Condividi su facebook
Condividi su twitter
Uno studio avviato dal Servizio risorse idriche e rischio idraulico della Regione Umbria e realizzato in collaborazione con le Università di Perugia e Pisa, avrebbe fatto emergere buone prospettive per l’utilizzo delle risorse geotermiche in Umbria: da Città di Castello a Todi e da qui fino a Narni
geotermia-3

“Lo studio delle potenzialità geotermiche del territorio regionale umbro”, avviato dal Servizio risorse idriche e rischio idraulico della Regione Umbria e realizzato in collaborazione con le Università di Perugia e Pisa, avrebbe fatto emergere buone prospettive per l’utilizzo delle risorse geotermiche in Umbria.


“Il progetto è ancora in fase di realizzazione – ha sottolineato l’assessore regionale Rometti  – ma gli elementi già rilevati evidenziando come il territorio umbro sia interessato da risorse geotermiche significative, in particolare nel settore occidentale, indicativamente ad ovest del corso del Tevere, da Città di Castello a Todi, e da Todi fino alla zona di Narni”.
Nel commentare i dati del rapporto “Comuni Rinnovabili 2013” di Legambiente, l’assessore ha posto in evidenza che il comune di Perugia rientra in una ristretta cerchia di 56 comuni sopra i 30 mila abitanti in cui l’energia rinnovabile è in grado di coprire  dal 50 al 99 per cento dei fabbisogni delle famiglie residenti e risulta l’ottavo comune italiano ad aver investito sul fotovoltaico in ben 6 edifici pubblici, mentre  per quanto riguarda l’idroelettrico il capoluogo umbro si classifica al 30 posto in Italia, così come ottimi sono anche i risultati nel campo della geotermia dove Perugia si classifica come settimo comune italiano”.

Inoltre, un primo bando regionale per l’utilizzo dell’energia solare in edifici pubblici ha permesso il finanziamento, con oltre 5 milioni di euro provenienti dai fondi della Comunità Europea per lo sviluppo regionale (POR FESR), dei progetti di 51 comuni che prevedono la messa in opera di interventi su oltre 105 edifici, con la realizzazione di impianti fotovoltaici, contestualmente a impianti solari termici per la produzione di acqua calda, nonché la rimozione di coperture contenenti amianto.
Un secondo avviso, con una copertura economica di 6 milioni di euro, era riservato alle imprese per la sostituzione dei tetti in amianto con impianti fotovoltaici. 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter