La guerra campanilistica in Umbria tra l’eugubino – gualdese e la valle umbra sud (Foligno – Spoleto) non è solo per il set di “Don Matteo” che dalla città dei ceri s’è spostato in quella del Festival.
Ci sono anche questioni più corpose come quella della stazione in cui si fermeranno i treni dell’alta velocità, se e quando arriverà anche in Umbria.
Una stazione, perché in un territorio così piccolo come l’Umbria, più di una non sarebbe mai possibile.
Una stazione che si ipotizza di lasciare a Foligno o collocare nei pressi dell’aeroporto ( se ancora avrà un ruolo) regionale.
Poche decine di chilometri di distanza e vicino all’asse della Foligno-Perugia-Terentola
Questione che, come altre volte detto, ne nasconde altre.
Una di queste, almeno, sembra essere la speranza che una volta costruita una linea ferroviaria fin nei pressi di Gubbio questa possa essere utilizzata anche per i treni più lenti
visto che sull’alta velocità almeno da Gubbio-Gualdo ni potrebbe salire.
“Nel corso di recenti vertici di maggioranza e riunioni di Commissioni – afferma in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli, nato ovviamente in quel di Gubbio – sono tornato con forza a chiedere a tutte le forze politiche che compongono il Consiglio provinciale di non rimandare alle calende greche una discussione importante, fondamentale per i destini del sistema dei trasporti umbro e di tutto il Centro Italia : quella sulle mozioni riguardanti l’ipotesi di variante per la Orte – Falconara passante per Assisi – Bastia – Perugia Sant’Egidio – Gualdo Tadino (nelle vicinanze della frazione eugubina di Branca ).
Si deve arrivare, questo ho detto, a maggio – giugno massimo alla votazione dei documenti . Se si riuscirà a costruire un documento unitario meglio; se ci si dovrà , viceversa, dividere tra chi sostiene l’ipotesi di variante e chi invece si ostina a non voler comprendere che lungo l’asse di Valtopina l’alta velocità non fermerà mai , con soldi dei cittadini buttati via per progetti folli, andrà bene lo stesso in quanto servirà almeno a fare chiarezza ".
" L’ostruzionismo al progetto di variante venuto storicamente da ambienti come quello folignate e spoletino (con le doverose eccezioni ! ) è quanto di più insensato, dannoso, pregiudiziale e controproducente possa esserci : la Città di Foligno spera forse di rivitalizzare le Officine Grandi Riparazioni inaugurando una linea morta, sulla quale non fermeranno i treni perché non c’è bacino d’utenza e quindi non potranno esserci nemmeno mezzi da riparare ? Spoleto pensa di guadagnare qualcosa dall’arretramento di altri territori ?
Dove sta la tanto decantata solidarietà tra territori, sempre invocata quando occorre salvare le attribuzioni di certe zone dell’Umbria fregandosene altamente di quelle di altre zone con eguale dignità ?"
"Pertanto, credo che accanto alla votazione di documenti , pur fondamentali, sia necessario anche un Consiglio provinciale aperto che ponga la questione dello sviluppo infrastrutturale della nostra Regione, con particolare riferimento ai trasporti ferroviari ”.