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Andamento apparentemente schizofrenico del lavoro in Umbria: in aumento quello più tutelato e quello occasionale
inps

“In Umbria il mercato del lavoro, pur in un contesto difficile, mostra importanti segnali di risveglio: nel primo semestre 2015, secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, la regione e’ al secondo posto a livello nazionale per l’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato, con un incremento del 93 per cento fra i giovani con meno di 30 anni”.
Così il commento dell’assessore regionale Paparelli

In effetti le assunzioni al lavoro rilevate dall’Inps fanno registrare, per i rapporti a tempo indeterminato, un incremento notevole rispetto al 1 semestre 2014 : da 6.619 a 11.056
Anche le cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato hanno un andamento favorevole sono infatti scese da 9.867 a 9702
Il saldo è quindi anch’esso in aumento passando da una situazione negativa del 2014 per 3248 unità ad una positiva per 1354 unità di lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato in più

Ma una corrispondente diminuzione delle assunzioni a tempo determinato ed in apprendistato ridimensiona di molto il dato dell’incremento dell’occupazione contrattualizzata che, alla prima analisi appare come il 2° migliore d’Italia dopo quello del Friuli Venenzia Giulia e quindi ampiamente al di sopra di quello medio nazionale,
Per il Friuli l’incremento è del 82,9%, per l’Umbria è del 67,0% mentre quello nazionale è del 36%

Considerando, invece, tutti i tipi di rapporto il complesso delle nuove assunzioni scende sotto quelle medie nazionali di un punto percentuale ed a risollevare il dato complessivo c’è il fatto che le cessazioni sono in leggera diminuzione per tutte le tipologie di contratti

Nel complesso le nuove assunzioni: a tempo indeterminato, determinato ed in apprendistato, sono passate da 31.196 nel 2014 a 33.678 mentre le cessazioni sono passate da 26.949 nel 2014 a 26.106
Il saldo complessivo dei nuovi occupati quindi passa da 4247 a 7662 , ( erano 6.832 unità a maggio 2015 – Ma a partire dal report di giugno 2015 il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) ed ai lavoratori degli Enti pubblici economici. Pertanto, i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti.)

Ma oltre alle assunzioni “contrattualizzate” c’è un altro dato interessante nel rapporto Inps, un dato che smentisce
l’ipotesi dei giovani fannulloni ma che nello stesso tempo fa sorgere preoccupazioni per il futuro di non poco conto:
l’incremento delle prestazioni occasionali, quelle cioè che  sono limitate sia per importo percepito/percepibile che per durata

E’ una vera esplosione, infatti, nei VOUCHER venduti dall’Inps alle imprese e da queste utilizzate per pagare i lavoratori occasionali .
L’importo nominale di 10 euro di ogni singolo voucher comprende la contribuzione a favore della Gestione separata Inps (1,30 euro), quella in favore dell’Inail
(0,70 euro) e una quota per la gestione del servizio (0,50 euro). Il compenso netto per il lavoratore è di 7,50 euro  e dovrebbe retribuire un’ora di lavoro.
L’impresa non ha ulteriori contributi previdenziali da versare e quindi la prestazione lavorativa risulta conveniente, ma il lavoratore matura ben poco sul versante pensionistico.
Viceversa c’è da pensare che l’incremento sia in parte determinato dalla regolarizzazione del lavoro occasionale prima pagato in nero

Si passa dai 268.307 mila euro incassati dall’Inps nel 2013 ai 485.515 del 2014 ed ai 834.984 euro del 2015, con una variazione +217.208 pari all’ 81,0% tra il 2013 ed il 2014 e di 349.469 pari al 72,0% tra il 2014 ed il 2015

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