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Tante lamentele da parte dei cacciatori che hanno visto ridurre la giornata di caccia a circa 2 ore; i consiglieri regionali della Lega accusano l’assessore Morroni
tortore

Sabato 2 settembre si è tenuta la tanto attesa, per i cacciatori, preapertura della caccia che consentiva la caccia alla tortora. La giornata di caccia è però sfumata nel giro di un paio d’ore. Infatti la nuova normativa prevede che i cacciatori debbano essere in possesso di un’App installata sul cellulare, nella quale inserire il numero di capi abbattuti e al raggiungimento del numero massimo di abbattimenti viene comunicata la chiusura della giornata di caccia. In questo caso, il segnale di fine della caccia è arrivato dopo circa due ore, con grande delusione e frustrazione da parte di molti appassionati dell’arte venatoria.

A farsi portavoce del malessere dei cacciatori, sono stati i consiglieri della Lega Manuela Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini, che tra l’altro addossano molte responsabilità all’assessore regionale Roberto Morroni: “Doveva essere una giornata, anche se per poche ore, di festa per i cacciatori umbri, quella della preapertura alla tortora. E invece, come avevamo purtroppo previsto, a causa delle scelte restrittive operate dall’Assessorato regionale sull’uso dell’app conta tortore, le due ore scarse di caccia sono diventate occasione di arrabbiature legittime e frustrazione, tra mancati allert, blocchi del conteggio del carniere e altre anomalie. È ora che qualcuno si interroghi sul proprio operato”. Così i consiglieri della Lega Manuela Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini.

“Al termine della preapertura per la caccia alla tortora, che si è svolta nella mattinata di sabato, iniziata alle 6.30 e terminata dopo due ore scarse – proseguono Puletti, Castellari e Mancini –  abbiamo subito ricevuto, da parte di cacciatori ed esponenti di associazioni venatorie, numerose segnalazioni di errori e disservizi. Questo malessere poteva essere almeno in parte risparmiato, al netto delle scellerate leggi europee che siamo obbligati a recepire, se a livello regionale fossero state accolte le proposte da noi fatte. In particolare – ricordano – per la deroga alle specie storno, tortora dal collare e piccione, come fatto nelle regioni limitrofe, così da consentire di cacciare in preapertura almeno per tutta la mattinata, anziché terminare già prima delle 8.30, una volta raggiunto il carniere fissato per la tortora. Indicato, tra l’altro, sulla base dei dati 2018 e non dopo un censimento dei capi effettivamente presenti in Umbria, come da noi richiesto attraverso l’Osservatorio faunistico regionale, e dopo un’accurata analisi dei tesserini riconsegnati dai cacciatori alle associazioni venatorie. Il fatto che quest’anno la preapertura sia durata un’ora di meno, del resto, sembrerebbe far pensare che ci siano più tortore nel territorio, a meno di errori nei conteggi”.

“Lazio e Umbria furono le uniche due Regioni a non aver mandato i dati sugli abbattimenti negli ultimi anni disponibili, come era evidenziato nel Piano di gestione della tortora del 2021. I tesserini delle stagioni venatorie riconsegnati dalle associazioni e non censiti, rimasti negli scatoloni dei magazzini della Protezione civile di Foligno, sono ancora lì”, aggiunge il consigliere Mancini, che è anche responsabile dipartimento caccia della Lega in Umbria: “li visionai personalmente – ricorda – segnalando il fatto all’assessore Morroni”.

“C’è poi un altro aspetto – evidenziano Puletti, Mancini e Castellari – quello legato al divieto di cacciare nei luoghi privi del segnale internet. Non si comprende la scelta di aver eliminato, rispetto allo scorso anno, l’invio di sms, se non con la volontà di rendere stringente il divieto di cacciare anche nelle zone al limite del segnale internet. Scelta che, come previsto, ha provocato disagi, con molti cacciatori che lamentano di non aver ricevuto alcun allert, pur cacciando in zone coperte. Tanto più – aggiungono Puletti, Mancini e Castellari – che PuntoZero, ci risulta, per conto della Regione Umbria stia lavorando al nuovo tesserino elettronico che si vuole introdurre in futuro, in aggiunta a quello tradizionale cartaceo. Strumento che, utilizzando la stessa tecnologia dei servizi di soccorso, funziona anche nelle zone prive di segnale. Perché, dunque, attuare quest’anno questa stretta sull’utilizzo di un’app già desueta, destinata a scomparire? Come Lega – concludono – non possiamo che prendere le distanze da una simile gestione fatta di proposte inascoltate e regole sempre più restrittive, dove a rimetterci è sempre il cacciatore. Questo assessorato deve cambiare passo”.

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