In pochissimi anni il centro di Terni è stato trasformato dalla politica di palazzo in una sorta di discoteca en plein air come se i problemi veri di Terni potessero essere minimamente leniti da un’atmosfera di consumismo di facciata in cui l’incertezza del futuro dei giovani viene drogata
dalla comoda illusione di una movida da spiaggia che le famiglie sono costrette a mantenere talvolta anche con sacrifici. L’inciviltà di molti frequentatori, sbandati, ubriachi, sta facendo la differenza. Spesso, troppo spesso, il consumo di alcool, quando non di droga, cambia persino le
abitudini ed il costume di una città che da civile, in assenza di una politica consapevole, sta diventando estranea ad un numero sempre maggiore di ternani. L’ennesimo, gravissimo episodio dell’omicidio di un ventisettenne da parte di un marocchino ubriaco, strana coincidenza nella nuova
Piazza Batman, fa apparire ridicoli oltre che irresponsabili i proclami di sicurezza degli ultimi mesi di fronte ad un crescendo inaccettabile di inciviltà. Addirittura sono i vigili urbani, tutori della sicurezza, che, nonostante una professione specifica e un’arma portata con tanto di
autorizzazione e perizia, dichiarano di sentirsi insicuri. Ma cosa deve dire allora un cittadino qualsiasi, una donna che rincasa di sera da sola, e che spesso si trova a dover attraversare gruppi di giovani con le bottiglie di birra in mano, spettacolo ormai consueto? Quanto ad inciviltà il centro
è ormai diventato un vespasiano a cielo aperto. Fino a pochi anni fa vedere spavaldamente orinare sui portoni, sulle vetrine, sui pali della luce, come neanche i cani fanno, giovinastri totalmente disinibiti da una cultura che non era la nostra, era pratica rarissima. Oggi chi vive e frequenta il centro è costretto ad assistere in modo ormai sistematico all’abitudine crescente,
soprattutto nelle vicinanze di pub, bar automatici e locali cui non viene imposta l’installazione di un bagno, alla normale esibizione di organi maschili in ordinaria evacuazione. Si è fortunati se non si abita in vicoli in cui è possibile pestare anche residui solidi. Senza alcun ritegno come se a Terni fossimo tornati in un mondo primordiale. Senza alcuna remora nè pudicizia. Anzi, con il rischio che, sorpresi nell’atteggiamento adamitico, se qualcuno si permette di fare qualche osservazione, ti giungono risposte irridenti se non prepotenti, quasi sempre in lingue ai più sconosciute. Gridare lo sdegno non basta, anzi diventa pericoloso. Credo sia venuto il momento di dire basta ad atteggiamenti di buonismo idiota da parte di chi ha la responsabilità di aver lasciato scivolare Terni in una situazione di degrado inaccettabile. La sicurezza latita mentre si moltiplicano convegni
ridicoli in cui si afferma il contrario. Il vivere civile sta ormai degenerando verso forme che potevamo osservare come folcloristiche quando si viaggiava qualche decennio fa in paesi che nulla avevano a che fare con la cultura occidentale. Fenomeni per nulla governati da controlli
sistematici che viceversa pretendiamo. Il sindaco cominci a fare il sindaco se ne è capace, altrimenti, se non è in grado di esercitare con fermezza un minimo di controllo e di dissuasione di fenomeni degenerativi, tolga il disturbo perché Terni non può nè vuole essere più spinta verso un
certo tipo di sud proprio di alcuni paesi d’oltremare. Essere tolleranti è una cosa, avere il senso dell’accoglienza anche, ma far finta di nulla mentre la propria città sta degradando a vista d’occhio verso modelli ben lontani dalla nostra storia e dalla nostra sensibilità è da cinici ed irresponsabili.
Sarebbe questo il “multiculturalismo” che certi “cattivi maestri” pretendono di imporre, interessati come Buzzi da masse su cui speculare e da pacchi di voti da indirizzare?
- Enrico Melasecche
- 13 Marzo 2015
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