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Al momento sono le auto e gli automobilisti a sorreggere il bilancio dell'ente provinciale perugino che dovrà versare allo Stato 11,5 milioni di euro
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Per il momento, solo mediante gli introiti derivanti dall’imposta RC auto e l’IPT (imposta provinciale di trascrizione )si riesce a garantire il funzionamento di tutta la Provincia di Perugia.

Lo ha sottolineato il Presidente Mismetti precisando che “da qui ai prossimi anni le Province sono chiamate dalla legge di Stabilità 2015 ad essere parte attiva per ridurre la spesa pubblica e quindi buona parte delle imposte che anche l’Ente di Piazza Italia riscuote passerà direttamente alle casse dell’amministrazione centrale.
Per il 2015 la Provincia di Perugia dovrà versare allo Stato 11,5 milioni di euro, cifra destinata a triplicarsi da qui fino al 2017.

Una situazione di grave sofferenza che, tra i vari provvedimenti ha costretto a manovre sia sul fronte del contenimento della spesa che del maggior gettito fiscale.
In questo ambito si inserisce l’aumento dell’IPT (imposta provinciale di trascrizione) passata dal 26% al 30% dal primo gennaio 2015, provvedimento adottato per garantire anche il minimo di servizi erogati finora.
Ma questo non sarà sufficiente a meno di misure che si attendono a livello nazionale che dovranno stabilire quali funzioni rimango in capo alla Provincia e il relativo personale che dovrà assolverle.
Tenendo conto anche che i dipendenti hanno già subito in queste ultime settimane dei tagli consistenti ai loro stipendi.
Tagli che si andranno a ripercuotere sull’economia locale impoverendo tutto il contesto socio economico..

Entrando nel dettaglio delle imposte vediamo una ad una quali sono le percentuali che restano in capo alla Provincia e quali invece se ne vanno allo Stato o alla Regione.
Abbiamo l’imposta regionale n. 30/1997 che disciplina il rifiuto speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi che per il 90% viene versata alla Regione e il rimanente 10% rimane in capo alla Provincia.
Ancora, i tributi dei cavatori che per il 50% sono destinati alla Regione, il 33% ai Comuni e il 17% all’amministrazione provinciale. “

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