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Il pesce, si sa, è un alimento pregiato e ricco di sostanze nutritive assai preziose, di conseguenza non dovrebbe mai mancare all’interno di una dieta bilanciata.

È tuttavia fondamentale che esso sia sempre preparato in maniera adeguata prima di essere consumato, perché in caso contrario si può andare incontro a dei rischi per la salute; tra questi, uno dei più temibili è rappresentato dall’Anisakis.

In quest’articolo scopriremo di cosa si tratta, perché può divenire pericoloso e come si può scongiurare qualsiasi tipo di rischio.

Che cos’è l’Anisakis?

L’Anisakis è un verme che rientra nella famiglia dei nematodi ed è un parassita di pesci e altri animali marini.

È utile sottolineare da subito che l’Anisakis può interessare una vasta gamma di pesci largamente adoperati per scopi alimentari, dal tonno al salmone, dal merluzzo al pesce spada, solo per citarne alcuni, di conseguenza la necessità di contrastarne a dovere i potenziali effetti negativi non può essere sottovalutata.

Questo parassita ha dimensioni importanti rispetto alla media, è infatti assolutamente visibile a occhio nudo, e si presenta come una sorta di piccolo lombrico di colore bianco o rosaceo.

L’Anisakis, dunque, vive di fatto nell’organismo dei pesci, prevalentemente nel loro intestino, ma non è raro che possa raggiungere anche altri tessuti, e chi è solito lavorare del pesce fresco in cucina avrà probabilmente già notato la presenza di questi piccoli vermi, il cui movimento costante li rende ancor più visibili.

La pericolosità dell’Anisakis

Se si consuma del pesce non adeguatamente trattato i vermi di Anisakis possono introdursi nel proprio organismo, e questa è un’eventualità che deve essere scongiurata con tutta l’attenzione del caso.

L’Anisakis può infatti divenire causa di infezioni e può implicare delle problematiche più o meno serie: nella maggioranza dei casi, fortunatamente, l’assunzione di pesce contaminato da questo parassita comporta solo dolore addominale, diarrea, vomito e sintomi analoghi, ma non è raro che possano verificarsi stati febbrili o perfino delle vere e proprie perforazioni dell’intestino.

Laddove si sospettasse di aver assunto del pesce contaminato e si avvertissero dei sintomi simili, bisogna rivolgersi subito al proprio medico.

L’effettiva presenza di Anisakis nell’organismo può essere riscontrata attraverso analisi endoscopiche e gastroscopiche, e la terapia può variare da caso a caso: il medico può suggerire di utilizzare determinati tipi di farmaco, altrimenti, in alcuni casi, può essere necessario rimuovere fisicamente l’Anisakis tramite endoscopia o operazioni chirurgiche.

Come evitare rischi per la salute

Come si sarà intuito, è decisamente preferibile prevenire, piuttosto che ritrovarsi a dover rimediare agli effetti nocivi di questo piccolo verme, di conseguenza, come si diceva, il pesce va sempre preparato con tutta l’accortezza del caso.

Una normale cottura è in genere sufficiente per scongiurare qualsiasi rischio, a condizione che si effettuata a temperature elevate (indicativamente, almeno 60°C) e che si protragga per almeno un minuto, i rischi sono invece molto più elevati per quel che concerne il pesce crudo.

Nel pesce crudo, come è ad esempio il caso del sushi, il cui consumo è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi tempi, è invece indispensabile che l’alimento sia abbattuto, prima di essere servito.

Il processo di abbattimento del pesce consiste sostanzialmente nell’esporlo a temperature molto basse, indicativamente ad almeno -20°C, per un lasso temporale significativo: nei ristoranti, in cui si utilizzano abbattitori di tipo professionale come quelli visionabili nel sito www.allforfood.com, i tempi sono certamente più ristretti, mentre se si utilizza un semplice congelatore domestico è raccomandabile andare oltre i 3-4 giorni.

Non può che essere una buona accortezza, peraltro, quella di sottoporre ad abbattimento il pesce anche laddove debba essere servito cotto; una procedura, questa, che viene seguita in moltissimi casi.

Occorre attenzione, sia in casa che al ristorante

Come visto, dunque, le raccomandazioni per evitare che l’Anisakis possa introdursi nel proprio organismo sono semplici.

Certamente è necessario prestare attenzione anche quando si mangia fuori, soprattutto se si vuol consumare del pesce crudo: è assolutamente un diritto del cliente quello di conoscere a che tipo di abbattimento è stato sottoposto l’alimento servito, ad ogni modo è bene far riferimento solo a ristoranti che godono di un certo blasone.

Sono senz’altro da evitare, peraltro, formule eccessivamente convenienti: dal momento che il pesce è un alimento che, come noto, ha il suo costo, è tutt’altro che inverosimile che prezzi oltremodo bassi celino delle gravi mancanze in termini di qualità e di rigore delle procedure di preparazione.

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