È ormai noto, oltre che evidente, il fatto che le temperature medie si stiano innalzando, con le estati che divengono “sempre più estati” raggiungendo non solo dei picchi di temperatura particolarmente elevati, ma anche una durata effettiva superiore rispetto a un recente passato.
Il discorso è ampio ed ha sicuramente innumerevoli implicazioni, alcune delle quali, purtroppo, sono piuttosto preoccupanti, ma l’aumento delle temperature medie può avere dei risvolti sul benessere dei capelli?
Le due cose potrebbero sembrare totalmente sconnesse l’una dall’altra, eppure non è così: tra la salute dei capelli e il cambiamento climatico può esserci un qualche legame. Andiamo a scoprire perché.
Cos’è l’effluvium stagionale e quando si manifesta
Dal punto di vista tricologico l’estate rappresenta una fase dell’anno di particolare importanza: subito dopo la bella stagione infatti, in corrispondenza di quello che viene informalmente definito “periodo delle castagne”, è assai frequente che si verifichi quello che viene chiamato “effluvium stagionale”, ovvero una caduta dei capelli più cospicua del solito.
Si tratta di un fenomeno che riguarda sia uomini che donne e che è stato comprovato da diversi studi; fortunatamente, però, non deve preoccupare.
I nostri capelli, infatti, cadono costantemente per ragioni del tutto fisiologiche e sono prontamente rimpiazzati da altri, e quella che tende a verificarsi dopo l’estate è un’accentuazione dell’effluvium che non implica l’insorgere di calvizie, quantomeno in assenza di ulteriori fattori quali una predisposizione genetica o quant’altro possa favorire il fenomeno.
Le possibili cause della caduta dei capelli post-estate
Se l’accentuazione della caduta dei capelli nel primo periodo autunnale è, come detto, un fenomeno ampiamente comprovato in significative percentuali di popolazione, le ragioni per cui si verifica sono meno certe e sono, probabilmente, molteplici.
Secondo una fonte autorevole quale il sito Internet ufficiale di Tricomedit Group, primo centro tricologico medico e chirurgico in Italia, perdere tanti capelli nel post-estate ha diverse cause, a cominciare dalla frequente esposizione del cuoio capelluto a raggi solari, con conseguente stress ossidativo che può portare appunto ad un’accentuazione della caduta.
Anche l’esposizione a secchezza e umidità molto elevate, fenomeni assolutamente tipici dei climi estivi, può favorire il fenomeno, lo stesso vale per gli alti picchi di temperatura, che possono alterare l’equilibrio della cute.
Ed ancora, ulteriori cause sono individuabili, secondo gli esperti di Tricomedit Group, nella tendenza a sudare di più e più spesso, la quale può favorire lo svilupparsi di dermatite seborroica e seborrea, condizioni che possono notoriamente favorire la caduta dei capelli, senza trascurare le abitudini alimentari, che non di rado sono, in estate, poco corrette.
Non è affatto raro che in estate si mangi in modo diverso e a volte non salutare, oppure che si tenda a mangiare meno, magari per via delle alte temperature che riducono la sensazione di fame o, più banalmente, per una più sentita necessità di sfoggiare un fisico in forma.
Sono tutte ipotesi assolutamente plausibili e ognuna di esse, probabilmente, fornisce il proprio contributo al manifestarsi del fenomeno.
Cosa potrebbe cambiare alla luce delle variazioni climatiche
Alla luce di quanto detto, dunque, i cambiamenti climatici in atto possono avere dei risvolti sul benessere dei capelli? Sbilanciarsi in una risposta non è semplice, sia perché si tratta di variazioni che, sebbene ormai evidenti, si concretizzano nell’arco di lungo tempo, e sia perché riscontrare eventuali cambiamenti dell’effluvium su dei campioni significativi di popolazione non è affatto semplice.
Con ogni probabilità, in futuro verranno effettuati degli studi specifici che consentiranno di dare delle risposte sufficientemente precise a questo quesito, al momento, comunque, è possibile immaginare il verificarsi di due fenomeni, che potrebbero anche coesistere.
La caduta dei capelli nel periodo post-estivo, anzitutto, potrebbe divenire più accentuata, inoltre essa potrebbe manifestarsi con ritardo, dal momento che, come detto, le estati tendono ad essere più lunghe e settembre è ormai divenuto, dal punto di vista prettamente climatico, un mese estivo a tutti gli effetti.
È chiaro che, ad ogni modo, il manifestarsi dell’effluvium sarà sempre correlato anche alle specificità del singolo caso, dunque allo stile di vita della persona: se ci si espone poco al sole, se non si modificano in maniera significativa le proprie abitudini alimentari, se si trascorre molto tempo in ambienti indoor e via discorrendo, è assai probabile che i cambiamenti climatici incidano ben poco sulle modalità di manifestazione della caduta stagionale.