Dopo la fase riservata agli iscritti del Partito Democratico Domenica si svolgeranno le primarie aperte per la scelta del futuro/a segretario/a del PD. Nella prima fase siamo stati tra i sostenitori di Promessa Democratica, proposta politica a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo, che ha ottenuto quasi l’8% delle preferenze a livello nazionale e il 15% in Umbria, con punte significative in diverse altre regioni italiane. Un buon risultato per chi, in assenza di potentati vari (ex ministri, ex presidenti di regione ecc.) alle spalle, ha tentato di spostare il focus del congresso sulle idee piuttosto che sulla mera competizione interna tra candidati. Nella consapevolezza che, come ha scritto Ezio Mauro, “la competizione tra i candidati più che tra le idee si trasforma in una sfida che crea personaggi prima che pensiero”.
Chi tra gli iscritti ha scelto Cuperlo ha scelto di fare argine ad una deriva competitiva e meramente personalistica, che ammorba il PD a tutti i livelli, anche quello locale. Questo contraddice l’intenzione di entrambi i candidati, che si presentano alle primarie di domenica, di unire la sinistra che sta dentro e fuori il PD. Per affrontare gli esiti sociali ed economici delle crisi finanziarie che si sono succedute fino alla terribile pandemia che abbiamo vissuto, la guerra aperta in Europa che non trova la via della pace, la crisi climatica che minaccia il futuro del pianeta, serve un pensiero nuovo e lungo della sinistra, che metta al centro l’etica del lavoro. Per far questo non basta vincere le primarie. Chiunque vinca dovrà dimostrare <<di avere a cuore il valore del pluralismo che è condizione essenziale se credi che le ragioni dell’altro non siano un intralcio ma una ricchezza. In passato non è avvenuto, ma i ponti e l’unità della sinistra passano da qui. E comunque vorrei un gruppo dirigente capace di valorizzare le risorse migliori senza piegarsi agli eserciti di ieri e di oggi. Spero davvero che la formula “ho vinto le primarie, adesso il partito è mio” venga sepolta per sempre>> ha detto Cuperlo in una recente intervista, in cui ha manifestato l’intenzione di non schierarsi con l’uno o con l’altra a prescindere, perchè c’è un prima e ci sarà un dopo le primarie e quello che verrà dopo sarà la prova che un determinato modo di concepire la politica e il partito sia stato definitivamente messo da parte.
E’ un ragionamento che ci convince anche a Todi, dove ci auguriamo che sia alta la partecipazione democratica di chi crede che il confronto sia sulle idee, non sulle singole persone che appoggiano un candidato o l’altra.
La sfida del congresso, anche a Todi, è quella di ricostruire un pensiero lungo sulla città, sul suo futuro, sulla garanzia dei diritti sociali e civili dei suoi cittadini, sulle scelte da fare per favorire lo sviluppo del territorio. La sfida dopo le primarie non sarà quella di sapere chi ha vinto e chi ha perso (come qualcuno sta già cercando di fare) ma quella di ricostruire un progetto politico per la città, in grado di mettere in discussione la destra che guida al momento il Comune, impegnata nella mera gestione del potere, con un uso spregiudicato delle risorse pubbliche e che ha affossato il ruolo e la funzione di servizi essenziali per i cittadini, come quelli sanitari.
Dunque l’invito, da parte nostra, è quello di partecipare liberamente alle primarie democratiche di domenica 26 febbraio, scegliendo le idee che più convincono, con lo sguardo rivolto al futuro. Buon voto!