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A partire dal 1° gennaio 2025, la gestione dei rifiuti in Umbria subirà un significativo aggravio economico a causa della modifica delle aliquote IVA introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024).

Secondo la nuova normativa, il conferimento in discarica e l’incenerimento senza recupero energetico non beneficeranno più dell’aliquota IVA agevolata del 10%, comportando un aumento dei costi per i comuni e, di conseguenza, per i cittadini.

Questa situazione dimostra, ancora una volta, quanto fosse strategicamente valida la scelta della Giunta Tesei di prevedere nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti la realizzazione di un termovalorizzatore, che avrebbe consentito il recupero energetico dei rifiuti e quindi evitato l’applicazione della nuova aliquota IVA.

La sinistra, invece, si è opposta a questa soluzione, ostacolando una gestione moderna e sostenibile dei rifiuti, senza però proporre alternative concrete. Per anni ha sbandierato sistemi alternativi di smaltimento, ma ad oggi non si hanno notizie di quali siano queste soluzioni né di come possano garantire un sistema efficiente ed economicamente sostenibile.

Non solo: in questi mesi la sinistra ha riempito i cittadini umbri di menzogne, diffondendo paura e disinformazione sul termovalorizzatore, dipingendolo come un impianto altamente inquinante e portatore di malattie. Una narrazione falsa e strumentale, smentita da anni di dati scientifici e dall’esperienza di numerosi impianti di ultima generazione in tutta Europa, dove il recupero energetico dai rifiuti rappresenta una soluzione efficace per ridurre l’uso delle discariche, abbattere le emissioni e contenere i costi per i cittadini.

A dimostrazione della totale strumentalizzazione politica del tema, non è mancata neppure la polemica sulla presunta realizzazione di un impianto a Todi, ipotesi mai confermata eppure cavalcata dalla sinistra con il solo scopo di alimentare paure e speculazioni elettorali. Con toni allarmistici e del tutto privi di fondamento, si è cercato di terrorizzare i cittadini, distogliendo l’attenzione dalla vera emergenza: le discariche umbre sono ormai sature e il sistema attuale non è più sostenibile.

Senza impianti di recupero energetico, l’Umbria sarà costretta a pagare cifre ancora più alte per il trasporto dei rifiuti fuori regione e per la gestione del loro smaltimento. Inoltre, anche la chiusura del ciclo dei rifiuti avrà un costo che ricadrà sulle spalle dei cittadini. Un costo che poteva essere evitato con una pianificazione seria e con infrastrutture adeguate.

La nostra Regione si trova ora davanti a una duplice penalizzazione: da un lato, la mancata attuazione del piano regionale voluto dal centrodestra rischia di mantenere alta la dipendenza dalle discariche; dall’altro, i cittadini subiranno un aumento della tassazione sui rifiuti, senza benefici né in termini ambientali né economici.

L’incapacità della sinistra di dotare la regione di un sistema di smaltimento moderno e sostenibile, basato su un ciclo integrato dei rifiuti con impianti di recupero energetico, espone l’Umbria a maggiori costi e minore efficienza.

È necessario riprendere in mano il tema della gestione dei rifiuti con una visione strategica e pragmatica, per evitare che siano ancora una volta i cittadini a pagare il prezzo delle scelte scellerate della sinistra, delle sue campagne di disinformazione e della sua totale incapacità di risolvere il problema delle discariche ormai al collasso.

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