Si chiama Transameria ed è il primo itinerario umbro targato Slow Food Travel, il progetto con cui Slow Food propone destinazioni in cui poter sperimentare un nuovo modello di viaggio, fatto di incontri e scambi con agricoltori, artigiani, ristoratori e albergatori, per conoscere attraverso esperienze turistiche di alta qualità il patrimonio gastronomico, culturale e sociale del nostro territorio. L’itinerario Transameria, che ha debuttato virtualmente oggi, si articola essenzialmente lungo la dorsale dei Monti Amerini e prende il nome dall’antica Via Amerina, arteria che, in epoca romana, collegava Roma e i principali centri dell’Umbria, oggi meta di molti escursionisti e appassionati di cicloturismo. Qui si trova una delle più vaste e integre macchie mediterranee dell’Italia centrale e la più estesa lecceta dell’Umbria. Da Amelia verso nord, tra antichi borghi e castelli ancora poco conosciuti, il tragitto abbraccia un’ampia zona collinare e intercetta Todi.
«Nei mesi scorsi – racconta Federico Varazi, ideatore e coordinatore del progetto per Slow Food Italia – abbiamo selezionato una cinquantina di produttori, allevatori, artigiani, bottegai, osti per proporre attività turistiche innovative incentrate sull’esperienza, non solo ai turisti che vogliono visitare il nostro territorio in sicurezza, ma anche ai membri di una “comunità in movimento”. Un processo lungo e laborioso che ha avuto come obiettivo principale non semplicemente “individuare” un itinerario, ma costruire una rete virtuosa partendo dalle attività che molte realtà già vicine a Slow Food realizzano ogni giorno in questo territorio a salvaguardia della biodiversità e per promuovere un turismo sostenibile».
Si può partire da qui, dal centro medievale della città, in direzione del Castello di Sismano, con le sue torri semicircolari risalenti all’XI secolo e attraversare le “Crete”, per poi raggiungere la foresta Fossile di Dunarobba, fino alla località S. Eurosia nei dintorni di Avigliano Umbro. Si incontrano poi Toscolano e Santa Restituta, lungo un tracciato ricco di castagneti secolari, fino ad arrivare all’insediamento preistorico della Grotta Bella. Da non perdere Macchie, il paese delle carbonaie e la città di Amelia. Centro di antiche origini romane, ricco di storia e tradizioni. La città delle imponenti Mura Poligonali e della statua bronzea del Germanico ma anche del prezioso Olivo Raio, cultivar autoctona conosciuta fin dall’antichità e dei gustosi Fichi Girotti. I frutti vengono essiccati, aperti e riempiti a mano con mandorle tostate, noce, candito e cacao, secondo un’antica ricetta.
Si tratta di un territorio caratterizzato da un particolare paesaggio vitivinicolo che, dalle pendici dei Monti Amerini, si estende fino alle colline di Todi, costeggiando la Media Valle del Tevere. Geologicamente si passa dalle dolci catene preappenniniche, con suoli riccamente calcarei, alle sabbie e argille, retaggio di un antico lago, il Lago Tiberino. E’ emozionante affacciarsi dalla porta della Cantina Sobrano e fare una passeggiata nel tempo “geologico”, immaginando quello scenario pleistocenico che diventa realtà nel vicino sito paleontologico della Foresta fossile di Dunarobba, Patrimonio mondiale dell’umanità. E’ su queste antiche argille, ricche di conchiglie e minerali, che trovano identità e fertilità i due vitigni piu coltivati in zona. Il più famoso grechetto e il meno conosciuto ciliegiolo. Varietà oggi affermate nel panorama italiano.
La Transameria è una terra lontana dal mare, quasi isolata, ma dalla forte identità gastronomica che ha saputo tirare fuori il meglio della propria cucina, semplice e genuina, dai boschi, dai campi e dai propri animali. Parliamo della “striscia con le fave” preparata il giorno della macellazione del maiale con le rifilature di pancetta, costolette e dei pezzi che si usavano per la salagione, le fave lessate e il grasso ventrale dell’animale. Oppure del “piccionaccio alla leccarda” che nella zona di Todi diventa “palomba alla ghiotta”. E’ il palombo, cotto prima allo spiedo e poi passato nella casseruola che, riempita di vino, olive, salvia e un’alice e posta sotto la griglia, ha raccolto tutti gli umori e il grasso del volatile. Non esistono due ricette uguali. Senza dubbio il piatto tuderte per antonomasia.
Non mancano i Presìdi Slow Food, come la fava cottora dell’Amerino, un particolare ecotipo di legume antico, coltivato e selezionato per generazioni dall’operosità dei produttori locali. Molto apprezzata per le sue piccole dimensioni e chiamata così proprio per la caratteristica di poter essere cotta in tempi più brevi rispetto alle fave fresche. E ancora il cicotto di Grutti, una specialità gastronomica antica a base di maiale, per gli amanti dei gusti decisi. Oggi Presidio Slow Food del piccolo borgo umbro, dove si cuoce ancora nel forno a legna comunale, utilizzando tutti i tagli meno pregiati dell’animale. Orecchie, zampetti, stinco, lingua, trippa e altre interiora, cotti lentamente sotto la porchetta a raccoglierne il grasso, con un mix di rosmarino fresco, aglio rosso della vicina Cannara, pepe nero e finocchio.
La Transameria è una destinazione tutta da scoprire, magari anche attraverso le tante esperienze offerte anche dall’Istituto Agrario “Ciuffelli” di Todi, la scuola di agricoltura più antica d’Italia, fondata nel 1864, che ha sede nell’ex monastero medievale di Montecristo a Todi: visite in cantine storiche o a moderni frantoi, caseifici, laboratori di autoproduzione, foraging e numerose degustazioni guidate. È un viaggio ricco di storia che, attraverso i tesori gastronomici di questo angolo dell’Italia Centrale ancora poco conosciuto, fa del paesaggio rurale e dell’accoglienza il suo migliore invito alla scoperta.
La Transameria si inserisce infatti all’interno di una progettazione più ampia, in cui gli attori del territorio sono selezionati secondo le linee guida di Slow Food Travel, per assicurare un’esperienza di viaggio buona, pulita e giusta. Nell’ambito del progetto Slow Food in Azione: le comunità protagoniste del cambiamento*, oltre a quello umbro, è già stato lanciato Valdarno di Sopra in Toscana. Nei prossimi giorni saranno pubblicate altre destinazioni nelle regioni del centro e del sud Italia: Costa d’Amalfi in Campania, Torre Guaceto e il Parco delle Dune Costiere in Puglia, Gran Sasso in Abruzzo e Monti Lepini nel Lazio.
Il lavoro di realizzazione degli itinerari ha permesso di costruire una rete di circa 200 stakeholder nei vari territori, soggetti che durante questo percorso si sono confrontati con le linee guida di Slow Food Travel e che hanno avuto la possibilità di discutere insieme ai coordinatori dei progetti di quello che sarà il futuro del turismo post Covid-19. Un’occasione per imparare e confrontarsi per produttori, allevatori, ristoratori e bottegai è la tre giorni di formazione on line organizzata nell’ambito di Slow Food in Azione che si terrà dal 5 al 7 marzo. Guidato da formatori esperti in relazioni interpersonali, gestione della comunità e marketing delle destinazioni, si tratta di un vero e proprio corso per capire il mercato del turismo e le potenzialità del progetto Slow Food Travel.
Domenica 7 i lavori saranno aperti a tutti gli interessati con l’evento Lentamente viaggiare: la rete di Slow Food Travel, trasmesso sulla piattaforma di Terra Madre Salone del Gusto a partire dalle 10. Partner istituzionali dell’itinerario Transameria sono i Comuni di Amelia e di Todi che hanno patrocinato il progetto e l’Istituto Agrario di Todi. «L’itinerario enogastronomico proposto da Slow Food Italia – dichiara Andrea Nunzi, vice sindaco del Comune di Amelia – si inserisce ed integra quel percorso virtuoso già intrapreso da questa Amministrazione con altri progetti per una promozione condivisa di un territorio, l’Amerino, che non possono prescindere da una rete capace di valorizzare storia, tradizioni, enogastronomia e paesaggio attraverso progetti strategici quali la filiera del “cibo di qualità” e la sentieristica, non trascurando l’asse nord-sud idealmente percorso dall’antica via Amerina».
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