Carlo Rossini, il candidato sindaco del centrosinistra al Comune di Todi, è stato protagonista al primo turno di un grande risultato politico e personale. E’ ora proiettato in pole position, dopo aver dovuto indossare a lungo, suo malgrado, i panni dell’outsider...
Nel 2007, quando entrò per la prima volta in Consiglio comunale (terzo degli eletti nella lista dell’Ulivo con 220 preferenze), con la città appena conquistata in modo straripante dalla destra, si assunse un compito da far tremare i polsi: ricostruire un partito stordito dalla sconfitta, impostare da zero l’opposizione a Ruggiano, ricompattare una coalizione sbandata e tradita, gestire insieme il difficile “qui e ora” e disegnare nel frattempo il futuro.
Per Rossini sono stati cinque anni di “traversata nel deserto”, durante la quale non ha mai mollato la presa, nonostante difficoltà e delusioni. Forse nessuno credeva che ce l’avrebbe fatta ad arrivare in fondo, tanto era ardua l’impresa ed irto di ostacoli il percorso…
Neppure la sua candidatura a sindaco è stata facile e indolore. Ha dovuto superare prima la dura selezione interna al Pd e quindi le forche caudine delle primarie “a 5”, che lo hanno legittimato alfine come unico sfidante.
Anche dopo la consacrazione nel nuovo ruolo, Rossini non si è lasciato andare a derive leaderistiche, ma ha lavorato con rinnovato spirito di servizio alla costruzione della squadra, del programma, delle liste.
Arrivato il periodo più caldo della campagna elettorale, rifuggendo da consigli e tentazioni, l’alfiere del centrosinistra ha voluto evitare di alzare lo scontro sul piano personale e della polemica dura e pura, preferendo marcare la differenza sostanziale della propria proposta per Todi, anche in termini di diverso stile ed approccio alla soluzione dei problemi della città. Una linea sobria e misurata che neppure la concitazione degli ultimi giorni, con gli inevitabili timori e perplessità, è riuscita a far cambiare.
Insomma, un Rossini un po’ regista e un po’ “mediano”, nel senso della canzone di Ligabue, “con una vita a recuperar palloni, a lavorare sui polmoni, con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi… lavorando come Oriali, anni di fatica e botte, vinci casomai i mondiali”.
Ovvero, per Carlo Rossini, le elezioni.