La decisione della Direzione regionale della sanità umbra di riattivare l’area COVID nell’ospedale di Pantalla inchioda la Presidente Tesei e l’assessore alla Sanità Coletto alla loro incapacità di riorganizzare la rete dei servizi ospedalieri e territoriali dell’Umbria, e toglie qualsiasi alibi alla totale assenza di iniziativa da parte del Sindaco di Todi Ruggiano, della consigliera comunal/regionale Peppucci e dello spaesato vice sindaco Ruspolini che, solo poche ore prima di questa decisione, usava le colonne dei giornali locali per proclami sul futuro dell’ospedale della Media Valle del Tevere, che oggi si dimostrano privi di qualsiasi aderenza con la realtà.
La mancanza di una strategia a tutela dell’ospedale di Pantalla di Ruggiano e compagnia era palese da quando, dopo l’approvazione all’unanimità, il 4 giugno scorso, dell’ordine del giorno del Consiglio comunale di Todi, che chiedeva la definitiva chiusura dell’area Covid di Pantalla proponendo l’individuazione di un’altra struttura regionale come COVID Hospital in Umbria, il Sindaco di Todi aveva riposto con cura in un cassetto quelle richieste senza dare seguito a quanto deciso.
Ruggiano non ha alzato un dito neanche quando la consigliera Peppucci, che, a Todi, aveva votato quell’ordine del giorno, poi, con disinvoltura, aveva approvato in consiglio regionale il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera che, per l’appunto, prevede che Pantalla sia il Covid Hospital regionale.
La consigliera comunale/regionale avrebbe potuto sostenere la posizione tenuta nell’assemblea elettiva della sua città, invece ha preferito voltarsi dall’altra parte e asservire gli interessi del territorio a quelli della sua parte politica in Regione.
Oggi registriamo che l’Umbria è tra le regioni che destano maggiore preoccupazione per l’andamento dei contagi e per le prospettive di saturazione dei posti in terapia intensiva, perché, nonostante gli ingenti finanziamenti garantiti dal governo con il decreto “Rilancio”, per ampliare i posti letto di terapia intensiva, che in Umbria avrebbero dovuto raddoppiare in maniera definitiva, aumentare il personale dedicato, acquistare ambulanze dotate di caratteristiche specifiche per il trasporto di malati covid, potenziare i servizi di prevenzione, l’Umbria non è pronta.
Le organizzazioni sindacali della sanità denunciano come i mesi trascorsi dall’arrivo delle risorse non siano stati utilizzati per rispondere efficacemente alla recrudescenza della pandemia e oggi l’Umbria è costretta a rimettere in campo le soluzioni individuate a Marzo.
Per questo si torna ad individuare Pantalla come ospedale in cui 20 o 30 posti letto saranno “dedicati a pazienti COVID positivi in condizioni cliniche stabili, che abbiano superato il periodo di acuzie, provenienti esclusivamente da altri ospedali COVID”.
Negli atti della direzione aziendale si legge che sarà utilizzato il blocco là dove era situata la RSA, mai riaperta e i poliambulatori specialistici (quindi niente più visite specialistiche a Pantalla?), che saranno ridotti i posti di medicina interna, la riabilitazione ortopedica sarà trasferita in chirurgia, mentre l’attività chirurgica rimane di nuovo senza urgenza e quindi solo day e week surgery.
In poche parole: un ospedale già depotenziato per la chiusura di reparti fondamentali come chirurgia, ostetricia e punto nascita, con le attività ambulatoriali riprese solo parzialmente, viene di nuovo utilizzato per rispondere all’emergenza interrompendo parte dei servizi riattivati, il tutto senza che siano state eseguite neanche le opere per garantire un’adeguata divisione dei percorsi per l’accesso alle aree individuate come COVID.
Tutto questo nel totale silenzio di Ruggiano, Peppucci e Ruspolini!