Condividi su facebook
Condividi su twitter
Nella XX edizione della graduatoria di Legambiente, l'Umbria è presente solo con i Comuni di Fratta Todina, Monte Castello di Vibio, Torgiano e Giano dell'Umbria
comuni_ricicloni

I piccoli Comuni della media valle del Tevere Umbro e dintorni fanno una bella figura nella XX edizione di Comuni Ricicloni.
Il criterio con cui la graduatoria è stata formulata da Legambiente si basa sulla  normativa comunitaria e nazionale che indicano come la gestione dei rifiuti urbani in un determinato ambito territoriale debba essere valutata non solo in base alla percentuale di raccolta differenziata, ma considerando anche altri fattori tra i quali la riduzione della quantità totale di rifiuti prodotti, la sicurezza dello smaltimento e l’efficacia del servizio.
A partire dall’edizione di Comuni Ricicloni 2004 è stato quindi introdotto l’indice di buona gestione, che rappresenta un "voto" alla gestione dei rifiuti urbani nei suoi molteplici aspetti: recupero di materia, riduzione del quantitativo di rifiuti prodotti, sicurezza dello smaltimento, efficacia del servizio.
L’indice di buona gestione, compreso tra 0 e 100, è calcolato a partire dai valori di 24 parametri scelti dalla giuria del concorso. Maggiori approfondimenti sull’indice di buona gestione sono disponibili sul sitowww.ricicloni.it
 
Sono tre le comunità del comprensorio, oltre Giano, che sono tra i 1.23 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti.
Rientrano quindi in quel 16 per cento di comuni d’Italia, per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13 per cento della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo e quindi la Green Economy.
Comune vincitore assoluto è Ponte nelle Alpi, 8.508 abitanti in provincia di Belluno, che per il quarto anno consecutivo raggiunge livelli di eccellenza.
La situazione umbra invece è un bel po’ più desolante: sono solo quattro i comuni che entrano nella classifica di Comuni Ricicloni, il 4,32% sul totale dei comuni umbri, contro il 19,51% di quelli marchigiani e il 7,32% di quelli toscani.
Quattro e tutti piccoli, sui quali spicca Giano dell’Umbria al 18° posto della classifica dei comuni del centro al di sotto dei 10.000 abitanti con un indice di buona gestione1pari a 59,56 e una raccolta differenziata del 70.1%.
Segue Torgiano al 33° posto con un indice di buona gestione di 55,01 e una raccolta differenziata del 73,7%.
Al 43° posto invece Fratta Todina con un indice di buona gestione di 50,76 ed una raccolta differenziata del 68.1% e Montecastello Vibio al 52° con un indice di buona gestione a 47,65 e un raccolta differenziata al 67,4%.
Nessun capoluogo del Centro Italia entra in classifica.
Spiccano invece Belluno per il Nord con il 70% di raccolta differenziata e Salerno con il 68% per il Sud.
Così come nessun comune umbro sopra i 10.000 abitanti entra nella classifica, dominata da Serravalle Pistoiese che raggiunge l’87% di raccolta differenziata.
Dal dossier Comuni Ricicloni 2013 emerge la novità di questa XX edizione: in Italia esistono realtà che vanno oltre l’eccellente risultato del 65% di raccolta differenziata e riciclata, arrivando quasi ad essere ‘ rifiuti free’, ovvero comuni dove si è riusciti a ridurre dell’90% circa la quantità di rifiuti da smaltire.
Sono 330 in
totale e in media ognuno ha prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato in un anno. Un caso su tutti, il comune di Empoli che nonostante i suoi 48 mila abitanti è un comune "rifiuti free".

Come si raggiunge questo risultato? Le ricette sono diverse, ma con alcune caratteristiche comuni: la raccolta "porta a porta", la modalità di tariffazione del servizio (197 sono a tariffa puntuale, 29 normalizzata e 104 a tassa), la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche fiscali che applichino il principio del ‘chi inquina paga’ e premino il cittadino virtuoso con una riduzione della tassa sui rifiuti se separa bene i materiali da ciò che non si può riciclare; e ancora, incentivando la pratica del compostaggio domestico, promuovendo il consumo dell’acqua del Sindaco riducendo le bottiglie di plastica, bandendo le stoviglie in plastica in favore di quelle riutilizzabili.
Ed è di questi giorni il lancio da parte di Legambiente della raccolta firme per la petizione popolare "Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare" nell’ambito della sua campagna "Italia rifiuti free" affinché la tassazione a carico di famiglie e aziende sia equa e premi i comportamenti virtuosi.

 
Nel commentare la situazione regionale il presidente di Legambiente Umbria, Alessandra Paciotto ha lanciao un invito ” Dobbiamo spingere per ridurre i rifiuti prodotti, passare al porta a porta spinto su tutto il territorio regionale a cominciare dalla frazione organica, che non può più essere stradale e comprendere i pannolini, come avviene invece a Perugia (unica città d’Italia ad adottare questa modalità), dire stop ai termovalorizzatori vecchi e nuovi, costruire e rendere più efficienti gli impianti di riciclaggio, a partire da quelli per l’organico come i digestori anaerobici, e diffondere tutte quelle politiche organizzative articolate e flessibili che danno al settore capacità di sviluppo e di adeguamento rapido e indolore alle nuove tecniche e a nuovi stili di vita".

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter