La situazione di crisi, lo snellimento degli strumenti di gestione stanno determinando nella Regione Umbria la necessità di ridurre ad unità il sistema degli ATC (ambiti territoriali di caccia), operazione che evidentemente è meno problematica di quella sui territori provinciali.
Ancor meno problematica, sempre per la Regione, la situazione determinata, nei boschi e campagne, umbre dalla prolungata siccità che evidentemente non innalza il livello di rischio di incendi per la presenza di numerosi cacciatori nè quello di trovarsi di fronte animali stremati.
E così via alla "preapertura", forse contando su acqua dal cielo all’ultimo minuto
L’assessore regionale alle politiche agricole ed alla caccia, Fernanda Cecchini, ha annunciato ai rappresentanti delle Provincie umbre (per la Provincia di Perugia, il presidente Marco Vinicio Guasticchi e per la Provincia di terni l’assessore Filippo Beco), degli Atc e delle associazioni venatorie presenti alla riunione della Consulta regionale faunistico-venatoria che gli uffici regionali stanno lavorando ad un ipotesi di riforma, che sarà sottoposta all’attenzione della Giunta nelle prossime settimane e successivamente in consiglio regionale per giungere così, entro la fine dell’anno, all’approvazione di un disegno di legge che modificherà quanto contenuto nella legge 14 del 1994 e nelle successive disposizioni che hanno regolato fino ad oggi la vita ed il funzionamento degli Atc in Umbria:
“Da tempo, ha sottolineato la Cecchini, viene da più parti segnalata l’esigenza di un riordino del settore. Anche qui si avverte la necessità di una razionalizzazione che tenga conto della situazione di crisi e degli obiettivi di snellimento degli strumenti di gestione.
In linea con le politiche portate avanti dalla Giunta regionale anche per la gestione di altri servizi quali le risorse idriche, i rifiuti, i trasporti, l’edilizia residenziale pubblica ecc, quindi ci sembra ormai giunto il momento di ripensare anche il sistema organizzativo della gestione venatoria”. Attualmente in Umbria esistono tre Ambiti territoriali (perugino, valle umbra e ternano), con tre comitati di gestione composti ognuno da venti membri.
“Alla luce dei nuovi assetti istituzionali che si stanno delineando, nonché alla esperienza maturata in questi anni in ordine all’attività di gestione e organizzativa degli Ambiti si ritiene necessario e opportuno riconsiderare una nuova suddivisione del territorio destinato all’attività venatoria ed un nuovo assetto organizzativo e funzionale per la gestione dei costituendi ATC.
A tal proposito, ha affermato l’assessore, come assetto organizzativo e funzionale la proposta ottimale potrebbe essere quella di riunire in un unico comitato di gestione la struttura gestionale degli Ambiti Territoriali di Caccia.
“Passare quindi dai tre organismi attualmente esistenti, ad un unico organismo regionale,ha aggiunto l’assessore Cecchini, consentirebbe un notevole risparmio dei relativi oneri economici di funzionamento ed una razionalizzazione della spesa derivante da una unitarietà di conduzione delle attività di gestione (ad esempio la riduzione delle spese per l’acquisto di beni e servizi con l’obbligo di un’unica fonte di approvvigionamento).
Tale conduzione unitaria giustifica maggiormente anche il progetto di centralizzazione della produzione di selvaggina qualificata (lepre e fagiano) utilizzata per i ripopolamenti, che la Regione sta perseguendo con la realizzazione del Centro di San Vito.
Anche la suddivisione del territorio, ai fini della pianificazione e del governo della fauna, in conseguenza della riconduzione ad un unico organismo regionale di gestione, comporterà una revisione della ripartizione del territorio regionale destinato all’attività venatoria, in Ambiti Territoriali di Caccia intesi come unità operative di applicazione degli interventi.
Tale ripartizione, nel rispetto dei criteri tecnici oggettivi previsti dalla vigente normativa, potrebbe essere suddivisa in quattro o cinque unità territoriali.
In questo modo si otterrà una riduzione di superficie degli Ambiti che consentirà una più precisa ed accurata programmazione e realizzazione di tutti quegli interventi gestionali (piani di abbattimento, miglioramenti ambientali, pianificazione distretti di caccia cinghiale e capriolo, ripopolamenti ecc.) che costituiscono le attività basilari a cui sono preposti i Comitati di gestione.
La proposta quindi di istituire cinque unità di gestione territoriale (ATC) con un unico Comitato di gestione, ha continuato la Cecchini, contempera allo stesso tempo l’esigenza di razionalizzazione della spesa perseguita attraverso la diminuzione dei costi riferibili agli “organi politici” (membri del comitato e presidenti) e l’economia di esercizio ottenuta dalla unitarietà di gestione per tutto il territorio regionale, con un miglioramento delle attività gestionali ottenuto a seguito della riduzione della superficie di riferimento degli ambiti territoriali di caccia”.
Su queste linee dunque si è aperto il dibattito all’interno della Consulta regionale faunistico venatoria, primo passo di un percorso che consentirà presto alla Giunta regionale di preadottare un disegno di legge da sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale per giungere ad una rapida approvazione.
L’Assessore Cecchini ha colto l’occasione anche per rivolgere un grande “in bocca al lupo” al mondo venatorio in vista della pre-apertura della caccia prevista per sabato prossimo 1 settembre. “La stagione, ha detto l’assessore, si apre mentre è molto vivace, a livello nazionale, il dibattito sulle problematiche legate alla salvaguardia del territorio colpito quest’anno dalla siccità e da numerosi incendi boschivi.
Siamo in condizioni di poter affermare, ha dichiarato l’assessore Cecchini, che l’Umbria non presenta situazioni di particolare crisi, anche grazie al clima ed alle temperature di questi ultimi giorni e quindi la stagione si può avviare nella piena normalità.
Certo, come ogni anno, chiediamo ai cacciatori la massima attenzione e la massima collaborazione affinchè la stagione possa avviarsi e continuare nel modo più soddisfacente. Ma di questo, ha concluso l’assessore, sono certa vista anche la grande sensibilità ambientale che da sempre dimostrano i cacciatori umbri”.









