Condividi su facebook
Condividi su twitter
Bagarre sulle modifiche al regolamento per la caccia al cinghiale dopo che la Giunta regionale ha recepito solo alcune delle osservazioni formulate dalla Commissione consiliare
cinghiali-battuta

Se si dovesse valutare l’impegno che i politici hanno e stanno mettendo su certe questioni della caccia sembrerebbe che in Umbria tutti siano cacciatori e, in particolare nelle ultime ore, cinghialari e la “cosa” sia questione di vita o di morte.

 Appena l’assessore regionale alla Caccia, Fernanda Cecchini, ha reso noto che la Giunta regionale ha approvato definitivamente la modifica del regolamento regionale del prelievo venatorio del cinghiale, s’è alzata forte la voce dell’opposizione:
Per l’assessore “La modifica del regolamento per la caccia al cinghiale rafforza strumenti e azioni per il miglior controllo, gestione e contenimento della specie e ci consente anche di superare la straordinarietà degli interventi per la riduzione dei danni che provoca, a beneficio del bilancio regionale”.

Un buon testo, frutto di un lavoro di condivisione e analisi. Si è concluso l’iter dell’atto che – ricorda – dopo essere stato preadottato dalla Giunta, oltre a ottenere il parere favorevole della Commissione consiliare competente, è stato oggetto di un serio e approfondito confronto ed è stato anche ampiamente dibattuto nell’assemblea con il mondo venatorio umbro che si è svolta il 16 marzo scorso e alla quale ha partecipato anche la presidente della Regione Catiuscia Marini”.
“Nel testo finale – rileva l’assessore – abbiamo recepito alcune indicazioni della Commissione consiliare e le sollecitazioni espresse dalle associazioni venatorie nel corso della partecipazione”.

Tra i punti salienti, “un maggior controllo da parte della Regione nella gestione della specie mediante la trasmissione da parte degli Atc, gli Ambiti territoriali di caccia, di piani di monitoraggio e valutazioni sulla consistenza delle popolazioni di cinghiale con i relativi piani di abbattimento da sottoporre al vaglio dell’Osservatorio faunistico regionale”.
Nel regolamento  che sarà ora in vigore, vengono poi “individuate specifiche prescrizioni per il prelievo venatorio individuale alla cerca mentre saranno definite con apposito regolamento le prescrizioni per la caccia al cinghiale all’aspetto”.

C’è il “riconoscimento per le squadre con le migliori capacità organizzative e la maggiore efficienza di prelievo attraverso l’assegnazione di una priorità di scelta dei settori di caccia; considerato il breve intervallo di tempo a disposizione degli Atc – spiega l’assessore – l’applicazione di questa norma è stata rinviata alla stagione venatoria 2016, per dar modo agli Atc stessi di predisporre con la dovuta attenzione la sua attuazione”.
 
È prevista “la possibilità, su specifica autorizzazione degli Atc per esigenze di efficacia gestionale – spiega ancora – di effettuare battute congiunte esclusivamente nella giornata di giovedì, per un numero massimo di tre a stagione venatoria”.
Infine, “il divieto di iscrizione al registro delle squadre ammesse a praticare la caccia al cinghiale, per le due prossime stagioni venatorie, per nuove squadre”.

Ma come detto c’è qualcosa che non sta bene a qualcuno: i consiglieri regionali Raffaele Nevi (FI) e Massimo Mantovani (misto-Ncd) .
“Dopo tre anni di indecisione l’assessore Fernanda Cecchini si è svegliata e, per motivi meramente elettorali, ha varato il nuovo regolamento sulla caccia al cinghiale, ma ha disatteso il parere della Commissione in due punti sostanziali che avranno un impatto molto negativo sul mondo della caccia: la battuta congiunta il giovedì potrà essere fatta solo tre volte e previa autorizzazione da parte degli Ambiti territoriali di caccia.
Permangono inoltre i punteggi sui prelievi venatori”.

La battuta congiunta il giovedì – spiegano i due consiglieri regionali – era stata richiesta espressamente dalla Commissione, ed è stata introdotta nella stesura finale del regolamento da parte della Giunta ma non per tutti i giovedì, soltanto per tre volte e previa autorizzazione da parte degli Atc. Ciò porterà ad una grande discrezionalità, che gli Atc – secondo Nevi e Mantovani – non sapranno gestire o che gestiranno senza nessun criterio oggettivo e probabilmente, ancora una volta, sulla base della vicinanza dei richiedenti a questo o quel presidente”.

“Altro punto che sicuramente sarà difficile attuare è quello dei punteggi – rilevano Nevi e Mantovani – che la Commissione aveva giustamente chiesto di eliminare a vantaggio di criteri più efficaci per raggiungere l’obiettivo di contenere la proliferazione incontrollata della specie, con i relativi danni a pesare sul bilancio della Regione”.

 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter