E’ stato pubblicato un avviso pubblico per il TODIFESTIVAL che concede solo 15 giorni di tempo per le candidature. Certo, era urgente per non arrivare in ritardo rispetto alla manifestazione più importante dell’anno. Però è da fine Settembre dell’anno scorso che avrebbero potuto fare questo avviso. Se hanno perso tempo, non è un buon motivo per fare le cose in fretta e, a quanto pare, anche alla carlona.
Vengono dati i criteri e i punteggi di valutazione, ma non gli OBIETTIVI E I CONTENUTI (che tipo di Festival, per quale pubblico). Come fa un potenziale partecipante a capire che cosa deve proporre? E quelli che esamineranno le candidature come fanno a capire se le proposte siano conformi a quanto richiesto? I criteri e i punteggi sono uno STRUMENTO per misurare, ma prima bisogna indicare ai partecipanti CHE COSA verrà misurato.
Tra i criteri di valutazione troviamo “l’innovatività della manifestazione”: ma è una frase vuota se non si danno elementi per capire che cosa può essere considerato innovativo, rispetto a quali parametri, a quali altri festival.
Poi c’è “l’efficacia e la funzionalità della comunicazione”, ma anche questa è una frase vuota, se non si definisce prima che cosa si intende per efficace (per uno potrebbe essere efficace la presenza sui social network, per un altro la presenza sulle TV internazionali). Qualsiasi produttore di biscotti o di pannolini indica all’agenzia di comunicazione quali sono i suoi obiettivi, e la campagna nasce di conseguenza.
Si dà un punteggio anche alla “realizzazione di un calendario di appuntamenti formativi in materie artistiche”. Che diavolo vuole dire? Anche in questo caso non si mette un criterio di valutazione su un argomento che non è stato prima indicato nella parte descrittiva del bando.
Poiché non vogliamo assolutamente pensare che si voglia spianare la strada a qualcuno che ha già parlato con l’Amministrazione e ha proposto una bozza di progetto che contiene anche un programma formativo, pensiamo solo che si tratti di superficialità e sciatteria.
Però si impone che il direttore artistico abbia diretto almeno 4 INIZIATIVE ANALOGHE negli anni pregressi. Come si decide se le iniziative dirette dei candidati direttori artistici siano “analoghe”? Basta che abbiano fatto un festival (magari del liscio) o deve essere qualcosa di talmente analogo col Todifestival che l’unico che potrà partecipare è chi ha già diretto almeno 4 Todifestival?
Il dubbio è rafforzato se si vanno a guardare i punteggi che vengono attribuiti alle candidature, perché il curriculum del direttore artistico pesa molto di più dei contenuti. Il che vorrebbe dire che paradossalmente, potrebbe vincere un progetto scadente con un esperto direttore artistico: è questo che si vuole?
La confusione continua anche nella parte degli impegni: “il Comune non impegnerà più di 120 mila Euro”, e poi afferma che inoltrerà domande di contributo anche a Enti pubblici come Regione, Provincia, Camera di Commercio.
Anche questo non è assolutamente chiaro: vuole dire che il Comune cercherà presso quegli Enti la copertura dei PROPRI 120 mila Euro, riducendo quindi il proprio esborso, oppure che cercherà fondi AGGIUNTIVI da mettere nel progetto? E’ una questione essenziale, perché a seconda dell’interpretazione possono cambiare radicalmente gli importi, e quindi anche la qualità del progetto. Chi si candida e scrive il progetto deve sapere se può contare solo sui soldi del Comune o se può accedere ad altre fonti pubbliche e quindi arrivare, in totale, a 200 o 300 mila Euro.
Naturalmente se l’Assessore non ha tempo per dare questi chiarimenti, magari potrebbe farlo la Dirigente responsabile o il Segretario comunale, cui compete il controllo di legittimità