Un vigneto di Todi è da alcuni mesi sotto “stretta osservazione”. Si tratta di un ettaro di Sangiovese, sul quale la Droinwork, società specializzata in operazioni di telerilevamento con droni, sta conducendo un progetto sperimentale di precision farming in collaborazione con l’azienda dell’Istituto Agrario Ciuffelli. Nel corso della stagione, personale altamente qualificato e mezzi tecnologicamente avanzati hanno condotto rilievi periodici, nelle diverse fasi fenologiche, che arriveranno ovviamente fino alla maturazione.
L’attività, programmata da maggio a ottobre, si articola in otto rilevazioni multispettrali da drone e test in campo, con campionamenti in vigneto e analisi di laboratorio (clorofilla, PH, grado zuccherino, acidità totale, antociani, polifenoli totali, tannini). L’obiettivo è quella di realizzare mappe di vigoria e prescrizione con un raffronto puntuale a terra, l’individuazione di malattie e stress idrici e nutrizionali per interventi agronomici con macchine a rateo variabile e, infine, la definizione delle curve di maturazione e di mappe per la vendemmia.
“L’agricoltura di precisione – spiega Carlo Intotaro, titolare della Droinwork – è una strategia gestionale che mira all’esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali derivate dalla considerazione che la tipologia del terreno, la sua composizione, l’illuminazione e il microclima variano nelle diverse aree di un campo in modo non lineare e non facilmente osservabile. Questi elementi, uniti ai fattori climatici dipendenti dalla stagione, determinano spesso una notevole variabilità delle condizioni fisiologiche delle piante. Il telerilevamento consiste nell’analizzare le condizioni di salute della vegetazione tramite numerose immagini multispettrali e, tramite la realizzazione di mappe georiferite puntuali e dettagliate, tramite una scala colorimetrica, individuare le necessità differenziate della coltivazione. In questa maniera è possibile effettuare le scelte agronomiche con la massima precisione spaziale e con la massima tempestività. Analizzando i dati aerei, uniti se necessario ai campionamenti tradizionali, si possono migliorare la qualità e la quantità del raccolto, identificare eventuali stress biotici e abiotici e stabilire con precisione l’irrigazione e la fertilizzazione in ogni area, riducendo l’impatto ambientale e i costi di gestione“.
Oggi si parla molto anche di immagini da satellite, ma i droni danno dei vantaggi che illustra Filippo Materazzi, Chief Operating Officer di Droinwork. “L’alta risoluzione delle immagini ottenute dai droni in agricoltura, la loro capacità di intervenire rapidamente e le loro caratteristiche di funzionamento pongono rimedio alle carenze degli altri sistemi. A differenza del satellite e degli aerei, con i droni spariscono i disturbi causati dal filtro prodotto dall’atmosfera e i problemi legati alla bassa risoluzione a terra che produce pixel in cui la commistione di vegetazione, terreno e ombre falsa il dato e riduce notevolmente l’efficacia e la veridicità delle analisi. Grazie all’altissima risoluzione é infatti possibile selezionare e analizzare solamente le piante di interesse scartando tutto il resto, come abbiamo puntalmente fatto nell’azienda dell’Istituto Agrario di Todi“.
Droinwork, che ha sede a Todi, è stata una fra le prima dieci società in Italia ad essere autorizzata da Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) ad effettuare lavori aerei con i droni e vanta ormai già otto anni di esperienza nel campo del telerilevamento multispettrale da drone.
Nonostante questo, la società dice di attribuire grande importanza a questo lavoro sui vigneti tuderti, sia per la possibile ricaduta didattica a favore dei periti agrari ed agronomi del futuro, sia per la messa a punto di una modalità di far operare in modo integrato un team di agronomi, biologici, esperti Gis, operatori specializzati, enologici e anche personale operaio addetto alle operazioni colturali in campo.