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Un articolo scritto nell'agosto 1919 su una rivista d'arte statunitense dà un'immagine netta della vita di quel tempo in Umbria ed informazioni approfondite sull'arte della ceramica
Deruta 1919 1

Attraverso la collaborazione con il Metropolitan Museum of Art , la Frick Collection , e il Brooklyn Museum , un’associazione americana, la JSTOR, ha messo a punto una collezione di riviste statunitensi d’arte del 19 ° e l’inizio del 20 ° secolo che si trovano nelle biblioteche di questi importanti musei di New York.
Tra tali testi una lettrice di Deruta, Roberta Niccacci,  ha tradotto un articolo comparso sul periodico Art & Life di New York, Vol. 11, No. 2 (Agosto, 1919) (pp. 71-75) scoperto  da un  compaesano che lo ha pubblicato sul gruppo  facebook “Sei di Deruta se…”.  che è molto attivo nelle iniziative per la città della ceramica.

L’articolo originale di Edgar Holm si trova online all’indirizzo: http://www.jstor.org/stable/10.2307/20543048 e tratta de “ i fabbricanti di maiolica di Deruta”, ma offre anche una fotografia di come era la cittadina umbra e non solo quasi un secolo fa

DERUTA è una piccola località collinare poco visitata, in direzione Roma e a breve distanza da Perugia. Pochi viaggiatori si sono dati la pena di recarvicisi, altrettanto pochi scrittori di libri di viaggio si sono interessati alla pur minima descrizione di questo luogo d’altri tempi ed estremamente interessante, forse culla della fabbricazione della maiolica, quel prodotto dell’arte del ceramista che ha aggiunto fama ai prodotti artistici italiani nel corso dei secoli che comprendono il periodo della ceramica italiana.”

Holm, dopo una digressione sui personaggi che lo accompagnavano nella visita in Umbria, ed in particolare di tal Medici, racconta del suo incontro con l’arte derutese
“ Forse noi stessi non saremmo venuti in un luogo così deliziosamente pittoresco, se il Medici non lo avesse messo avanti. ……..
 Ora accadde che in uno dei giorni del nostro soggiorno a Perugia, il Medici tornò di corsa nell’albergo in cui eravamo modestamente alloggiati, annunciando senza fiato la sua ultima acquisizione, un delizioso bacile di maiolica, “ fatto ieri, cari miei, a Deruta, più fine di qualsiasi altra cosa!”

Era molto bello. Come soggetto della decorazione il sermone di San Francesco agli uccelli. “Vi rendete conto”, disse il Medici, “ quello che sta ad indicare questo piatto?” Lo sapevamo bene ed avevamo anche ragione! Voleva dire andare per quel di Deruta e di conseguenza assicurarsi che il Cerrio sarebbe stato disponibile alle sette della mattina con la sua bellissima carrozza e la sua ugualmente bella cavalla, che ci avrebbe portato tutti e tre giù per le strade ripide di Perugia fino alla piana sottostante e lungo la strada che infilava piccoli agglomerati, fino a che finalmente la giumenta sarebbe salita su con noi per una collina fitta di costruzioni antiche, senza fermarsi prima di aver raggiunto la porta d’ingresso della città. 

L’Emillina era la cavalla più straordinaria che avessi mai conosciuto. Avrebbe screditato qualsiasi teoria avanzata dalla scienza gravitazionale. In ogni modo noi scampammo tutti i pericoli. Con alti balzi l’Emillina schivava maiali, polli e anche bambini. Per quanto potessimo essere entusiasmati dall’abbondanza infinita di invettivi incoraggiamenti alla velocità da parte del Cerrio, tutte queste cose vennero dimenticate pensando che eravamo ad un passo dalla scoperta, dal trovare un luogo che il vecchio e metodico Herr Baedeker non aveva considerato degna di nota; una cittadina che produceva alcune delle più belle maioliche del mondo, maiolica che potrebbe essere stata la prima realizzata in Italia da artigiani del posto. 

Appena fuori dalla porta della città scendemmo, preferendo fare il nostro ingresso  il meno possibile a mo’ di occupanti di un carretto da circo in dirittura d’arrivo.
Il Medici non aveva fatto dieci passi che ci fermò, gridando “Guardate! Guardate quella vecchia sibilla laggiù!” Michelangiolesca nei tratti, un’anziana donna sedeva sul selciato di fronte ad un vecchio edificio. Alla sua destra ed alla sua sinistra si stendeva un mare di piatti. Mentre di fronte a lei c’erano grandi contenitori pieni di argilla per ceramica.
Nelle sue mani teneva un piatto concavo, detto anche bacile, di cui rifiniva in maniera primitiva la superficie esterna. “Ecco,” disse il Medici “la regina madre della maiolica!”Deruta 1919 2
 
Notando il nostro interesse nella sua occupazione, l’attempata signora ci sorrise con ospitalità e ci venne incontro per rispondere alle nostre domande. Di sicuro sapeva che la maiolica di Deruta era molto antica! Non ci sarà stato ad esempio un vecchio piatto nella casa del Signor Sindaco che era stato fatto per la moglie di Giulio Cesare? Non ci sarà stato altresì un vecchio vaso da farmacia di Deruta recuperato dall’arca di Messer Noè? Se noi ci fossimo curati solo di seguirla. Lei ci avrebbe portato dal direttore della fabbrica di maiolica e nel suo ufficio avremmo visto coi nostri propri occhi l’autentico bolo di Deruta nel quale Messer Virgilio mescolava filtri amorosi! “Questa non è una sibilla, Medici” gli sussurrai “E’ semplicemente la signora Ananias!” Il Medici si girò verso di me con sguardo compassionevole e disse con decisione “tu non hai nessuna immaginazione!”
 Deruta 1919 3 Il Direttore rise quando raccontammo i dettagli delle informazioni che la sibilla ci aveva impartito lungo la via, sulla strada medievale che portava al suo ufficio medievale.  “Ma vi meravigliate?” diss’egli “Le origini dell’arte della nostra maiolica sono avvolte nel mistero. Gli esperti si dibattono sull’argomento e i collezionisti si accontentano di conoscere solo il periodo più recente.
Il lustro madreperlaceo, così straordinario nei pezzi dei primordi e che in qualche misura i nostri pezzi moderni sono riusciti ad imitare, è stato attribuito da alcuni a Deruta, da altri a Pesaro.”Deruta 1919 4

Scoprimmo che il Medici era un’enciclopedia sull’argomento, cosa che deliziò molto il direttore, e accadde che dai due messi insieme imparammo molto della storia della ceramica, sebbene non del tutto illuminati sulle sue origini. 
 Il lustro madreperlaceo, madreperla, veniva estratto da un pigmento dorato, dall’effetto particolare di perla se messo sotto una certa luce.
Siccome frammenti di tali ceramiche sono stati trovati solo nei mucchi di detriti vecchi di secoli vicino agli antichi laboratori di Deruta, sembra probabile che Deruta fosse la culla della ceramica italiana a madreperla. Forse che gli antichi ceramisti moreschi vennero dalla Spagna in questo posto per insegnare ai primi artigiani italiani di questa cittadina? Che lo fecero possiamo solo immaginarlo. Deruta 1919 5 Paragonata alla maiolica di Gubbio, la maiolica antica di Deruta sembra avere le caratteristiche distintive di una base più ruvida, di contorni dei decori disegnati più liberamente e con un blu un po’ più freddo, il riflesso dorato più metallico come caratteristica. Poi i blu scuri nelle maioliche antiche non a lustro appaiono non altrettanto brillanti rispetto a quelle di Cafaggiolo.
Il mio solo dubbio è che Deruta nei primordi comunicò a Gubbio (distante un giorno di viaggio) i suoi segreti per fare la maiolica
Deruta 1919 6 
Il pezzo di maiolica più antico recante una data e proveniente da Deruta è una mattonella votiva della collezione Castellani. La data che porta è 1505 e reca la scritta AVENDO. IO. LOBE. DOL. AMALATE. IN. CHASA. MERECOMMANDAE. AQUISTA. GLORIOSA. VER. MARIA. EF. SAO.
La collezione Salting contiene un piatto di Deruta datato 1545 e alcuni pezzi datati tra il 1541 e il 1545 che recano l’iscrizione EL FRATE; ma chi sia questo frate è ancora per noi da sapere.
Nella Sacrestia della Chiesa di S. Pietro a Perugia vedemmo in seguito un pavimento di mattonelle di Deruta che era datato 1563
 
Deruta 1919 7 Tuttavia l’attività della maiolica esisteva a Deruta già da un paio di secoli prima del Sedicesimo secolo. Testimonianze documentarie attestano che già nell’ ottava decade del Quattordicesimo secolo, nel 1387 per essere precisi, a Deruta vennero fondati laboratori per la produzione di maiolica. Un altro documento dei primordi conferma che l’uso dello stagno nella produzione della ceramica risale al 1475. 

Non credo che queste cose avrebbero affievolito minimamente la fede della sibilla nelle storie che lei raccontava! Più tardi quando ci fermammo a parlare di nuovo con lei, dopo aver visitato l’interessante vecchio edificio, in cui veniva prodotta la ceramica moderna (nello stesso modo, con lo stesso tipo di argilla, smalti, pigmenti colorati, stampi etc. che erano stati usati per secoli), molto bella e pienamente degna di essere collezionata, la nostra sibilla aveva più storie da raccontarci, storie del tipo che saldavano insieme la storia antica e moderna, storie che univano le leggende dell’antichità con gli avvenimenti giusto di ieri, e con quale disinvoltura lo faceva!

Deruta 1919 9 Avevamo mai sentito del Baglioni di Perugia? Certamente! Bene, una volta fece costruire una casa intera di mattonelle di maiolica di Deruta e ci invitò il poeta Dante e il compositore Verdi a fargli visita lì! “Parola mia!” esclamò il Medici, “Che immaginazione avete, Signora!” Al che lei rispose ingenuamente “Che cosa intendete per immaginazione, Signor?” Con un piacevole cenno al Medici, azzardai “l’immaginazione è un’aggiunta preziosa molto ricercata dai collezionisti per evidenziare il fascino delle loro acquisizioni.” La sibilla scosse solo la testa ma il Medici capì. ”

Deruta 1919 8

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