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Oggetto dello scontro lo 'spoils system' all'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali
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“Nell’intervista rilasciata al “Il Messaggero”, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, mostra un cieco  e ingiustificato ottimismo nella soluzione di diversi nodi che affliggono il sistema sanitario, dando per scontato, come oramai dichiara da mesi, la stipula del Patto per la Salute, senza fare cenno alcuno alle osservazioni inviategli  dalle Regioni qualche giorno fa. Che ne pensa? A oggi nessun riscontro”.

È quanto afferma Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Umbria. “Mi preme tra l’altro ricordare al Ministro – aggiunge Coletto – che tra le richieste regionali rientra la ormai nota scheda ‘5’ che prevede l’inapplicabilità dell’istituto dello ‘spoils system’ all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, vicenda che da ex Presidente mi sta ovviamente particolarmente a cuore”.

“Faccio davvero fatica – prosegue l’assessore – a comprendere la determinazione del Ministro a voler procedere a un cambio alla direzione dell’AGENAS nonostante il parere delle Regioni che solo quattro mesi fa hanno confermato la loro fiducia al Direttore Bevere, nonostante AGENAS sia un organo tecnico scientifico che si connota per la sua terzietà e che dovrebbe restare estranea a logiche  e appetititi politici. Il Ministro della salute non è il MISE (Ministero dello sviluppo economico), con tutto il rispetto per quest’ultimo, dove le ‘intese’ sono merce rara. Gli argomenti e i temi rilevanti devono essere concordati con le Regioni,  nel rispetto della loro autonomia. Il Ministro tenga monitorati i vari pareri, poiché la paternità è e rimane solo dello stesso Ministro, anche sull’applicazione dello ‘spoils system di AGENAS”.

“Sono certo che il Ministro mi aiuterà a comprendere le ragioni di una scelta di cambio che trovo immotivata  e a dissipare le mie perplessità.  Se Speranza si ostinasse a non tener conto di quanto in questi giorni spiegato dalla maggioranza delle Regioni e comunicato dallo stesso al presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, il segnale della sua indifferenza ai temi dell’autonomia, almeno a quella già prevista dal Titolo V, sarebbe – conclude Coletto – un atto irrituale, grave e mai registrato in questi ultimi anni nei rapporti tra Stato e Regioni”.

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