attentamente gli effetti della manovra del nuovo governo sulle finanze dei Comuni, ma riteniamo inaccettabile scaricare il peso della crisi e della mancanza di risorse sui turisti, sia italiani che stranieri, che scelgono di visitare l’Umbria e che contribuiscono al benessere del territorio”.

A rendere più complicato il lavoro degli imprenditori e meno trasparente il mercato per i turisti, ch’è il fenomeno dell’abusivismo. Bianconi lancia, in occasione del Forum, il Progetto per la concorrenza leale, e anticipa i risultati di una indagine che Federalberghi sta conducendo sul web, dove sono state rilevate complessivamente 1.602 strutture ricettive extralberghiere.
Il raffronto con l’elenco ufficiale della Regione ha fatto emergere alcune criticità: molte delle strutture che fanno promozione anche su siti stranieri non trovano riscontro negli elenchi ufficiali; molte risultano cessate; in numerosi casi il dubbio che si tratti di strutture abusive è più che fondato. E gli albergatori attendono interventi decisivi anche su questo fronte.
 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter