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Fernando Creonti, sindaco liberale di Acquasparta nell'Umbria rossa dal 1965 al 1975, fu un eroico comandante partigiano: ristampata la sua storia con la prefazione di Aldo Cazzullo
memorie

Il quotidiano “La Stampa” ha ospitato ieri una bella recensione di “Memorie di vita clandestina”,  scritto da Fernando Creonti, che sotto lo pseudonimo di «maggiore Ferrini», fu l’ufficiale di collegamento tra il Comando supremo delle missioni alleate, il CLN e il Comando Militare Regionale del Piemonte. Fu strettissimo collaboratore del generale Perotti e scampò per un soffio alla retata di patrioti che furono giustiziati il 5 aprile del 1944 al Martinetto di Torino.

Fernando Creonti, noto industriale piemontese, è stato dal ’65 al ’75 Sindaco di Acquasparta. E’ stato un Sindaco liberale nell’Umbria rossa; per noi giovani di sinistra era un signore rispettato, ma molto lontano dalla nostra cultura.
Nulla si sapeva del centrale ruolo avuto da Creonti nella resistenza piemontese. Così quando, qualche anno fa, curiosando nella biblioteca di mio padre, mi sono imbattuto in Memorie di vita clandestina, in cui Creonti racconta la sua attività di comandante partigiano, ho avuto un vero sussulto, un misto di emozione e stupore che ancora ricordo.

Come? Pensai. Creonti, il Sindaco che aveva «osato» battere i comunisti in Umbria, era stato un personaggio di prima grandezza della resistenza in Piemonte?
Come mai nessuno ne aveva mai parlato? Semplice ignoranza o colpevole silenzio? Per colmare questo ingiustificato vuoto è iniziata una azione di riscoperta del Creonti partigiano con vari convegni e con la ristampa di Memorie di vita clandestina, a cui Aldo Cazzullo ha dedicato una toccante prefazione.

Nel libro, Creonti, intende restituire una visione della Resistenza come «movimento di un intero popolo a prescindere dalle appartenenze ideologiche» e sostiene che da quelle pagine «si trarrà la conferma che la lotta di liberazione non è stata monopolio di un partito o di una classe sociale.
La lotta di liberazione è stata possibile e si è vittoriosamente conclusa perché ad essa ha partecipato tutto il popolo italiano: dai militari al clero, dal proletariato ai professionisti, alla nobiltà».

Si avvicina il settantesimo anniversario della Liberazione e riscoprire testi come Memorie di vita clandestina e il ruolo nella Resistenza di un personaggio come Creonti, industriale e politico liberale, amato dai moderati e rispettato dagli avversari politici, oltre a essere il tardivo omaggio a un patriota che dopo l’8 settembre decise di combattere dalla parte giusta, può essere un contributo alla più larga condivisione dei valori della lotta di liberazione.

 

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